Manifestazione del partito di estrema destra Fpö (https://i2.wp.com/effemeride.it/wp-content/uploads/2016/05/Austria-leader-estrema-destra-Renzi-e-Merkel-scafisti-di-Stato.jpg?fit=490%2C225&ssl=1)

Sono lontani i tempi in cui la piccola Austria teneva l’Europa col fiato sospeso per la scelta del presidente della Repubblica. Solo l’anno scorso infatti si svolse l’elezione – con un ruolo decisivo del voto postale – di Alexander Van der Bellen, un indipendente sostenuto dai Verdi, contro Norbert Hofer del partito di estrema destra Fpö.

Invece le elezioni legislative che si sono tenute lo scorso 15 ottobre hanno registrato una annunciata virata a destra. I popolari democristiani dell’Övp, guidati dal giovane leader Sebastian Kurz, hanno ottenuto la maggioranza confermando i sondaggi delle ultime settimane. Il partito di estrema destra Fpö è diventato il secondo partito, terzo il Partito socialdemocratico Spö del cancelliere uscente (mentre scriviamo manca la conferma ufficiale che avverrà dopo lo spoglio dei voti per corrispondenza, ndr).

Il voto per il rinnovo della Camera bassa del parlamento austriaco (Nationalrat) è stato anticipato dopo che la coalizione di governo – formata dai socialdemocratici dell’Spö e dai popolari democristiani dell’Övp – era entrata in crisi lo scorso maggio.

Il giovane leader dell’Övp Sebastian Kurz (da http://www.telegraph.co.uk/content/dam/news /2016/06/06/99876942_Sebastian_Kurz_FOREIGN-xlarge_trans_NvBQzQNjv4BqWqpbAtgKJyHaMBh- yZTXbcqYQBFhFDyVg3lDSboLEtY.jpg)

È stata una campagna elettorale piena di colpi bassi. Solo due settimane prima del voto il settimanale Profil ha svelato uno scandalo relativo a una serie di notizie false, diffuse attraverso alcune pagine Facebook, orchestrata dai consulenti del partito socialdemocratico del cancelliere uscente Christian Kern ai danni dell’avversario del partito popolare Kurz. L’Spö ha ingaggiato Tal Silberstein, un consulente israeliano noto per i suoi metodi poco ortodossi, che avrebbe dovuto fare sondaggi alternativi e creare gruppi di discussione e invece ha prodotto fake news anche di stampo antisemita per screditare il favorito Kurz.

Così il fatto che a innescare questo tipo di attacchi fosse il partito socialdemocratico, che ha sempre combattuto l’antisemitismo, ha scosso il Paese. Da lì è cominciato uno scambio di accuse tra i due partiti di governo che ha contribuito solo ad infiammare il clima politico: i media austriaci hanno parlato di “campagna del fango”.

Sul voto austriaco ha pesato inoltre la cosiddetta “crisi dei migranti” con elettori sempre più diffidenti e sospettosi verso i cittadini musulmani. I partiti di centrodestra e di destra hanno approfittato di questo momento storico per soffiare sul fuoco e proporre ricette dichiaratamente anti islam e anti immigrati. Il leader di estrema destra Heinz Christian Strache ha detto che finalmente «l’Fpö è arrivato al cuore della società austriaca» accusando in campagna elettorale il favorito Kurz di avergli copiato il programma politico.

Il leader di estrema destra Heinz Christian Strache (da https://cdnit2.img.sputniknews.com/images /261/35/2613521.jpg)

Sebastian Kurz – che, una volta nominato cancelliere, diventerà il più giovane capo di governo della storia europea e il più giovane leader mondiale – in effetti ha cercato di sottrarre voti a destra proprio parlando di minaccia islamica e prendendosi il merito della chiusura della cosiddetta “rotta dei Balcani”. Da giovane ministro degli esteri (fu nominato ad appena 28 anni) Kurz ha minacciato di schierare i carri armati al Brennero lungo la frontiera italiana, ha fatto approvare di recente una legge che vieta il burqa e, nei suoi discorsi, si è riferito alle “società parallele” che starebbero emergendo in Austria.

Questo voto, secondo molti analisti, ha radici asburgiche con il volto pulito e giovane proprio di Sebastian Kurz soprannominato Wunderwuzzi (bambino prodigio) per la rapidità della sua scalata politica. Il giovane viennese ha radicalmente cambiato l’immagine del partito popolare: dal colore nero è passato al turchese, si è presentato con una sua lista con il nome sul simbolo, usa molto i social e si è fatto sostenere da personaggi noti del mondo dello spettacolo e dello sport.

Secondo molti osservatori è probabile che si formi un governo tra popolari e liberali xenofobi, cioè con Kurz e Strache. Le ricette razziste e populiste proposte in campagna elettorale presto varcheranno la soglia del parlamento e si vedrà se l’Unione europea tenterà di far rispettare gli impegni della repubblica austriaca, non solo in tema di rifugiati.

Il malessere che ci consegna il voto austriaco rimanda alla mente altri scenari.

L’antisemitismo e il razzismo nei confronti dei cittadini di religione musulmana o richiedenti asilo che scappano dalle guerre, la paura di perdere l’identità cristiana, l’assottigliarsi del welfare favoriscono l’estrema destra.

Negli anni 30 del secolo scorso paure simili sfociarono nel periodo che diede inizio all’Anschluss hitleriana del 1938, quando l’Austria entrò a far parte del Terzo Reich. Hitler tenne un comizio con 200mila viennesi in delirio a Heldenplatz e da lì la storia proseguì con le persecuzioni, con la “notte dei cristalli” – in cui molte sinagoghe ed esercizi gestiti da ebrei vennero dati alle fiamme e 6.500 ebrei furono arrestati – con i ghetti e i campi di concentramento. Il populismo esasperato e la retorica che parla alla pancia di solito non portano a nulla di buono. Staremo a vedere se il giovane Kurz attuerà le politiche che ha promesso in campagna elettorale inseguendo l’estrema destra o rientrerà nei ranghi meno aggressivi dei popolari.

Antonella De Biasi, giornalista professionista freelance. Ha lavorato al settimanale La Rinascita della sinistra scrivendo di politica estera e società. Collabora con Linkiesta.it e si occupa di formazione giornalistica per ragazzi