Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia verrà
sradicata dal mondo
e in cui ogni nostro
connazionale
sarà libero,
e in cui il vicino
non un diavolo, ma sarà un
amico.
France Prešeren (1800-1849)
Testo dell’inno sloveno

Lo spartito dell’inno sloveno (wikipedia)

Zdravljica, brindisi, è la poesia del poeta Prešeren dalla quale sono tratte le parole dell’inno nazionale sloveno. Un inno che celebra il valore dell’amicizia, uno dei pochi inni nazionali – se non l’unico – che non richiama alla grandezza del proprio passato, alla superiore civiltà, alla nobiltà della propria nazione: in definitiva un inno pacifico, con rimandi alla pace e alla fratellanza. Specialmente qui nel Collio, territorio a cavallo tra Italia e Slovenia, in un ambiente ricco di viti e d’uva, questo brindisi si presta in maniera particolare a un messaggio di pace. Non per nulla la prima immagine che rappresenta un brindisi risale a 5.000 anni fa ed è raffigurata nello stendardo di Ur per simboleggiare, appunto, la pace.

La firma del gemellaggio

È esattamente questa l’ottica con cui la sezione di Cividale del Friuli dell’Anpi ha sottoscritto, il 10 luglio scorso a Košbana, nel Collio sloveno, il patto di gemellaggio con Zzb-Nob di Medana, Dobrovo e Kojsko. A Košbana si è celebrato anche l’anniversario dell’elezione il 9 luglio 1944 dei rappresentanti dei Comitati popolari della nuova Jugoslavia alla presenza anche della missione inglese, rappresentata dal maggiore Vincent Hedley “Tucker”, e dei comandanti della Divisione partigiana italiana “Garibaldi-Natisone” Mario Fantini, “Sasso”, e Giovanni Padoan, “Vanni”.

Mario Fantini “Sasso”, al centro con la barba (anpiudine.org)

Zona di confine tra due popoli, e quindi di scambio, questa, ma che possiamo configurarci quasi come un’unica popolazione forgiata da secoli di convivenza pacifica, anche in base a quanto testimoniano i lunghi periodi di rapporti pacifici e di scambi avvenuti nell’intreccio delle storie lavorative e familiari. Certo, c’è stato anche il momento della contrapposizione e dello scontro voluto da coloro che, in nome di un’ipotetica superiorità, hanno tentato la distruzione di un popolo intero, hanno imposto l’assimilazione, in poche parole hanno usato i metodi del fascismo e del capitalismo. Ma è proprio in quel drammatico momento che si sono saldate, perché in gran parte coincidenti, le ragioni degli antifascisti italiani con quelle della comunità slovena terribilmente oppressa dal Regno d’Italia e poi ancora più atrocemente dal regime.

Un momento della manifestazione di Kožbana

Il patto di gemellaggio è stato firmato per la locale Anpi da chi scrive, dai presidenti Žarko Kodermac per Zzb-Nob di Dobrovo v Bridh, da Karlo Passoni per quella di Kojsko e da Žarko Cukjati per Medana. Ad accompagnare la cerimonia c’erano i ragazzi della scuola primaria di Dobrovo, il coro italiano femminile Multifariam di Ruda e il trio Veterani di Gorizia. A seguire un rinfresco ha mitigato la calura della giornata e allietato i presenti. Purtroppo, però, questo non basta ad allontanare quei venti di guerra che si fanno sentire nella nostra attualità e l’orrore della guerra che invade il nostro quotidiano. Ecco perché oltre all’affermazione di amicizia e di appello ai valori di pace vogliamo sottolineare l’impegno, sancito dal patto di gemellaggio, a utilizzare le differenze linguistiche e culturali come forza positiva per l’ulteriore crescita delle comunità di confine.

Il coro femminile Multifariem di Ruda (UD)

L’Anpi, sull’invio di armi all’Ucraina aggredita dalla Federazione Russa, ha una posizione diversa rispetto al nostro governo dimessosi pochi giorni fa e ad altri governi dei Paesi dell’Unione Europea, in virtù della ricerca della pace che deve avvenire, secondo noi, non con l’utilizzo delle armi ma principalmente con l’arma della diplomazia, proprio perché non dobbiamo dimenticare gli orrori che sono insiti in ogni guerra. Del resto l’Italia ha chiaramente espresso nella Costituzione, nata dalla Resistenza, il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, in ragione del fatto che il nostro Paese è stato aggressore e oppressore di altri popoli.

La locandina dell’evento

Dovrebbe allarmarci non poco il fatto che anche Germania e Giappone, le altre nazioni principali responsabili della tragedia della seconda guerra mondiale, stiano attuando sostanziosi programmi di riarmo. È doveroso quindi ricercare consenso ed esortare a mantenere l’impegno in ogni luogo contro la guerra e contro il fascismo che assume oggi nuove forme ma che è sempre caratterizzato da nazionalismo, prevaricazione, oppressione dei popoli e dei più deboli, dalla menzogna politica e dal precario equilibrio basato sulla forza distruttiva delle armi e di questo tipo di economia.

Luciano Marcolini Provenza, Anpi Cividale del Friuli