Rimane la memoria del più spaventoso massacro dei tantissimi perpetrati dai nazisti, quasi tutti con l’attiva complicità dei fascisti italiani. Nella compilazione degli elenchi delle persone da sterminare alle Fosse si distinse fra gli altri il famigerato Pietro Koch, capo della squadra speciale della polizia fascista di Roma, un criminale, autore di torture e omicidi efferati.
La mattina del 23 marzo di quest’anno, l’omaggio alle vittime durante la tradizionale cerimonia. Era presente il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Vicepresidente della Camera Valeria Fedeli, il ministro Pinotti, il Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, autorità militari, associazioni. C’era Claudio Maderloni, in rappresentanza dell’ANPI nazionale, commissario dell’ANPI di Roma. C’erano i sindaci dei Comuni della provincia e il Commissario Straordinario di Roma. C’erano i gonfaloni dei Comuni, il Medagliere dell’ANPI nazionale, una nutrita delegazione di studenti, i parenti delle vittime. Dal palco, poche parole da parte di Rosina Stame, figlia di Nicola – il tenore vittima anche lui della ferocia scatenata dai nazisti alle Fosse Ardeatine – a nome dell’Anfim, l’associazione nazionale delle famiglie italiane dei martiri per la Patria.
A questo link (FOSSE_ARDEATINE-interrogatorio Kappler e altri -PATRIA_n_4_2012) un articolo pubblicato su Patria indipendente (cartacea), il n° 4, del 22 aprile 2012, con il testo dell’interrogatorio di Herbert Kappler e di due suoi ufficiali da parte degli Alleati.
Pubblicato giovedì 24 Marzo 2016
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