Ad Asolo (TV), nel prestigioso teatro Eleonora Duse, il Gruppo alpini di Asolo e la Sezione Ana (Associazione nazionale alpini) di Treviso ha dato vita il 27 novembre scorso a un incontro sul tema “Gli Alpini nella Resistenza, 20 mesi per la libertà”. All’iniziativa, che ha avuto il pieno sostegno e il patrocinio della città di Asolo e ha visto la presenza del sindaco, sono stati invitati a partecipare e a portare un contributo di analisi l’Anpi di Treviso, l’Istresco, Istituto storico della Resistenza trevigiana, e il professor Marco Mondini. Era stato invitato anche il sindaco di Treviso, che non ha potuto partecipare per la concomitanza con il Consiglio comunale, ma ha voluto inviare un messaggio di partecipazione.
Non è stato un incontro celebrativo. L’iniziativa era incentrata sul ruolo e sul contributo che gli alpini hanno dato alla lotta di Liberazione del nostro Paese. Tutt’altro che un ricordo retorico. Dalla presentazione del tema e da quello che hanno proposto il relatore del Gruppo alpini di Asolo e il responsabile Ana della Sezione di Treviso, è emersa la volontà di indagare sulle radici della Resistenza. La relazione introduttiva ha messo in rilievo il contributo e le convinzioni che tanti giovani, alpini e non solo, mandati a combattere e a morire in Grecia, in Jugoslavia e nella terribile campagna di aggressione alla Unione Sovietica, maturarono contro la dittatura fascista e contro il nazismo.
Si è affermato senza giochi retorici che gli alpini non sono soltanto quelli della eroica difesa a Nikolajewka, mandati con le scarpe di cartone ad aggredire la Russia. Gli alpini, lì a Nikolajewka, in una eroica e tragica ritirata, hanno capito di essere stati usati come carne da cannone da Mussolini e di essere stati abbandonati e traditi dai nazisti.
Erano i ragazzi che dopo la tragica esperienza delle guerre di aggressione nazifasciste, l’8 settembre del 1943 si rifiutarono di aderire alla repubblichetta di Salò al servizio degli occupanti nazisti e scelsero in gran parte la clandestinità, la lotta partigiana. Erano i ragazzi con il cappello da alpino, magari senza la penna, che diedero vita in larga misura a tante formazioni partigiane e anche le guidarono; che pagarono anche con la vita partecipando alla lotta per affermare la libertà e la democrazia.
Erano i ragazzi che quando venivano arrestati dai nazifascisti, quando venivano torturati e uccisi, guardavano con disprezzo gli aguzzini fascisti. Erano i giovani di una nuova Italia che seppero sopportare la deportazione e l’internamento nei campi di lavoro dei nazisti, consapevoli di lottare per la libertà. Ragazzi che con il loro sacrificio ci hanno dato l’Italia nuova, democratica e antifascista.
Dalla serata è emersa una storia vera e priva di retorica sulla storia partigiana della provincia di Treviso. È emersa la volontà di affermare che gli alpini non vanno ricordati solo per Nikolajewka, come ha fatto l’attuale governo. Vanno ricordati soprattutto per il loro determinante contributo a rafforzare e a guidare le formazioni partigiane, a dare un apporto essenziale alle forze Alleate per liberare zone del centro Italia, per il contributo dato anche alla lotta dei partigiani jugoslavi.

Gli alpini sono quelli che hanno dato dei mitici comandanti partigiani, che guidarono formazioni gloriose di patrioti, come il tenente piemontese Nuto Revelli, reduce dalla campagna di Russia, o come il tenente Giovanbattista Bitto, nome di battaglia “Pagnoca”, reduce dalla campagna balcanica e, dopo l’8 settembre, comandante militare del Gruppo Brigate Vittorio Veneto e vice comandante della Divisione garibaldina Nino Nannetti, che ebbe base sull’altipiano del Cansiglio e operò tra le provincie di Belluno, Pordenone e Treviso.
La Nannetti fu tra le più importanti e gloriose formazioni partigiane del nord Italia. Anche Francesco Pesce, Milo, Comandante della Nannetti, era un militare che dopo l’8 settembre scelse la lotta partigiana. Che questo convegno sia stato promosso dall’Ana in provincia di Treviso, sia stato organizzato da una delle Ana più importanti e organizzate d’Italia è di per sé un fatto significativo.

Come ANPI abbiamo soprattutto tentato di legare la storia all’attualità e al presente, l’impegno contro le guerre e la corsa sfrenata agli armamenti sacrificando scuola, sanità, condizioni salariali. Per questo combatterono quei valorosi alpini scegliendo le formazioni partigiane. La Resistenza è stata essenziale per sconfiggere il nazifascismo e per dare all’Italia la possibilità, che non ebbe la Germania, di darsi la propria Costituzione. La Lotta partigiana di Liberazione non ha soltanto chiuso la pagina buia della dittatura fascista. Ha anche guardato oltre i limiti del vecchio liberalismo, che non seppe opporsi al fascismo, e che anzi, con il re di casa Savoia, gli agrari e la grande industria ne facilitò la presa del potere assoluto, favorì la repressione, le leggi razziali, le vergognose imprese coloniali e poi la guerra al fianco della Germania nazista. Questo hanno affermato gli alpini a Asolo.

Quei giovani, saldandosi con i gruppi di antifascisti che fin dagli anni Venti erano in clandestinità all’estero, o nelle prigioni fasciste, come Sandro Pertini, ci hanno dato la libertà. I giovani partigiani seppero unirsi con chi difese la Repubblica Spagnola tradita da Franco ed invasa da Hitler e Mussolini, come Luigi Longo, che fu tra i principali protagonisti della lotta partigiana. Furono patrioti come Il partigiano cattolico Enrico Mattei a darci la democrazia. Tutti insieme, donne come la partigiana Tina Anselmi, Gabriella, o la partigiana del Cansiglio Neda Azzalini, Mariska, questi, donne e uomini, sono quelli che ci hanno dato la Costituzione. L’iniziativa di Asolo ha avuto una vasta partecipazione di pubblico.
La serata è stata accompagnata dal coro Ana del Montello che ha cantato, dopo l’inno nazionale, diverse canzoni partigiane, sottolineando ancora una volta il legame tra alpini e Resistenza. Non poche canzoni della Resistenza sono canti alpini riadattati alla nuova condizione della lotta partigiana.
Oggi le strutture degli alpini sono presenti ovunque in una provincia come Treviso. Troviamo gli alpini davanti ai supermercati a raccogliere aiuti per chi ne ha bisogno. Sempre presenti in caso di alluvioni e calamità. Sempre pronti a partire. Ringrazio il Gruppo alpini di Asolo e l’Ana di Treviso per questa iniziativa di grande valore, volta non solo a fare chiarezza su una pagina importante della nostra storia, ma anche a restituire il giusto valore a chi ha contribuito a creare l’Italia nuova. L’Italia antifascista della Costituzione, l’Italia che “ripudia la guerra” come sta scritto nell’articolo 11 della Costituzione.
Giuliano Varnier, presidente provinciale ANPI Treviso
Pubblicato martedì 16 Dicembre 2025
Stampato il 16/12/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/i-gloriosi-mesi-nella-neve-lorgoglio-partigiano-degli-alpini/






