L’Istituto Alcide Cervi oggi, perché? Questa domanda ha accompagnato il rinnovo triennale dei suoi organismi dirigenti nel giugno scorso, quarant’anni dopo la sua nascita, quando l’eredità del sacrificio dei sette fratelli Cervi passò dalla famiglia alle istituzioni pubbliche, al Paese intero.

I suoi fondatori, ANPI, CIA, Comune di Gattatico e Provincia di Reggio Emilia, ne furono gli artefici: le comunità locali, insieme ai partigiani italiani e ai contadini, protagonisti della Liberazione nazionale. Da subito molti altri comuni e istituzioni costituirono la base associativa dell’Istituto, continuando a crescere fino ai 150 soci di oggi.

 

CERVI_Logo_OK copySettant’anni dopo, quella memoria interroga il presente: dove sono la libertà, la giustizia, la solidarietà, la pace conquistate allora a così caro prezzo? Dove sono nell’Italia riscattata dalla Resistenza, nell’Europa nata dalla speranza e dalla visione dei sopravvissuti, nel mondo globale così carico di sfide?

L’Istituto Cervi guarda all’oggi, alla crisi della democrazia, alle guerre, al cammino dei popoli verso un destino migliore, alle lotte per la libertà. Si domanda quale debba essere il suo impegno: testimoniare, diffondere conoscenza, sostenere la coscienza civile del Paese. Nel tempo nuovo dello smarrimento, della debolezza della politica, della comunicazione veloce.

La nostra vigile attenzione è rivolta oggi innanzitutto al manifestarsi di pulsioni populiste, razziste, autoritarie nelle nostre società democratiche. Società pervase dalla paura, dall’incertezza, dalla sfiducia nella politica e nel futuro. Per questo, dopo un seminario nazionale promosso insieme con l’ANPI l’anno scorso sulla difesa giuridica, legislativa e normativa dell’antifascismo, affronteremo le ragioni politiche, sociali e culturali del venir meno oggi dei valori antifascisti e democratici, mentre la crisi economica e sociale alimenta paure, egoismi, chiusure. Lo faremo anche con i giovani amministratori che oggi affrontano il difficile governo delle comunità locali, delle periferie, del disagio sociale, e con i moderni mezzi di comunicazione, per raggiungere ogni fascia d’attenzione.

famiglia Cervi
La famiglia Cervi

Casa Cervi è la casa dell’accoglienza. Lo è stata nei giorni della Resistenza, lo è ancora oggi. Una grande partecipazione di popolo, di volontari, delle espressioni più vive della cultura e della resistenza civile, da Libera al Centro Studi “Paolo Borsellino”, dell’economia e della vita sociale, dalla cooperazione alle scuole, trova a Casa Cervi il luogo della memoria e dell’impegno.

Nelle campagne emiliane, nei nostri territori, vivono da decenni molte famiglie immigrate. Vivono con noi, lavorano con noi. Un focus di ricerca ci impegnerà a trasmettere, soprattutto alle seconde generazioni, il patrimonio della memoria e della nostra democrazia nello scambio con le esperienze di lotta e di emancipazione dei Paesi da cui esse provengono. Il mondo globale oggi è a Casa Cervi, dove più di settant’anni fa il trattore che arava la terra portava per i campi il loro mappamondo.

Continueremo la ricerca storica, anche attraverso le nuove tecnologie. “Memorieincammino” ne è un esempio, sostenuto e finanziato dallo Stato nell’ambito delle Celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza. Un progetto dedicato soprattutto alle donne. La storia di donne e di uomini, di luoghi ed eventi che hanno fatto il cambiamento storico del nostro continente riguarda l’Italia ma anche l’Europa, e il Cervi vuole realizzare la rete italiana ed europea della memoria. Perché l’Europa del sogno dei fondatori dell’Unione trovi nuova forza dalle sue radici, e viva oggi quel sogno nei suoi valori democratici, nell’affermazione del diritto, dell’accoglienza, del rispetto, della solidarietà e della pace. Perché questa è la sua vocazione, dopo l’immane tragedia del Novecento che ha posto lo spartiacque tra civiltà e barbarie.

pastasciutta antifascista
Pastasciutta antifascista del 25 luglio 2015: una bella tradizione. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. A Campegine, i Cervi insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte

 

Rilanceremo la Casa Museo, nella rete dei luoghi della memoria, con la lingua inglese ed altre lingue perché sia comprensibile a tutti il valore di questa storia universale.

La scuola è di casa al Cervi. Non solo un museo, ma la memoria vivente dei valori dell’umanità da consegnare alle nuove generazioni. Un’indicazione nazionale per tutta la scuola italiana. Memoria ed educazione, insomma, un obiettivo primario per l’Istituto Cervi.

Da circa dieci anni presso la sede unificata dell’Istituto Cervi ha sede la Biblioteca e l’Archivio e di Emilio Sereni, un patrimonio cruciale per lo studio del paesaggio e delle campagne, di cui la Summer School è il frutto più maturo. Ad essa partecipano con entusiasmo studiosi ed operatori. Quest’anno la scuola ha aperto la sessione all’Expo di Milano sul tema: Paesaggi del cibo. L’Istituto Cervi ha così portato alla Carta di Milano il suo peculiare contributo: il cibo è innanzitutto giustizia, a cominciare dall’infanzia denutrita del pianeta. Paesaggio è democrazia.

L’Istituto Cervi ha dimensione internazionale, vogliamo che lo sia sempre di più anche con la presenza di studiosi internazionali nel comitato scientifico. Stiamo celebrando a Casa Cervi due centenari del 2015: quello del genocidio armeno, quello della nascita di Aung San, contadino e antifascista, padre della Patria in Birmania. La testimonianza dei martiri del mondo è grande, e il mondo è uno. Casa Cervi è uno dei luoghi più emblematici nel mondo per far conoscere queste testimonianze.

I fratelli Cervi, insieme con quanti sacrificarono la loro vita per reggere l’urto della storia e aprire una strada ad un mondo nuovo, ci insegnano oggi a guardare alla storia presente dell’umanità con la stessa consapevolezza e lo stesso coraggio. Il tempo presente ne ha profondamente bisogno. Basta questo a dare all’Istituto Cervi il significato del suo esistere.

Affrontare oggi la crisi della democrazia, promuovere l’impegno per il cambiamento verso un mondo più giusto, più libero, più unito e in pace, educare i cittadini all’etica della responsabilità. Ecco la risposta alla domanda: perché l’Istituto Cervi oggi?

Custodire la memoria, farla vivere nel presente e nel futuro: questo è il nostro impegno, questa la nostra responsabilità.

La Senatrice Albertina Soliani è Presidente dell’Istituto Alcide Cervi