Al congresso nazionale Anpi la prima giornata l’ha trascorsa al banco della presidenza, attenta a ogni intervento. Prima di lasciare la grande sala del Palacongressi di Riccione per tornare nella sua casa di Perugia, Mirella Alloisio, occhiali scuri e capelli rossi come sempre, prende il microfono. E sorride, questa ragazza di 96 anni (“ma io li dico sempre al contrario, così sono un po’ meno…” ironizza) mentre ringrazia Gianfranco Pagliarulo “di avermi fatto partecipare all’appuntamento perché in un momento come questo sentirmi partecipe dei tanti giovani e meno giovani che hanno protestato contro questa guerra, mi fa sentire più tranquilla nel senso che c’è chi continua la lotta che abbiamo fatto noi. Cioè che prima di tutto è stata una lotta per la pace”.

Perché Mirella, la partigiana “Rossella” – ma anche “Olga” e “Marika”, le identità dovevano cambiare velocemente – era a poco più di 17 anni responsabile della segreteria operativa clandestina del Cln Liguria: e a Genova, la città dov’è nata e dove ha abitato per tutta la giovinezza, portava nella cartella scolastica i documenti più importanti del vertice cospirativo. Non a caso è stata insignita della Croce di Guerra al Valor Militare; e per tutta la vita è stata ancora combattente, dalla parte delle donne.

Al congresso Anpi di Riccione, quando si parla della guerra in Ucraina anche lei ha da dire la sua. “Io penso alla leggerezza con cui il governo ha provveduto ad aumentare lo stanziamento per le armi e ho pensato ai tanti giovani, ragazze e ragazzi, miei compagni che sono morti per contrastare in ogni modo una politica di guerra – scandisce Mirella – E quando abbiamo vinto, quando la Resistenza ha vinto e abbiamo dato vita all’Assemblea costituente abbiamo proprio sostenuto che uno degli obiettivi era quello di costruire una società di pace e di libertà”.

Per questo la Costituzione, aggiunge, “stabilisce in modo inequivocabile che l’Italia ripudia la guerra come strumento di mediazione delle controversie internazionali. Ed è un verbo forte, perché chi l’ha scritta l’ha fatto per i giovani e i meno giovani che per anni durante fascismo e Resistenza hanno combattuto per libertà e pace”. E se è indiscutibile “la solidarietà con il popolo ucraino, non significa assolutamente che dobbiamo rifare una guerra. Basta!”. La voce della partigiana Mirella si alza: “La Resistenza non è stata fatta per divertimento. Sono morte tante ragazze e tanti ragazzi per stabilire un mondo di pace assoluta e costruttiva, un mondo dove il lavoro sia la forza dominante, il lavoro per tutti, e i giovani possano trovare una società dove l’obiettivo sia costruire e non distruggere”. Gli applausi sono tanti per questa indomabile ragazza che ringrazia sorridendo e, con qualche sostegno, lascia il palco. Ma il suo intervento – e soprattutto la sua figura – restano.