amaca-appesa-alle-palmeL’ultimo attacco referendario all’ANPI, in ordine di tempo, è arrivato il 13 dicembre dalle righe della nota rubrica L’Amaca di Michele Serra. L’assunto è quello per cui l’ANPI con il suo schierarsi, e con la presunta volontà di proseguire l’attività dei Comitati del No per colpire i provvedimenti di Renzi, sarebbe diventata una corrente di partito. Ha colpito molti l’analisi incredibilmente superficiale e disinformata da parte di un intellettuale e uomo di “mestiere” qual è appunto Serra secondo un parere molto diffuso.

Il giorno 15 dicembre è giunta la risposta dell’ANPI, a nome del suo addetto stampa, Andrea Liparoto, che ricordava non solo il documento del 9 dicembre approvato all’unanimità dal Comitato Nazionale ANPI, dove tra le altre cose, si dichiarava chiusa l’esperienza dei Comitati referendari, ma anche una recentissima intervista rilasciata da Carlo Smuraglia proprio su Repubblica. In questa, con estrema chiarezza, veniva delineata la sostanza dell’agire dell’Associazione, il suo futuro, assolutamente in contrasto con le “preoccupazioni” del giornalista.

La lettera dell’ANPI nazionale veniva accompagnata sul quotidiano da una replica dello stesso Serra nella quale, con evidenza, si avvertiva difficoltà nel mantenere le ragioni esposte ne L’Amaca con l’aggravio di addebiti di responsabilità all’ANPI che non le appartengono, e non le possono appartenere, come quella, per esempio, di non aver avuto l’accortezza di mantenere unita la sinistra italiana col suo No alla riforma costituzionale. Colpisce dunque anche la perseveranza generalizzata nell’avversare l’ANPI secondo visioni e intuizioni fuor di realtà e al limite dell’ambiguo.

“Noi abbiamo detto fin dall’inizio” – così Smuraglia in un passaggio dell’intervista sopra citata – “che il nostro obbiettivo era impedire uno stravolgimento della Costituzione. Il resto non ci riguarda, riguarda solo partiti e movimenti politici”.  Ecco la missione dell’ANPI, ecco il suo profilo statutario.