Nettuno, 25 marzo 2023. Nel piazzale antistante il Municipio la partecipata manifestazione antifascista

Sabato 25 marzo nel piazzale antistante il Municipio di Nettuno, cittadina a una cinquantina di chilometri a sud di Roma, si è svolta una manifestazione promossa dalla sezione Anpi di Anzio-Nettuno, sostenuta dal provinciale dei partigiani di Roma, da quello di Latina e da tante realtà che hanno a cuore i valori dell’antifascismo.

Contemporaneamente, una seconda manifestazione, promossa dal Fronte della Tradizione, apparentemente priva di esplicito assenso ufficiale delle istituzioni preposte, si è tenuta al Campo della Memoria, il cimitero militare dedicato ai marò del battaglione Babarigo e ad altri combattenti della Rsi, morti nel 1944 durante il tentativo di contrastare lo sbarco delle forze alleate anglo-americane sulle coste del litorale laziale.

Ecco perché nonostante sarebbe bello poter qui raccontare l’atmosfera di solidarietà e antifascismo che ha preso vita tra il palazzo municipale e il porto di Nettuno, riferendo dei numerosissimi interventi tra le bandiere al vento, ci premeva maggiormente domandarci il perché della scelta di scendere in piazza.

Nettuno, città Medaglia d’Oro al Merito Civile per il contributo della popolazione alla Resistenza, 25 marzo 2023. Associazioni, sindacati e partiti insieme per riaffermare i valori antifascisti sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana

Come ben si può intuire, infatti, la prima manifestazione è stata indetta in risposta alla seconda, con una doverosa chiamata ai valori della Costituzione scaturita dal diffondersi della notizia di celebrazioni dallo stampo nostalgico.

“Apprendiamo che il prossimo 25 marzo presso il Campo della Memoria di Nettuno – recitava l’appello lanciato il 22 marzo dall’Anpi provinciale di Roma insieme alle sezioni  “M. Abruzzese e V. Mallozzi” di Anzio-Nettuno – si svolgerà una iniziativa per commemorare l’anniversario del 23 marzo 1919, data in cui vennero fondati da Benito Mussolini i Fasci di Combattimento. Riteniamo inaccettabile che venga concessa l’autorizzazione a svolgere tale manifestazione rievocativa del fascismo e chiediamo alle autorità competenti di intervenire per impedirla e perseguire i promotori in base alla legge Scelba che punisce le esaltazioni di esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo. Nettuno, città Medaglia d’Oro al Merito Civile per le sofferenze subite dalla popolazione durante l’occupazione nazifascista e per il contributo dato alla Lotta di Liberazione non deve e non può essere teatro di simili manifestazioni”.

Eppure la commemorazione nostalgica c’è stata, e sembrerebbe in aperta violazione della legge. Possibile? Per cercare di capirne di più abbiamo cercato comunicati e materiali divulgati da chi dava appuntamento al Campo della Memoria. Ed ecco cosa abbiamo scoperto.

Sul sito che solitamente ospita le comunicazioni del Fronte della Tradizione e del Coordinamento promotore delle commemorazioni ci siamo imbattuti in un “Ooops… Errore 404. Ci dispiace, ma la pagina che stai cercando non esiste. Dunque niente comunicato originale. Come mai?

Per fortuna ci è venuto in supporto un prezioso strumento, la Wayback Machine, un archivio internet che passa al setaccio tutti i siti presenti nel world wide web fotografandoli a una precisa data e ora, conservando e rendendo disponibili di conseguenza preziose informazioni che altrimenti andrebbero perdute.

Quindi con una semplice ricerca è riemerso un comunicato pubblicato da azionetradizionale.com, archiviato in data 4 febbraio 2023, alle ore 11:40:21. Questo il testo: Sabato 25 marzo ci vediamo al Campo della Memoria di Nettuno (RM) per onorare con una commemorazione l’anniversario del 23 marzo. L’occasione sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent’anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano. La memoria si onora con l’azione!”.

Dunque la commemorazione era dedicata in prima battuta a una data precisa, il 23 di marzo, e anche, quasi con l’occasione, al trentennale del Campo. Scritto nero, è il caso di dire, su bianco.

L’ultimo snapshot disponibile del sito è datato 15 marzo 2023, ore 00:36:03, data in cui il blogpost è ancora presente e la cui locandina appare come banner in home page e mantiene il collegamento con la pagina del 4 febbraio.

