Un’immagine del corteo dello scorso anno a Predappio (da https://immagini.quotidiano.net/url=http://p1014p. quotidiano.net:80/polopoly_fs/1.3498038.1509309325!/ httpImage/image.JPG_gen/derivatives/gallery_800/ image.JPG&h=495&pos =top&w= 626&mode=clip

“Celebrare la marcia su Roma e Benito Mussolini vuol dire celebrare il fascismo. Consentire la celebrazione della marcia su Roma e di Mussolini significa disattendere e violare il dettato della Costituzione”. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con una lettera firmata dal vicepresidente Emilio Ricci ha chiesto al prefetto e al questore di Forlì-Cesena ed anche al sindaco di Predappio, l’espresso divieto della commemorazione della marcia su Roma il 28 ottobre prossimo a Predappio.

Lo scorso anno nella cittadina romagnola erano giunti in 3mila. Camicie nere e mani tese nel saluto fascista, arrivate con pullman e auto da tutta Italia nella località natale di Mussolini e che ne ospita la tomba. Organizzati da Forza nuova e Arditi di Romagna, hanno sfilato in corteo da piazza Sant’Antonio al cimitero di San Cassiano. Indisturbati, eppure non avevano alcuna autorizzazione. Scrive il vicepresidente Ricci: “Ogni anno, in questa occasione, assistiamo a un corteo di camerati in camicia nera che espongono simboli dell’odio (svastiche, fasci littori o celtica) e porgono, con fare osannante, il saluto romano al sacrario di Benito Mussolini”. Non solo:“Ulteriore aggravante è rappresentata dal fatto che i manifestanti non chiedono l’autorizzazione alle autorità competenti e di fatto ogni volta questa celebrazione viene tollerata”. L’Anpi – prosegue il vicepresidente dell’Associazione dei partigiani –si è sempre opposta e ha sempre denunciato tali manifestazioni. La gravità e illiceità dell’evento è così evidente che non può essere taciuta.

La copertina della pagina Facebook dell’Anpi

Emilio Ricci, avvocato, che ha ricevuto il mandato di rappresentare nella sua richiesta l’Anpi tutta, “in persona della presidente Carla Nespolo, spiega: “ La legge Scelba e la legge Mancino sanzionano in maniera anche penalmente rilevante l’apologia del fascismo quando apologia vuol dire esaltazione del regime, esaltazione dei principi, delle figure che al fascismo hanno fatto riferimento. L’art. 4 l. 20 giugno 1952, n. 645, infatti, punisce «chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo».

Consentire che una manifestazione di tal genere abbia luogo costituirebbe apologia del fascismo.

Né si può affermare che vietando la celebrazione si neghino le libertà costituzionalmente tutelate come quella di riunione e di manifestazione del pensiero”.

Infatti, illustra Ricci:

“La Corte europea dei diritti dell’uomo, con una sentenza del 2015, visto l’art. 10 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, ha espresso il principio per cui taluni diritti si possano anche comprimere nel momento in cui questi non sono conformi a quelli che sono i principi generali dell’ordinamento costituzionale dei vari Paesi.

Da https://o.aolcdn.com/images/dims3/GLOB/legacy_ thumbnail/630×315/format/jpg/quality/85/http%3A%2F% 2Fi.huffpost.com%2Fgen%2F829373%2Fimages%2Fs- RADUNO-PREDAPPIO-large640.jpg

Allo stesso tempo, la celebrazione della marcia sua Roma integrerebbe altresì gli estremi del reato di apologia di delitto, di cui all’art. 414 comma 3 c.p. La giurisprudenza di legittimità, infatti, ha affermato che l’elemento oggettivo di tale fattispecie «consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali» (Cass., sez. I, 17 novembre 1997, Gizzo, in C.e.d. Cass. n. 209140). Poiché è indubitabile che la figura di Mussolini rievochi ed esalti i metodi fascisti, la sua celebrazione è certamente interpretabile come apologia dei reati commessi nel ventennio fascista.

Inoltre, in considerazione dell’evento programmato, si possono profilare altresì gli estremi del reato di cui all’art. 2 d.l. 26 aprile 1993, n. 122 (con riferimento all’art. 3 l. 13 ottobre 1975, n. 654). La norma, infatti, punisce «chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi» che abbiano tra i loro scopi «l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali o etnici». Essendo indiscutibile che il fascismo era fondato sull’odio razziale, celebrare un suo esponente nell’ambito di un evento pubblico integra la fattispecie in parola”.

Conclude la lettera, il vicepresidente Ricci: “Alla luce di quanto esposto-– si invita l’Ill.mo Prefetto a vietare la celebrazione dell’anniversario della marcia su Roma a Predappio il 28.10.2018 in quanto illecita e illegittima”.

Il testo completo può essere letto anche su anpi.it all’indirizzo e un consistente estratto su Repubblica.it.