Roma, 25 novembre. La protesta degli occupanti per lo sgombero del Nuovo Cinema Palazzo (foto Imagoeconomica)

La vicenda dello sgombero del Nuovo Cinema Palazzo tiene banco ormai da una settimana, tra polemiche pubbliche, tavoli istituzionali e manifestazioni.

Era il 25 novembre quando blindati e reparti celere si sono presentati all’alba in piazza dei Sanniti, nel quartiere San Lorenzo, per porre fine a quasi dieci anni di occupazione del Cinema Palazzo.

La stessa mattina, nel vicino quartiere San Giovanni, le forze di polizia hanno sgomberato la sede occupata da Forza Nuova in via Taranto.

Due occupazioni che non avevano nulla da spartire. Da un lato, un cinema che stava per diventare un casinò, salvato dalla speculazione privata grazie all’impegno di centinaia di giovani e artisti che ne hanno fatto il perno di molte attività sociali, culturali e mutualistiche a disposizione del quartiere e di tutta la città.

Roma, 25 novembre. Un momento dello sgombero della sede di Forza Nuova in via Taranto (foto Imagoeconomica)

Dall’altro, uno spazio pubblico di proprietà dell’Ater, l’azienda che si occupa delle case popolari nel Lazio, occupato dai fascisti di Forza Nuova che ne hanno fatto la loro sede privata. All’interno i forzanuovisti avevano anche aperto lo “Skull pub, una birreria aperta senza autorizzazioni, utile come luogo di raduno e per finanziare le loro attività.

Alla notizia degli sgomberi, la sindaca Virginia Raggi ha subito postato un tweet destinato a scatenare polemiche: «Ringrazio la prefettura e le forze dell’ordine per le operazioni di sgombero di oggi. A Roma le occupazioni non sono tollerate. Torna la legalità».

Immediata è arrivata la risposta degli, ormai ex occupanti del Nuovo Cinema Palazzo che sui social network hanno attaccato la prima cittadina: «Sembra ieri quando la sindaca Virginia Raggi approfittava del Nuovo Cinema Palazzo e della larga aggregazione che produce per fare la propria campagna elettorale».

Il riferimento è ad un’iniziativa organizzata proprio nel Cinema Palazzo occupato durante la campagna per le elezioni comunali del 2016, in intervenne l’attuale prima inquilina capitolina assieme ad alcuni candidati della sinistra, quali Stefano Fassina e Alessandro Mustillo.

Nel quartiere San Lorenzo di Roma, un murale, opera di Laika murales street art, ritrae la sindaca Raggi in tenuta antisommossa. Una critica allo sgombero del Cinema Palazzo (foto Imagoeconomica)

Se era difficile per gli ex occupanti digerire il voltafaccia della sindaca, che prima si è appoggiata agli occupanti per raccogliere consensi e poi ha gioito del loro sgombero in nome della legalità, ancora meno possibile era tollerare l’equiparazione con lo sgombero del covo di Forza Nuova. «Oggi, la sindaca, si esprime a sostegno della violenza e dell’impoverimento sociale e culturale di Roma tutta», hanno scritto gli occupanti del Cinema Palazzo in un comunicato. Proseguendo: «Equiparare lo sgombero di un luogo occupato da un gruppo neofascista a quello del Cinema Palazzo, bene comune di tutti e tutte, è vergognoso segno di una profonda ignoranza e incapacità politica».

Dello stesso avviso l’Anpi Roma che, in un comunicato, dopo aver espresso soddisfazione per lo sgombero dei locali di via Taranto, ha mostrato ferma contrarietà allo sgombero del Nuovo Cinema Palazzo: «I due sgomberi sono stati eseguiti contemporaneamente quasi si potessero equiparare e reciprocamente giustificare, con un fuorviante messaggio di intransigenza contro “opposti estremismi”. Il fascismo non è questione di opposti estremismi. Fascismo ed esperienze collettive di socializzazione e cultura non sono equiparabili».

