Teresa Mattei, antifascista e partigiana diventò, a soli 25 anni, la più giovane delle “madri della Costituzione”. L’anniversario della nascita è stato celebrato con un manifesto.

Teresa Mattei nasce a Genova il 1° febbraio 1921. Educata all’antifascismo (il padre Ugo era un avvocato antifascista e dirigente del Partito d’azione), trascorre l’infanzia tra Varese e Milano, ma nel 1933 si trasferisce con la famiglia a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze. “Teresita” (questo il suo vero nome all’anagrafe, in onore della nonna) dà prova precocemente del suo carattere forte e determinato. Nel 1937, appena sedicenne, accetta di recarsi a Nizza per portare ai fratelli Rosselli, Carlo e Nello, una colletta raccolta da alcuni amici fiorentini; al ritorno, a Mantova, incontra don Primo Mazzolari per consegnargli alcuni messaggi, ma viene arrestata. Liberata grazie all’intervento del padre, Teresa non mostra alcuna intenzione di nascondere le sue convinzioni e di combattere per esse. Così nel 1938, frequentando il secondo anno del Liceo Michelangelo di Firenze, la contestazione a un’insegnante che elogia le leggi razziali le costa l’espulsione da tutte le scuole del Regno. Prenderà la maturità come privatista (su consiglio di Piero Calamandrei) e si iscriverà a Lettere e Filosofia, dove si laureerà nel 1944. Nel 1943 aderisce al Pci e partecipa alla Resistenza a Firenze con il nome di battaglia “Chicchi”: prima come staffetta – è impegnata altresì nella creazione dei Gruppi di difesa della donna, ma al termine della guerra di Liberazione è comandante di compagnia del Fronte della gioventù.

Il fratello Gianfranco, docente di chimica al Politecnico di Milano, iscritto al Pci dal 1942 ed esponente dei Gap di Roma dove si è nel frattempo trasferito, muore suicida nel carcere di via Tasso nel febbraio del ’44 per non rischiare di tradire i compagni sotto tortura. Nel viaggio per la Capitale, intrapreso dopo aver ricevuto la tragica notizia, Teresa viene catturata, imprigionata e violentata dai nazisti. Tornata in Toscana, organizza e prende parte agli scioperi del marzo dello stesso anno e partecipa all’organizzazione dell’attentato al filosofo Giovanni Gentile, di cui era stata allieva all’Università.

Alla fine della guerra, a soli 25 anni, è la più giovane rappresentante dell’Assemblea costituente, ove si impegna, tra l’altro, affinché nel secondo comma nell’articolo 3 relativo alla “completa uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge” venga aggiunta l’espressione “di fatto” («È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese»). Alle elezioni del 18 aprile 1948 decide tuttavia di non candidarsi, non avendo condiviso la scelta del Pci di inserire i Patti lateranensi nella Costituzione. Tra le fondatrici dell’Udi, con Teresa Noce e Rita Montagnana, è lei a introdurre la mimosa come simbolo della giornata della donna, l’8 marzo.

Nel 1955 Teresa Mattei viene espulsa dal Pci perché contraria allo stalinismo. A quel punto la più giovane delle 21 “madri della Costituzione” abbandona la scena politica. A Milano, dove era andata a vivere, si era occupata della Casa della Cultura con Rossana Rossanda. In coincidenza con la scelta di non impegnarsi più in politica, si trasferisce a Firenze con il secondo marito, Jacopo Muzio, dirigente comunista (il primo marito, Bruno Sanguinetti, che aveva sposato a Budapest nel 1948, era morto prematuramente due anni dopo). Tornata a Milano nel 1958, inizia a dedicarsi con grande assiduità ai problemi dell’infanzia. Già nel 1947 aveva fondato, insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la tutela morale del fanciullo; così, attenta all’impatto dei linguaggi audiovisivi sulle giovani generazioni, nel 1966 diviene presidente della Cooperativa Monte Olimpino a Como che, con Bruno Munari, Marcello Piccardo e altri, produce film nelle scuole realizzati dagli stessi bambini.

Tornata di nuovo in Toscana, a Pisa, nel 1986 fonda a Ponsacco la Lega per i diritti dei bambini alla comunicazione che promuove in tutto il mondo grandi campagne per la pace e la non violenza. Nel 1994, in occasione dell’invenzione della radio, lancia Radio Bambina: il progetto, diretto dal figlio Rocco Muzio, vedrà la messa in onda su emittenti locali, fino al 2000, di un palinsesto realizzato con i bambini e i ragazzi delle province di Pisa e Firenze.

È presente a Genova, nel luglio 2001, alle iniziative di contestazione al G8, e nel 2006 è impegnata nella (vittoriosa) battaglia referendaria animata dall’ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, contro le modifiche alla Costituzione. Nel 2005 è insignita dal Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, del titolo di Cavaliere di gran croce ordine al merito della Repubblica Italiana.

Muore a Usigliano (Pisa) il 12 marzo 2013, all’età di 92 anni: era l’ultima donna vivente fra i partecipanti all’Assemblea costituente.

Comitato provinciale Anpi Firenze