Novant’anni. Se n’è andato anche lui, poco più di tre anni dopo la sua amatissima Franca. Dario Fo era una figura così popolare, che può essere stucchevole ripercorrerne la vita e la straordinaria carriera. In questi giorni tutta la stampa, peraltro, ripercorre la biografia del giullare che diventò premio Nobel nel 1997. Inutile perciò ricordare la sua straordinaria versatilità artistica, il suo ininterrotto impegno politico-culturale, la sua clamorosa cacciata, con Franca, dalla Rai nel 1962 quando, da conduttore di Canzonissima, si permise di dar vita a scenette sulla mafia, sulle fabbriche e in particolare sugli incidenti sul lavoro. Il re era nudo. Occorre frettolosamente rivestirlo, e dunque estromettere l’arte quando attaccava il Potere. Dario Fo rimarrà un pilastro nella storia sociale e culturale del nostro Paese e in particolare nella storia del suo popolo, perché in tante circostanze Dario, di quel popolo, si era candidato a rappresentare la voce, novello Pasquino. Lo ricordiamo perciò in una forma semplice, serena, allegra, assieme ad un altro grande dell’ironia (e della canzone), Enzo Jannacci. Cantano “Ho visto un re”. Il testo è di Dario Fo, la musica di Paolo Ciarchi. L’anno è il 1968. Il tempo di una speranza di felicità.
Pubblicato giovedì 13 Ottobre 2016
Stampato il 10/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/il-giullare-del-popolo/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Un’intervista a Mario Tronco, fondatore dell’Orchestra di Piazza Vittorio. La storia, dal Flauto Magico alla Carmen. Artisti di 15 nazionalità e nessun finanziamento pubblico
Dacia Maraini presidente. Vastissimo programma di iniziativa in memoria del Poeta assassinato quarant’anni fa. Spettacoli e performance a Roma, Bologna, Casarsa della Delizia, Pordenone, Firenze, Ciampino
Progetto “Muri d’autore”. Salerno: per iniziativa della Fondazione Alfonso Gatto i muri del quartiere Fornelle affrescati con versi e disegni. Uno sguardo nuovo sul grande poeta scomparso nel 1976. Dall’arte povera come arredo urbano la valorizzazione della cultura nazionale
Ogni conflitto bellico porta un carico di morte con ricadute drammatiche dall’onda lunghissima anche sulle comunità locali di provenienza dei militari. La Grande Guerra e una storia vera finora sconosciuta, riemersa grazie allo studioso Girolamo Prandini. Accadde ben prima dei fatti che ispirarono il film di Spielberg: racconta il sacrificio di una famiglia di Roccafranca, nel Bresciano, territorio dove la stragrande maggioranza dei richiamati e dei Caduti sono stati poveri contadini “sotto padrone”
Le manovre politiche nella Regione governata dalla destra per cambiare la destinazione d’uso delle antiche “palafitte per la pesca”. L’obiettivo, contestano comitati cittadini, associazioni ambientaliste e per la tutela del patrimonio storico-culturale, Anpi locali, è permettere la trasformazione in ristoranti, aggirando le direttive europee. Le tipiche “le macchine di legno” nei ricordi dei vecchi pescatori
Dedicato a studenti e associazioni giovanili della Regione, che potranno scegliere di realizzare un elaborato tra prose, poesie, grafici, disegni, pitture, corti cinematografici, spot, canzoni. C’è tempo fino al 24 febbraio 2024. L’iniziativa è promossa da Cgil Campania, Anpi, Libera, Istituto Campano per la Storia della Resistenza, Arci, Legambiente, la rivista Infinitimondi e il Centro di Promozione Culturale Insieme. La premiazione il 25 aprile. Nell’articolo il bando
Calvino ha scritto: “l’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui”. Si chiama Gaza, credo. È il luogo del dolore
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