Tra gli applausi dei residenti del quartiere, un corteo di sdegno per lo sgombero del Cinema Palazzo sfila nel quartiere capitolino (foto Imagoeconomica)

Le polemiche, anche nel Movimento 5 Stelle capitolino, sono state tali che la Raggi ha dovuto correggere le sue dichiarazioni con un nuovo comunicato: «Le attività di Forza Nuova e l’esperienza positiva del Cinema Palazzo a San Lorenzo non sono neanche lontanamente paragonabili. Mai. In alcun modo le due realtà possono essere messe sullo stesso piano. Sappiamo tutti che si tratta di due mondi completamente diversi: uno violento e fascista; l’altro aperto e solidale».

Successivamente ha anche annunciato di voler far partire un tavolo per «salvaguardare un’esperienza di importante valore sociale». «Vogliamo restituire questo spazio a San Lorenzo continua ancora la proprietà dell’ex cinema e ci appelliamo anche al ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, affinché ci sostenga: ci aiuti a ripartire».

Foto Imagoeconomica

Mentre andava avanti questa polemica, il Nuovo Cinema Palazzo chiamava la città alla mobilitazione. Già il pomeriggio del 25 novembre, poche ore dopo lo sgombero, una manifestazione ha attraversato le strade di San Lorenzo per chiedere che si impedissero speculazioni sul Cinema Palazzo e si restituisse uno spazio di socialità e aggregazione al quartiere. Il corteo però è stato caricato dalla polizia, per impedirgli di raggiungere piazza dei Sanniti e quindi il cinema. Nei giorni successivi è stata la volta dell’occupazione del lucernario dell’università La Sapienza, già occupato in passato e poi abbandonato, che ora sarà la sede delle iniziative degli ex occupanti.

La sala studio all’aperto promossa dal Nuovo Cinema Palazzo (foto Imagoeconomica)

Nel frattempo è stata lanciata una mobilitazione permanente. Ogni giorno la piazza antistante il Cinema Palazzo è occupata dall’aula studio San Lorenzo dove ci si ritrova per studiare e presidiare l’immobile in attesa di conoscerne il futuro.

A frenare sulle ipotesi di speculazione è stato il custode giudiziario dell’ex Cinema, Antonio Di Battista: «Vogliamo realizzare un teatro, anzi, un vero e proprio polo culturale – ha anticipato Di Battista – . La sala si presta a realizzare un palco spiega abbiamo già effettuato un primo business plan. Siamo aperti a varie proposte, non di tipo speculativo».

In attesa di conoscere il futuro del Cinema Palazzo, con i due sgomberi del 25 novembre si affacciano prepotentemente delle questioni che riguardano il futuro della capitale. Non è chiaro, infatti, come sia stato deciso dalla prefettura di procedere con queste operazioni, tanto più durante l’emergenza che stiamo vivendo. Viene da chiedersi se si stia attuando il piano sgomberi stilato quando titolare del Viminale era Matteo Salvini.

Un altro scatto della sala studio all’aperto promossa dal Nuovo Cinema Palazzo (foto Imagoeconomica)

Soprattutto salta all’occhio come, in una città che ancora subisce l’oltraggio di numerose occupazioni fasciste, si sia data priorità allo sgombero del Nuovo Cinema Palazzo, una realtà che la stessa sindaca definisce «un ricco patrimonio di cultura, socialità, condivisione e aggregazione basato sui valori costituzionali dell’antifascismo».

Su questo è stato perentorio il Comitato provinciale dell’Anpi di Roma: «per i covi fascisti e le organizzazioni che al fascismo si richiamano – ha tuonato il presidente Fabrizio De Sanctis – si prosegua con gli sgomberi e con l’applicazione delle Leggi Scelba e Mancino, a partire dalle occupazioni di via delle Baleniere ad Ostia e di via Napoleone III.»

Ma per chi ha deciso di continuare a sorvegliare con le forze di polizia il Cinema Palazzo, lo sgombero delle sedi di CasaPound non sembra affatto una priorità.