Aprire Facebook ed essere travolti dalle opinioni altrui: i social network sono un’esperienza sociale positiva?

Se per sopravvivere all’onda dei post e dei commenti siamo in qualche modo obbligati ad alzare delle difese mentali o se il funzionamento stesso delle piattaforme ci porta a murarci dentro delle bolle di notizie confortanti ma sterili, a

Osate incontrare le persone senzatetto.

llora manca qualcosa ai social network per poter essere delle reali esperienze sociali.

Ma non sempre è così.

Lo strumento social network può essere declinato anche in maniera da essere davvero un trampolino di lancio verso un arricchimento umano.

C’è un social network di cui non avete mai sentito parlare, si chiama Entourage e lo potete installare gratuitamente sui vostri smartphone.

Entourage nasce nel 2014 come strumento per permettere il coordinamento di un’ottantina di associazioni che si occupano di marginalità e persone senza fissa dimora. Inizialmente nasce a Parigi, per poi allargarsi ad altre città francesi, ma per adesso non ha valicato le Alpi e per questo per il momento in Italia non è pienamente utilizzabile.

Nel 2016 Entourage fa il grande passo e diventa un vero e proprio social network. Entourage è una rete sociale fatta da tre tipi di attori: comuni cittadini, volontari specializzati e persone che vivono un periodo più o meno lungo di difficoltà e marginalità.

Avete una panetteria e a fine giornata non volete buttare l’invenduto? Entourage vi mette in contatto con un’associazione della vostra zona che ne farà buon uso.

State facendo il cambio di armadio e c’è un buon maglione che però non mettete più? Proponetelo su Entourage, sicuramente c’è una persona che vive in strada e che l’apprezzerà moltissimo.

La mappa delle risorse per senza fissa dimora, in zona Montparnasse.

Siete una giovane madre con un bambino piccolo e all’improvviso non avete più un tetto per la notte? Entourage vi offre una panoramica delle associazioni che possono aiutarvi immediatamente.

La storia di Entourage nasce dall’iniziativa di Jean-Marc Potdevin, in passato direttore tecnico del comparatore di prezzi Kelkoo e poi vicedirettore di Yahoo Europa, che decide di cambiare stile di vita e di convertire le competenze professionali ad uno scopo diverso dal puro business. Dopo essere riuscito ad ottenere alcune donazioni nel 2016 vince il concorso “La France s’engage” che permette di finanziare il salto di qualità che porta alla app di Entourage per il coinvolgimento di tutti i cittadini.

Il fatto da tenere bene a mente è che gran parte dei senzatetto ha uno smartphone. Oramai la vita media di uno smartphone è commercialmente molto breve, in molti lo cambiano spesso, anche quando ancora è utilizzabile. In questa maniera gli smartphone arrivano nelle mani delle persone che vivono in strada, le quali magari non possono permettersi un piano tariffario per le telefonate, ma a Parigi e in moltissime grandi città il wifi è gratuito e liberamente disponibile in ampie zone. Inoltre buona parte delle fermate dell’autobus ha un paio di prese USB che permettono di ricaricare la batteria senza problemi.

Quindi ha perfettamente senso dedicarsi a popolare la mappa che Entourage mette a disposizione con informazioni su dove si trovano fontane o bagni pubblici, sedi operative di associazioni, centri medici aperti alle persone che vivono in strada o vari luoghi di orientamento. Sono informazioni che gli abitanti di un quartiere conoscono, ma che magari una persona in difficoltà che si trova in quella zona potrebbe non sapere.

Per Gael, non c’è né Dio, né padrone, né fratello, né sorella, né padre, né madre, né colleghi, né amici.
“Ni Dieu ni maître” è una famosa canzone anarchica, qui ripensata per le persone senza fissa dimora.

Chi ha pensato Entourage naturalmente ha ben presente che risolvere le necessità materiali è vitale per chi vive in strada, ma è del tutto evidente che le necessità sociali non siano da meno. Per questo dal 2017 è consultabile una piattaforma specifica, “Simple comme bonjour“, “Semplice come un buongiorno“. Frutto di più di un anno di lavoro, è un programma pedagogico che guida ad avviare nel modo corretto un rapporto con le persone senza fissa dimora, per saper riconoscere le situazioni che devono essere affrontate solo da esperti del settore e per potersi invece tranquillamente avvicinare alle tante persone che vivono ai margini e con le quali è possibile instaurare un dialogo umano in grado di regalare uno scambio duraturo, sorprendente e pieno di calore.

E in Italia? Entourage per il momento è limitato alla Francia e a parte del Belgio, essenzialmente perché è necessario che vi siano associazioni operative sul territorio che aderiscano al progetto ed inizino ad utilizzare l’applicazione. Oltre al fatto che l’intera interfaccia è solo in lingua francese. Niente naturalmente vieta che cittadini di qualsiasi parte del pianeta inizino ad offrire beni, tempo o informazioni, ma la mancanza di una localizzazione in italiano e la mancanza di associazioni italiane rende il tutto ancora molto parziale.

Per non dire che nel nostro Paese le persone che vivono per strada e che al contempo possiedono uno smartphone sono meno che nella metropoli francese. Ma la crescita di Entourage segna una possibile strada da percorrere anche da noi, una strada dove, nel tessere una vera rete sociale fatta di relazioni che sostengono le persone senza fissa dimora, ognuno guadagna qualcosa.

E se, al di là del valore intrinseco di Entourage, c’è una lezione da imparare allora questa è che un social network è efficace e positivo se aiuta le relazioni sociali che si svolgono fuori da esso.