La mattina del 7 novembre, con un clima meraviglioso, prima della partenza ci siamo ritrovati con decine di persone sulle sponde del Tevere ad ascoltare Luciana Romoli, staffetta partigiana, quel giorno voce di tutte le resistenti della ‘via delle partigiane’, che ci ha raccontato come si svolgeva il loro compito nella Roma occupata. “Le biciclette – ha detto fra l’altro Luciana – ce le avevano regalate gli ebrei perché li avevamo aiutati, ma diverse, per non dare nell’occhio. Io avevo 13 anni, mia sorella 15, io ero una bimbetta lei era già formata. Nessuna delle due sapeva dove andava l’altra, che compiti avesse, quale partigiano incontrare, da quale capo prendere ordini, e nessuna conosceva i veri nomi dei partigiani. Mio padre ci diede due pasticche di cianuro involte in una piccola garza da nascondere nelle calze, ci disse che se ci avessero prese i tedeschi non dovevano prenderci vive perché ci avrebbero torturato e violentato. Un giorno mia sorella attraversò spavalda un posto di blocco, nelle bisacce ai lati della borsa aveva le bombe a mano. La fermarono e gli chiesero cosa avesse, e lei disse sicura ‘bombe a mano’! e la fecero passare… quella fu l’unica volta che mi ricordai di avere le pasticche nel calzino”.

Ma nel cassetto avevamo una sorpresa. La ciclabile è lunga 10 km, le targhe sono disseminate lungo 5,5 km, c’è spazio per altre dediche. Come sezione territoriale dell’Anpi allora avevamo deciso di intitolare idealmente altri due tratti di pista ad altre due donne della Resistenza romana, Lucia Ottobrini, scomparsa nel settembre scorso, e Carla Capponi, morta nel 2000, entrambe decorate al valor militare ed entrambe compagne di altri due partigiani romani, Mario Fiorentini e Rosario Bentivegna. Le ceneri di Capponi e Bentivegna sono state lasciate nel Tevere dalla figlia Elena, poiché era stata rifiutata loro la sepoltura al Cimitero acattolico di Roma, e come seconda scelta i due partigiani avevano indicato proprio il fiume della città. Ecco allora l’altro legame, il Tevere, che ha accolto le ceneri dei resistenti e che scorrerà per sempre accanto alle partigiane.
Ma c’è di più. Ottobrini e Capponi durante la Resistenza hanno spesso realizzato le azioni di guerriglia e sabotaggio assieme ad altre due donne, Musu e Regard, ed assieme a loro erano conosciute come le quattro ragazze dei Gap romani, i Gruppi di azione patriottica guidati da Antonello Trombadori, Carlo Salinari e Franco Calamandrei. Per questo abbiamo realizzato due pannelli biografici a imitazione di quelli ufficiali posizionati lungo la ciclabile, inaugurandoli con una bandiera dell’Anpi e riunendo ancora una volta le ragazze dei Gap.
Con questa iniziativa, che abbiamo intenzione di ripetere ogni anno, siamo sicuri di aver dato un segnale forte e di aver dimostrato che, anche in territori difficili, quando le associazioni ed i cittadini si mettono in sinergia su progetti condivisibili per la tutela della Memoria come bene pubblico, si può costruire un senso comune di civismo e rispetto, rispolverando quegli ‘anticorpi’ di cui c’è evidentemente ancora bisogno. Nel frattempo stiamo lavorando ad un’altra ‘pedalata’ questa volta ‘costituente’, sulla pista di Monte Mario dedicata a 7 delle 21 donne che hanno scritto la Costituzione.
Duccio Pedercini, Presidente della sezione ANPI Martiri de La Storta di Roma
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Pubblicato venerdì 20 Novembre 2015
Stampato il 01/10/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/una-pedalata-resistente-sulla-via-delle-partigiane/