La Morte Nera, dal film Guerre Stellari

Sovranità/Prima gli italiani, un marchio e uno slogan registrati. Così CasaPound Italia si prepara alle prossime elezioni amministrative, nonostante sarà lo stemma con la tartaruga frecciata a comparire sulle schede il prossimo 11 giugno. Finora, secondo gli annunci, in almeno dieci capoluoghi e in decine di comuni dal Nord al meridione. Forti del 6,67% raggiunto a Bolzano lo scorso anno, infatti, “i fascisti del terzo millennio” sono pronti a correre da soli, snobbando il trampolino di altre liste di destra, ultra destra e civiche, che finora ha loro consentito di presentare candidati e ottenere eletti nelle istituzioni locali.

I consiglieri comunali di CasaPound a Bolzano in tenuta da spiaggia

Che sarà una lotta dura per conquistare ogni voto lo si capisce dalle dichiarazioni del vicepresidente nazionale del partito, Simone Di Stefano: “Siamo pronti a portare in tribunale chiunque sfrutti le nostre tradizionali parole d’ordine, si chiamino Salvini, Meloni o Storace”. Se infatti il numero uno della Lega, ex alleata di CasaPound, sembra acquisire crescente popolarità in nome della “difesa dell’identità nazionale” e del “no all’immigrazione”, si guarda con diffidenza anche al nascente fermento all’interno dell’area “nera”. Gli ex missini, per esempio, con il Movimento Nazionale per la Sovranità, nato lo scorso febbraio dalla fusione di La Destra, di Storace, e Azione Nazionale, di Alemanno. La formazione ha ripristinato nel simbolo la fiamma tricolore e ha debuttato in piazza a Roma il 25 marzo, in occasione delle manifestazioni contro il 60° dei Trattati di Roma, sfilando insieme a Forza Nuova. Con in campo la sigla che più di ogni altra contende il terreno alle tartarughe frecciate per intercettare a destra l’ondata anti-establishment, la battaglia per acquisire consensi non può essere combattuta solo a colpi di carte bollate.

Ecco, dunque, l’uso sempre più sfacciato della retorica della “vecchia guardia” fascista, strizzando l’occhio alla difesa della razza. Preservare quella italica, dunque, con la capillare campagna avviata per una legge di iniziativa popolare sul Reddito nazionale di natalità (“500 euro al mese per i bambini figli di genitori italiani di cui almeno uno italiano a sua volta”) e la bella mostra di icone del Ventennio. L’aquila ad ali spiegate è stata utilizzata nel facile gioco di promozione della manifestazione nazionale che, sempre il 25 marzo, ha richiamato nella città abruzzese colpita nel 2009 dal terremoto centinaia di militanti di CasaPound da tutto il Paese. Dopo la marcia, CPI (CasaPound Italia) ha presentato ufficialmente il candidato sindaco del capoluogo, una giovane donna: Claudia Pagliariccio, trentaseienne, unica rappresentante di genere femminile scelta per ambire, nelle amministrative, alla fascia di primo cittadino. Nelle altre località, il primato è rigorosamente maschile. Una casa e un lavoro per tutti, se italiani ovviamente, il comun denominatore dei programmi ai quali si unisce in alcuni casi, come a Pistoia, l’impegno di Lorenzo Berti, 33 anni, per far uscire il Comune dal progetto di accoglienza Sprar. Sono giovani per lo più i canditati sindaco di CasaPound: a Lucca ha il volto di Fabio Barsanti, 35 anni con due decenni di attività nel volontariato: “siamo forti per il lavoro portato avanti sul territorio”. Ovviamente si è ben guardato dal ricordare le aggressioni, le azioni squadristiche, gli agguati a operai di ex esponenti di CasaPound dai quali i vertici hanno dovuto prendere le distanze. Ha 28 anni e fa l’operaio, Fabio Corbeddu il cuneese candidato alla Granda. Più attempato Maurizio Meridi, classe 1956, scelto a Padova. Il suo curriculum “nero” è di tutto rispetto: già attivista nel Fronte della Gioventù è passato a CasaPound e ora promette, se eletto, una ricetta per una “Padova rivoluzionaria” attraverso “una nuova interpretazione delle funzioni del sindaco e del Municipio”.

