Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione vittime di Ustica. Si batte per la verità dall’anno della strage. Era il 27 giugno 1980, quando il Dc9 Itavia precipitò. Nei cieli di Ustica perse suo fratello (Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Il Ministro dell’Istruzione non vuole che soltanto l’Anpi parli di Resistenza nelle scuole, ma intanto non convoca il tavolo con le Associazioni di vittime del terrorismo, da anni funzionante presso i precedenti Governi. La Presidenza del Consiglio fa entrare nel Comitato Consultivo per l’attuazione della direttiva Renzi-Draghi per la desecretazione degli atti sulle Stragi, oltre alla Associazione dei parenti delle vittime di Ustica, che siedono in quel comitato dall’inizio dell’esperienza, una fantomatica associazione che ha per scopo sostenere la tesi della bomba sul DC9 Itavia.

Sopra, il relitto del Dc9 Itavia al Museo per la Memoria di Ustica; sotto, i primi soccorsi alla Stazione di Bologna

Si fa sempre più chiara nei fatti, dunque, l’operazione sempre più evidente delle destre di scardinare la verità su Ustica e, ancor di più, quella sulla stazione di Bologna del 2 agosto. Questo è il clima politico culturale che stiamo vivendo a opera di una destra scatenata nella riscrittura della storia!

Il presidente Giuliano Amato (Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Deve essere collocata in questo contesto l’intervista a Repubblica del presidente Amato, che suggerisce al nostro Governo di compiere passi ufficiali verso il presidente Macron per raggiungere la piena verità su Ustica. Non stiamo a chiederci “perché e per come” Amato parli oggi, ma apprezziamo nelle sue parole ancora un impegno per la verità sulla strage di Ustica e un monito a non lasciarci travolgere dalla volontà della destra di riscrivere la storia.

Non dobbiamo accettare che le parole di Amato, le affermazioni di Amato, vengano lasciate scivolare dal nostro Governo e dalla destra politica come le banali affermazioni di un cittadino comune. Giuliano Amato della vicenda di Ustica è stato un protagonista positivo: vogliamo ricordare che, quando nel 1986 mise a disposizione i fondi per il recupero del relitto del DC9 sprofondato nel Tirreno, compì un’azione politica positiva che soprattutto sferzava l’inerzia di una Magistratura ormai inefficiente o “preda” consapevole della tesi del cedimento strutturale.

Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi nel 2010 (Imagoeconomica, Daniele Scudieri)

E poi ricordiamo che il governo Amato, con Salvo Andò ministro della Difesa, si costituisce Parte Civile contro i militari indagati dal giudice Priore, nei primi anni Novanta. Anche questa è un’iniziativa di grande significato. In una situazione in cui tutto il sapere tecnico era in mano ai militari e veniva usato dall’Aereonautica esclusivamente a difesa dei propri imputati, si rompe una catena negativa per l’accertamento della verità. E da ultimo ricordiamo che le parole di Amato sono coerentemente “collegabili” alle dichiarazioni con le quali il Presidente emerito Cossiga ha fatto riaprire le indagini su Ustica, puntando il dito accusatore contro i francesi, responsabili dell’abbattimento del DC9 Itavia, in quello scenario di guerra aerea descritto dal giudice Priore come conseguenza del loro impegno contro Gheddafi e la politica libica nel centro Africa.

Tutto questo dobbiamo sempre averlo presente, mentre sono aperte le indagini su Ustica della Procura della Repubblica di Roma, che trova il grande ostacolo al conseguimento della verità nella scarsa e non sufficiente collaborazione internazionale.

Il presidente francese Emmanuel Macron con la presidente del Consiglio Meloni alle esequie del presidente emerito della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano

E la Francia – lo si può ben dire – è protagonista in primis di questa scarsa collaborazione: ricordiamo soltanto che per anni ha sostenuto che la base aerea di Solenzara, l’ultima base militare francese verso il sud, base ben vicina alla zona nella quale si è consumato il disastro di Ustica, era chiusa quel 27 giugno dalle 17 del pomeriggio, proprio come un bar nel periodo estivo.

C’è una operazione evidente della Destra alla quale rispondiamo ribadendo la nostra volontà di chiedere verità e giustizia per le Stragi che hanno insanguinato il nostro Paese e non smettiamo di pretendere che la scuola educhi ai valori dell’antifascismo e della democrazia e al rispetto per la Costituzione, continuiamo a studiare, a impegnarci nella ricerca storica, pretendiamo che ogni documentazione delle Amministrazioni dello Stato sia resa pubblica per non lasciare spazio a nessuna riscrittura della Destra.

Daria Bonfietti, presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica