25 aprile a Milano. Oramai è più che una tradizione: è un impegno morale e civile e, assieme, una “giornata sociale” dove si va tutti, moglie e marito con il bimbo in carrozzina, dirigenti nazionali delle associazioni democratiche, ragazze e ragazzi di mezza Italia, uomini e donne di tutte le generazioni a cominciare dalla più antica, quella che, il 25 aprile 1945, c’era. E così sarà anche quest’anno: il lungo corteo, i comizi, lo “spirito repubblicano”, il “patriottismo costituzionale”, la memoria della Resistenza e della Liberazione, la grande festa. Si parla, naturalmente, della manifestazione nazionale
Ed ecco il programma: concentramento dei partecipanti al corteo lungo corso Venezia a partire dalle ore 14,00. Il corteo raggiungerà piazza Duomo percorrendo le vie del centro città. Ore 15,30, sul palco di piazza Duomo interverranno, dopo le parole iniziali di Roberto Cenati, Presidente del Comitato Permanente Antifascista, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano; Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI; Carmelo Barbagallo, Segretario generale della UIL; Awa Kane, migrante; Giuliano Banfi, Vicepresidente dell’ANED di Milano; Pietro Grasso, Presidente del Senato. Al termine della manifestazione il coro “Suoni e l’ANPI” intonerà Bella Ciao.
Ed ecco il documento predisposto dal Comitato permanente antifascista relativo alla manifestazione:
“La Costituzione, di cui quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dell’approvazione, è nata dalla Resistenza che è il fondamento storico dello Stato nel quale viviamo, della Repubblica, della democrazia in Italia. Tutti gli articoli della Costituzione rivelano la preoccupazione, sentita dai Costituenti, di non ricadere negli errori e nella vergogna provocati dall’avvento del fascismo nel nostro Paese. Ma dalla Costituzione emerge netta anche la volontà, l’impegno di trasformare il presente, di camminare nella direzione di un profondo cambiamento del Paese. A settant’anni di distanza dalla data della sua approvazione, la nostra Carta Costituzionale attende ancora di essere pienamente attuata nei suoi princìpi fondamentali. Siamo di fronte, nel nostro Paese, travagliato da una gravissima crisi economica, ad una pesantissima caduta dell’etica pubblica, al manifestarsi quasi quotidiano di fenomeni di corruzione. La conseguenza inevitabile di questa deriva è costituita dalla perdita di fiducia e dal diffondersi di un acuto disinteresse da parte dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica. Il distacco dei cittadini dalle istituzioni e dalla politica va affrontato con una profonda rigenerazione della politica che favorisca anche, in ogni forma, la partecipazione, che è il vero sale della democrazia. Al lavoro, valore fondante della Repubblica, deve essere restituito il suo ruolo e la sua dignità, eliminando il contrasto stridente tra i princìpi costituzionali e la durissima realtà del nostro Paese. I giovani, in particolare, avvertono drammaticamente il disagio di non poter accedere al mondo delle professioni, di dare dunque fattivo sviluppo alle proprie capacità in coerenza coi sacrifici messi in campo per studiare e ottenere competenze. Occorre ribadire ancora una volta che i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli di una democrazia fondata sulla rappresentanza, sulla partecipazione, sull’equilibrio dei poteri, sul rispetto della persona umana e della legalità, da parte di tutti”.
“Non è più tollerabile, inoltre che si ripetano, con sempre maggiore frequenza, nel nostro Paese, manifestazioni di movimenti neofascisti, antisemiti e xenofobi, in netto contrasto col principio di eguaglianza e col carattere antifascista della Costituzione repubblicana. Nella ricorrenza del settantaduesimo anniversario della Liberazione e del 70° anniversario dell’approvazione della Costituzione Repubblicana, dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali per cui tanti sacrifici sono stati compiuti dai Combattenti per la Libertà e a tradurre nella realtà i valori contenuti nella nostra Costituzione, consegnando ai giovani la speranza di un futuro migliore, in un’Italia libera e democratica e in un’Europa unita e sociale. Il nostro Continente attraversato da un pericoloso rifiorire di movimenti antisemiti, xenofobi e razzisti deve ritrovare lo spirito che fu, sessant’anni fa, all’origine della sottoscrizione dei Trattati di Roma in nome dei grandi ideali di pace, di libertà, di democrazia, ponendo al primo posto, il dovere della solidarietà e dell’accoglienza nei confronti delle centinaia di migliaia di esseri umani che fuggono dalle guerre e dalla fame e che cercano rifugio nei Paesi europei.
Pubblicato mercoledì 5 Aprile 2017
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