La scomparsa di Armando Cossutta. La preparazione della prima Festa nazionale a Casa Cervi. La “Nuova Stagione” del 2009. La Resistenza e il rapporto con i giovani
Armando Cossutta e l’ANPI. Un rapporto lungo, lungamente adorato e curato dal nostro che appena era possibile, tra gli innumerevoli impegni politico/partitici, non faceva mancare la sua sapienza, lo sguardo lungo, affettuosissimi abbracci di storia comune. Sono spesso destinatario di racconti, in questo senso, ben fissi in una larga memoria. E nel sottoscritto questa presenza ha fatto storia, un indimenticabile viaggio antifascista a partire da 8 anni fa. Arrivato in ANPI da circa un mese per ricoprire il ruolo di addetto stampa, mi accostavo alla quotidianità operativa di una struttura che conoscevo in piccola parte collaborando esternamente con Patria Indipendente. Ebbi così l’opportunità di sapere “con le mani” il cuore strategico dell’eredità antifascista e democratica.
Ebbene, un mattino mi arriva nel mio piccolo ufficio Armando. Anticipato da Marisa Ferro, storica assistente personale di Arrigo Boldrini (oggi componente della Segreteria Nazionale dell’Associazione), che gli faceva da “ciceronessa” avendo chiesto lui, e ovviamente ottenuto, un tavolo e una sedia per dare una mano all’ANPI in modo permanentemente fattivo. Ricordo che mi alzai di scatto e per tutta risposta ricevetti un …“un giovane, che bello, ma scusami ho interrotto il tuo lavoro”. Un giovane… 35 anni. Ma andava più che bene. Fu una sorta di ritardato ma invidiabilissimo battesimo di Liberazione. Da lì si innescò un entusiasmante stargli accanto, imparare strumenti e sentimenti di responsabilità, organizzare perfetti lanci d’ANPI.
Cossutta era un ammiraglio della memoria, aveva innato il senso di darle gambe e insinuarla tra le menti distratte e ignoranti. Durante i lavori di preparazione della Prima festa nazionale, che tenemmo a Casa Cervi, si immerse letteralmente nel fare, pieno di istanze e vene “familiari”, dei nostri giovani che avevano lanciato l’iniziativa sollecitati dalla fantastica Maria Cervi. Si intrattenne in tante occasioni con loro. Poi c’era il lavoro romano. E la sede nazionale dell’Associazione si trasformò in una vera e propria fabbrica politica. Si iniziava al mattino alle 8.30. Il piano dove Cossutta aveva il suo ufficio venne stordito dal frenetico passare di lettere, da telefonate, incontri. L’ossessione del nostro era rendere la festa un evento effettivamente nazionale. Ricordo con quanta passione alzava la cornetta per chiamare direttamente i direttori delle principali testate giornalistiche e chiedere una notizia, un pezzo, e di più, la partecipazione alla conferenza stampa. Fu un successo davvero straordinario. Non so se l’ANPI sia stata prima d’allora così pubblica. Ancora: anno 2009, avviammo la “Nuova stagione” dell’Associazione con l’intento di dar vita a Comitati in tutte le province d’Italia. Anche qui, un capolavoro. Lui e Luciano Guerzoni (allora segretario nazionale oggi Vice presidente Nazionale vicario): una incomparabile coppia fondativa. Riuscimmo in pochi mesi a ricoprire d’ANPI buona parte del Paese. I ricordi sono molteplici, afferrarli tutti e darne conto è un’operazione che richiederebbe secoli di testa e di carta. La battaglia contro il progetto di legge 1360 del governo Berlusconi che mirava ad equiparare partigiani e repubblichini di Salò; la manifestazione contro il razzismo che svolgemmo a Mirano (VE)… Ma tutto è riassumibile, collegabile col chiarissimo cuore del muoversi di quest’uomo: l’ANPI risorsa di civiltà e umanità per tutti gli italiani.
Armando Cossutta con Giancarlo Pajetta, Pietro Ingrao e Luigi Longo (da http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p3/2015/12/14/Italia/Foto/RitagliWeb/10292047-khHI–990×556@LaStampa.it.jpg)
E aveva ben nella coscienza e nella “navigata” grana politica della sua intelligenza che quel sogno poteva concretizzarsi solo nell’innesco di un rapporto limpido e responsabilmente attivo tra vecchie e nuove generazioni. Rispose così ad una domanda che gli fece Patria Indipendente nel corso di un’intervista pubblicata sul numero di aprile del 2008: “Non è un’impresa semplice la trasmissione della memoria, non è un semplice travaso da una generazione all’altra: si tratta di creare una solidarietà e una comunicazione fondate su un rispetto reciproco capace di confronto tra storie e biografie diverse. Ma si tratta di un compito appassionante che dà un senso sempre nuovo alla vita. L’apertura dell’ANPI all’impegno dei giovani darà la misura della nostra passione comune per una convivenza civile più giusta e più bella. Perché era questo che desideravamo quando abbiamo scelto la strada della Resistenza, e mi pare che sia questo il sogno dei giovani iscritti”.
Questo era Armando Cossutta. Questo ci mancherà infinitamente.
Pubblicato mercoledì 23 Dicembre 2015
Stampato il 05/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/lammiraglio-della-memoria-e-il-suo-amore-per-lanpi/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Il problema della scelta dopo il crollo dell’impalcatura burocratico-militare dello Stato. “In mezzo alla fuga del re, all’ignavia dei generali, alla protervia dei nazisti, ognuno fu costretto a riappropriarsi di quella pienezza della sovranità individuale alla quale si rinuncia ogni volta che si sottoscrive un patto di cittadinanza”
Settant’anni dopo il “concerto di Libertà” diretto da Arturo Toscanini. Smuraglia: a quel tempo un “atto politico” come oggi la nascita della Sezione del teatro. Gli applausi per Burattin e Fantini che suonarono nel 1946
I massimi vertici delle tartarughe frecciate nel Paese di Assad per “dialogare con le istituzioni governative e con gli amministratori locali”. Nel tour anche la partecipazione a trasmissioni tv. I dirigenti dell’organizzazione di estrema destra al rientro in Italia: “storico viaggio destinato a correggere scelte, errori ed equilibri messi in forte crisi dai precedenti governi”
Una ricostruzione storica delle cittadinanze onorarie conferite dai Comuni italiani a Benito Mussolini. Nell’avvicinarsi del centenario delle prime attribuzioni dopo la circolare Acerbo, a giugno in Terra di Lavoro e poi a Firenze, i mancati conti con la storia e il valore sempre più attuale della presa di distanza
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