Una delle manifestazioni del maggio scorso in favore del ddl Zan (Imagoeconomica)

In questo mese del Pride tutto particolare sento di dover ringraziare l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia per la coraggiosa e non scontata adesione alle decine di manifestazioni che in tutta Italia sono state organizzate per celebrare, a 52 anni dai moti di Stonewall, la lotta per i diritti e per sostenere la legge contro i crimini d’odio, di cui sono stato relatore alla Camera, ora in discussione a Palazzo Madama. Sono particolarmente felice di avere l’opportunità di scrivere queste righe sulla rivista dell’associazione per la grande vicinanza e sostegno che Anpi ha sempre dimostrato nel corso degli ultimi mesi in questa battaglia di civiltà che viene da lontano.

New York 1969. Nella notte tra il 27 e 28 giugno i moti dello Stonewall, dal nome di un bar nel cuore del West Village

Infatti, come accennavo, 52 anni fa, il 27 giugno 1969 scoppiarono i moti di Stonewall a New York, segnando di fatto la nascita del movimento contemporaneo per la rivendicazione dei diritti lgbt+: finalmente un gruppo di attivisti si oppose ai continui soprusi della polizia. Anche il movimento lgbt+ dunque nasce da una storia di resistenza.

Da quel momento in tutto il mondo, in particolare in Europa, sono stati raggiunti importanti obiettivi in termini di uguaglianza e contrasto alle discriminazioni. Tutti gli Stati fondatori dell’Unione Europea, ormai da decenni, si sono dotati di legislazioni contro l’odio omotransfobico, eccetto uno: l’Italia.

26 giugno 2021 mobilitazione per Ddl Zan (Imagoeconomica)

Non a caso nel nostro Paese si rileva un numero crescente di aggressioni a matrice omotransfobica. Da un lato perché la maggior visibilità e consapevolezza delle persone lgbt+ spinge le vittime a denunciare pubblicamente, spesso tramite i social, quanto subìto; dall’altro perché non c’è dubbio che una certa politica, affermando subdolamente per anni l’esistenza di cittadini di serie A e cittadini di serie B, abbia la responsabilità di aver creato un clima d’odio verso specifici gruppi sociali.

Milano, da uno degli eventi per il Pride 2021 (Imagoeconomica)

In questo senso il cosiddetto ddl Zan rappresenta il sesto tentativo, dopo cinque fallimenti dal 1996, di dotare anche il nostro ordinamento di una norma che finalmente contrasti odio, violenza e discriminazioni, dando alle vittime uno strumento per denunciare, alle forze dell’ordine e alla magistratura un mezzo per perseguire crimini odiosi che sviliscono il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione.

Proprio la Carta costituzionale affida alla Repubblica, all’articolo 3, il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Con questo spirito fu concepita e approvata la legge Reale-Mancino, cioè la legge che contrasta i crimini motivati da odio razziale, etnico, nazionale e religioso.

Il nostro obiettivo è quello di estendere questa norma, ai motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità delle vittime. Vogliamo, in altre parole, ampliare una legge che ha più di 40 anni e dunque è coperta da una giurisprudenza consolidata, anche costituzionale, che ne ha sempre ribadito la legittimità.

In questo senso appaiono molto spesso strumentali e in malafede le critiche di chi accusa il ddl di comprimere la libertà di espressione, mai peraltro mosse nei confronti della Reale-Mancino. Un esempio: un prete in chiesa sarà sempre libero di dire che un matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna. Ovviamente si tratta di una libera opinione, che io non condivido, ma è totalmente legittima. Altra cosa è augurare il rogo alle persone omosessuali. Quello è incitamento all’odio. Ci deve essere un bilanciamento tra la libertà di espressione e la tutela della dignità delle persone.

Alessandro Zan, autore dell’articolo,
è il relatore del disegno di legge contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo approvato dalla Camera nel novembre 2020 e ora in discussione al Senato

Per questa ragione ritengo infondati i timori, pur legittimi e degni di ascolto, del Vaticano che hanno portato alla nota dello scorso 17 giugno indirizzata al nostro governo. Così ho apprezzato le parole del Presidente Draghi che ha ribadito la laicità del nostro Stato, e la centralità del Parlamento: elementi fondanti della Repubblica, che derivano direttamente dalle macerie create dal totalitarismo fascista, conquistati dalla lotta di Liberazione partigiana.

Voglio qui, ancora una volta, ringraziare le iscritte e gli iscritti all’Anpi e il presidente Pagliarulo per lo straordinario e prezioso sostegno, che sarà ancor più necessario nelle prossime settimane per raggiungere questo obiettivo di civiltà.

Alessandro Zan, deputato, relatore del Ddl approvato alla Camera e ora in discussione al Senato