 

A Verona il candidato del partito di Iannone e Di Stefano è stato soffiato a Forza Nuova: è Roberto Bussinello, avvocato penalista, già seguace di Roberto Fiore e divenuto noto per le parole di elogio nei confronti di Erick Priebke, l’ex capitano delle SS, tra responsabili dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Chissà se nei suoi sogni inconfessati c’è la possibilità di partecipare, in qualità di rappresentante dell’istituzione locale, a qualche commemorazione della RSI nella città che processò e condannò a morte il genero di Mussolini. Un precedente c’è, freschissimo, in Lombardia, provincia di Varese: lo scorso 26 marzo nel cimitero di Somma Lombardo, davanti al monumento dedicato ai caduti repubblichini si sono fatti ritrarre con la fascia tricolore ben sette sindaci della zona insieme a membri delle associazioni nazionali degli Alpini, dei Paracadutisti e dei Carabinieri. Non proprio un bell’esempio in un territorio balzato agli onori delle cronache e che ha messo al lavoro due Procure della Repubblica. Il caso è quello di Do.Ra., la comunità di neonazi indagata per apologia di fascismo e odio razziale e che ha chiesto di processare l’ANPI per crimini di guerra.

A Mantova intanto è intervenuta la Digos per l’affissione davanti ad alcune scuole di decine di manifesti con il logo del movimento-partito e la scritta “basta feccia”. Si tratta di una citazione del bolzanino consigliere di CPI, Andrea Bonazza, un passato nel Fronte della Gioventù, colui che si è presentato in Aula e ha preso la parola indossando una felpa con la scritta Charlemagne, cioè un richiamo alla Waffen-Grenadier-Division der SS, la divisione nazista francese.

Sant’Arpino, il saluto fascista dei bambini (da http://www.ilmattino.it/photos/MED/36/73/2343673_saluto_fascista.jpg)

Non sembra invece, al momento, aver destato l’interesse di polizia e magistratura la rievocazione dell’epoca fascista realizzata a Sant’Arpino, nel casertano, durante le Giornate di primavera promosse dal FAI. Eppure hanno suscitato l’indignazione di molti cittadini democratici gli scatti, girati sui social, del saluto romano col quale sono stati ritratti i bambini delle primarie dell’istituto comprensivo De Amicis, aiutati dagli studenti più grandi del liceo classico Cirillo di Aversa. “Rievocare non vuol dire propagandare”, si son difesi sindaco e insegnanti. Di questo passo potrebbe non sorprendere la scelta di farsi riprendere col braccio teso e poi postare la foto su Facebook di un gruppo di ragazze. Un modo consono per festeggiare la laurea all’Università salernitana di Fisciano di una loro amica (con tesi sull’economia corporativa). Di fatto se la legge Scelba proibisce simili esternazioni, la giurisprudenza non è stata altrettanto univoca nei suoi pronunciamenti. “Hanno compiuto gesti rituali del disciolto partito fascista, ma non è chiaro se il loro comportamento abbia superato il confine della commemorazione” scrisse la Corte d’Appello di Milano nel 2015 in merito a un procedimento che vedeva coinvolti esponenti di CasaPound durante la commemorazione di tre neofascisti: Ramelli, Pedenovi e Borsani.

