Ancora più che inaccettabile, è stato patetico il tentativo di uno dei tre consiglieri di centrodestra di Cogoleto, piccolo Comune ligure a ponente di Genova, che hanno pensato bene di votare il bilancio di previsione tendendo il braccio destro nel saluto romano, nel rivendicare “Io voto sempre così”. Perché quella seduta consiliare era stata convocata mercoledì 27 gennaio, Giorno della Memoria, e di questo si era parlato all’inizio dei lavori. Quindi, quando le immagini delle telecamere hanno ripreso i tre consiglieri – il leghista Francesco Biamonti, Valeria Amadei di Fratelli d’Italia e Mauro Siri, indipendente – alzare per più volte il braccio teso, è stato il sindaco Paolo Bruzzone, a capo di una giunta di centrosinistra, a prendere la parola per tutti, e stigmatizzare l’accaduto, rendendolo noto con un post su Facebook.
Nei giorni seguenti, dopo la scelta della Digos di Genova – che ha raccolto testimonianze e filmati – di denunciare i tre per violazione della legge Mancino, il cui articolo 2 punisce “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che incitano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, è stato aperto anche un fascicolo dalla Procura, mentre un’altra denuncia è stata sporta proprio dal sindaco Bruzzone a tutela del suo Comune.
E dal canto suo Carmen Perrotta, prefetto di Genova, ha incontrato il primo cittadino per acquisire tutte le informazioni per completare un procedimento in fase di istruttoria che potrebbe portare anche alla revoca dei tre consiglieri i quali, ha sostenuto da subito l’Anpi provinciale di Genova, per dispetto o stupidità hanno scelto la provocazione, rivelandosi non adeguati al loro ruolo: per questo il presidente Massimo Bisca ha chiesto le dimissioni dei tre esponenti del centrodestra.
Questa la cronaca dei fatti. Ma intorno cosa c’è? A caldo, la Lega ha sospeso il consigliere Biamonti, mentre il presidente della Giunta regionale ligure Giovanni Toti, leader di “Cambiamo” ha duramente stigmatizzato l’episodio, tanto più nel Giorno della Memoria. Dal canto suo il sindaco di Genova, Marco Bucci, a capo di una coalizione di centrodestra, ha atteso qualche giorno prima di condannare a sua volta, come ha fatto nel corso di un evento pubblico organizzato dall’Anpi provinciale nella sede comunale di Palazzo Tursi, nel centenario della nascita di Teresa Mattei, il gesto di quelli che ha definito tre besughi, termine ligure per definire degli stupidotti, e ripetendo ancora nei giorni seguenti in Consiglio comunale, che «La risposta migliore a episodi come quello di Cogoleto non sono i comunicati stampa, ma ricordare figure come quelle di Teresa Mattei e Umberto Terracini», eventi tenutisi entrambi nel palazzo comunale.
Però a queste parole non è seguito un ordine del giorno condiviso di condanna nella Sala Rossa del Consiglio genovese. Mentre una lettera aperta degli scout Agesci di Cogoleto sottolinea quanto i fatti siano «un sintomo preoccupante della liberalizzazione dell’odio e della banalizzazione del male che sta colpendo la nostra società», in consiglio regionale è slittata ad altra data, per l’opposizione della maggioranza di centrodestra che ha fatto mancare il suo sostegno, la discussione su un ordine del giorno unitario. Come ha segnalato il capogruppo Pd Luca Garibaldi, “Quelle firme mancanti sono una ferita che la Liguria e l’aula del Consiglio regionale non si meritano”. Ma è proprio da questo clima – condanna generica sul fatto puntuale, ma non così esplicita da prendere provvedimenti politici – che questo genere di comportamenti “nostalgici”, anche all’interno delle istituzioni, rischia di essere il terreno di coltura per una sottovalutazione dei gesti e degli effetti di questi atteggiamenti che la legge, invece, reprime, e la storia ha già condannato. In attesa delle decisioni giudiziarie e amministrative, l’Anpi provinciale di Genova (Cogoleto ricade nel territorio della città metropolitana) insieme alla locale sezione hanno annunciato una manifestazione, nel rispetto delle disposizioni anticovid, per sabato 13 febbraio nel piccolo centro rivierasco. All’iniziativa hanno già aderito sindacati, partiti della sinistra, associazioni come Libera e Arci, mentre l’associazione albenganese “Fischia il vento” ha a sua volta sporto una denuncia, aggiungendo il gesto simbolico del dono di 75190 semi di papavero – il numero impresso sulla pelle di Liliana Segre ad Auschwitz – al Comune di Cogoleto, per il progetto “Seminare memoria per raccogliere futuro”.
Pubblicato venerdì 5 Febbraio 2021
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