Cosa desideravano commemorare dunque il 23 marzo queste persone? Ciò che denunciavano l’Anpi provinciale di Roma e le sezioni del territorio, oppure un’altra ricorrenza comunque legata allo sbarco del 1944? Chi appartiene alle nuove generazioni può non saperlo, non avere avuto l’opportunità di studiarlo a scuola, dove i programmi dei corsi di storia non sempre riescono ad arrivare al Novecento.

Di sicuro però non il trentennale del campo della memoria, inaugurato il 28 marzo 1993, e neppure il settantanovesimo della caduta di ragazzi impegnati nello scontro con le truppe anglo-americane, dato che lo sbarco è avvenuto nella notte del 21 e 22 gennaio 1944, nonostante la battaglia sia proseguita per mesi. Di nuova la stessa domanda, è accaduto qualcosa a Nettuno il 23 marzo, legato alle vicende belliche?

Una prima risposta era espressa candidamente in un post del 22 marzo dalla pagina social “Passo dopo Passo-Morlupo” che rilanciava la notizia dell’evento. Inoltre proprio sul sito del Fronte della Tradizione un vecchio post blog dal titolo “Nettuno: Campo della Memoria, 23 /04/2014 – Nell’anniversario dei Fasci di Combattimento” esplicitava le intenzioni commemorative legate alla data del 23 marzo in occasione di un raduno che nove anni fa aveva avuto luogo con le medesime dinamiche.

Semplicemente il 23 marzo è l’anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento nel 1919.

Campo della Memoria, immagini di repertorio

In altre parole, appare chiaro che l’intento fosse proprio quello di celebrare una ricorrenza a tutti gli effetti illecita per le leggi italiane e pure per la Corte europea dei diritti dell’uomo come spiegava bene l’avvocato Emilio Ricci in occasione del corteo previsto a Predappio nell’ottobre del 2018.

Allora si pone un’altra domanda: come mai l’evento non è stato fermato? Continuiamo a cercare sul web.

La Gestione commissariale del Comune di Nettuno il 21 marzo comunica alla stampa e posta sulla pagina Facebook che non si è dato seguito alla lettera di richiesta pervenuta dall’associazione promotrice, indirizzandola a chiedere l’autorizzazione, direttamente al ministero della Difesa.

Il Commissario Straordinario diffonde alla stampa anche la lettera di risposta all’Anpi nazionale, inviata per conoscenza anche al ministero dell’Interno, alla prefettura e alla Difesa.

In effetti dovendosi tenere la manifestazione in un cimitero militare e trattandosi di rendere omaggio a dei soldati Caduti, il dicastero è competente con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti della custodia, gestione e valorizzazione dei Sepolcreti e Zone Monumentali, in Italia e all’estero. Precisiamo che il Campo della Memoria di Nettuno è sì un sacrario riconosciuto dal dicastero di via XX settembre a partire dal 1999, ma non è di proprietà dello Stato, si tratta infatti di un luogo privato, pur aperto al pubblico, però il ministero secondo l’art. 30, D.lgs. n.33/2013, tramite il Commissariato Generale, “oltre a tutelare i resti dei Caduti ivi tumulati, può contribuire alle spese di manutenzione e custodia delle sepolture presenti con lo strumento della convenzione”.

Infine la manifestazione al Campo della Memoria ha incassato dalla Difesa un ni: si sarebbe potuta svolgere senza però celebrare una messa e in assenza di labari militari. E così è stato. Va aggiunto tuttavia che alcuni giornalisti hanno lamentato il divieto di accedere al Campo per dare conto di quanto si svolgeva all’interno.

È possibile quindi ipotizzare che all’alba della manifestazione gli organizzatori abbiano ridimensionato le parole del comunicato, nascondendo l’originale per evitare di incorrere in un secco no da parte delle autorità competenti, oppure contavano sulla impossibilità di accertare l’originale natura dell’evento? È comprensibile che la nebbia generata da diversi comunicati disseminati tramite canali di diversa natura, più o meno ufficiali, abbia contribuito a eludere le leggi italiane?

Alla luce di questi fatti ci chiediamo se in Italia sia sufficiente lanciare il sasso e nascondere la mano per poter svolgere manifestazioni di stampo nostalgico in forte antitesi con i valori antifascisti sanciti nella Costituzione. Ci auspichiamo maggiore oculatezza per il futuro, soprattutto quando mala tempora currunt.

Andrea Greco