E CasaPound non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per il fascismo, i suoi esponenti sfoggiano volentieri tatuaggi e saluti romani non appena si presenta l’opportunità. Tirano dritto, in un gioco al rilancio, le tartarughe frecciate. A La Spezia, presentando il candidato Cesare Buzzi Alieti, avvocato, il portavoce di CasaPound ha affermato: “Se siamo fascisti? Non abbiamo mai temuto la definizione. Ora vogliamo vedercela da soli”. Anche in Puglia, a Lecce, CPI ha presentato il candidato sindaco per le comunali: Matteo Centonze, 29 anni. Lì però dovranno vedersela con altre liste. Spulciando sui profili social di candidati alternativi, l’ANPI ha scoperto condivisioni a post di icone dell’ideologia nazista e immagini di Hitler. Insomma, pare essere in atto una gara per contendersi l’eredità di cotanti padri. E nella speranza di veder moltiplicate le enclave nere, si aumentano le presenze in piazza.

Matteo Centonze, candidato sindaco di Lecce per CasaPound (da http://www.trnews.it/wp-content/uploads/2017/03/P_20170321_103351_1-e1490104173954.jpg)

Forza Nuova, soprattutto, non ci sta a vedersi sottrarre la ribalta nazionale. Seppur speculare ai contendenti, per distinguersi calca in particolare sulla sua vocazione cattolica. L’anno scorso è riuscita a mantenere posizioni e rappresentanti in piccoli o piccolissimi centri e adesso tenta di fare un passo avanti presentando un suo candidato a Piacenza, un altro avvocato: Emanuele Solari (nella vicina Parma, è CasaPound con Emanuele Bacchieri ad avere un candidato). Il partito di Roberto Fiore ha dato il via alle “passeggiate per la sicurezza” in numerose città italiane – in altri termini, organizzano ronde – e a Trento hanno chiesto e ottenuto per il 15 aprile, vigilia di Pasqua, una sala comunale per presentare a Palazzo Thun un libro sponsorizzato da Ordine Futuro. Nel frattempo a Roma, la magistratura ha appena chiuso le indagini per almeno una cinquantina di raid commessi tra il 2013 e il 2015 contro la comunità bengalese: la bella manciata di indagati per violenza, incitamento all’odio razziale, detenzione di armi fino alla violenza sessuale sono tutti adepti di FN. La mossa di CasaPound è stata quella di presentare un suo esponente candidato sindaco proprio a Grottaferrata, Castelli romani, per decenni feudo esclusivo di Maurizio Boccacci, originario di Verona e leader di Militia Christi.

In questo quadro di spietata concorrenza a destra, impallidisce il ritorno, dopo quarant’anni, dei Campi Hobbit, programmati dai discepoli di Rauti a fine giugno prossimo a Montesarchio, Benevento.

Infatti per rimarcare il suo primato e mirando a divenire l’esclusivo privilegiato riferimento dell’ultradestra, non solo nel Paese ma anche in Europa, CasaPound Italia ha ufficializzato la “Fratellanza” con Hogar Social Madrid (hogar in spagnolo vuol dire focolare). A volare nella capitale spagnola, per suggellare il gemellaggio con il movimento fondato nel 2014, c’erano Fabrizio Montanini (Circolo Futurista) Sebasteine Boëldieu (responsabile relazioni internazionali CPI) e Andrea Bonazza, proprio il consigliere comunale di Bolzano. D’altra parte il modello centro sociale originario di CasaPound sembra spopolare in terra iberica. Nonostante gli sgomberi, le occupazioni di edifici pubblici si susseguono incessantemente. Il capo è una donna, Melisa Ruiz Dominguez, 28enne studentessa universitaria che rifiuta ogni accostamento con Marie Le Pen (“ci piace di più Alba Dorata”). I neonazi spagnoli si definiscono “patrioti” e lo scorso anno, a marzo, dopo gli attentati di Bruxelles, hanno manifestato lanciando bombe carta contro la più grande moschea di Madrid. In seguito HSM ha avviato la campagna “Hetropatriarcad” contro “l’ideologia di genere”. Per di più sulle orme italiane hanno avviato una campagna di distribuzione di cibo esclusivamente destinato a cittadini spagnoli indigenti. Parole d’ordine: “Difendi la Spagna, difendi la tua gente”.

Per i nuovi fascisti, le amministrative in Italia saranno solo un assaggio.