Luciano Guerzoni era un dirigente di primissimo piano conosciuto, stimato e amato dalle compagne e dai compagni dell’ANPI.
È scomparso il 10 agosto. Il 14 a Modena si sono svolte le esequie. Carla Nespolo, Vice Presidente nazionale dell’ANPI, in un salone gremitissimo, ha svolto l’orazione funebre.
Ne pubblichiamo il testo non solo perché raccoglie con grande cura gli aspetti essenziali della vita e dell’impegno politico e istituzionale di Luciano, ma anche perché descrive l’umanità di un dirigente che univa al rigore intellettuale e a una naturale riservatezza delle rare doti di cortesia, delicatezza e sensibilità unite ad una vasta cultura umanistica.
L’ANPI saluta oggi, con affetto e dolore, il suo Vice Presidente Vicario: Luciano Guerzoni.
È il saluto che, per mio tramite, rivolgiamo alla famiglia che tanto amava, alle istituzioni emiliane e nazionali, alla sezione ANPI di Modena, agli amici e compagni presenti.
È il saluto del Presidente nazionale Carlo Smuraglia – impossibilitato a partecipare perché all’estero – il quale ha inviato un messaggio in cui afferma di essere addoloratissimo per la scomparsa di Guerzoni e annuncia che l’ANPI organizzerà in settembre una grande iniziativa in suo ricordo.
È il saluto della Presidente nazionale ARCI Francesca Chiavacci, con cui Guerzoni e tutta l’ANPI hanno proficuamente collaborato.
È il saluto di Claudio Betti, Presidente della Confederazione Italiana delle Associazioni Combattentistiche e Partigiane, di cui Guerzoni era Vice Presidente.
È il saluto dei membri del Comitato nazionale e della Segreteria nazionale dell’ANPI, molti dei quali, come Marisa Ferro e Carla Argenton, e tanti altri che mi scuso di non poter citare individualmente, sono qui presenti oggi; dei Presidenti ANPI provinciali e regionali venuti da tante parti d’Italia e prima di tutto delle partigiane e dei partigiani, degli antifascisti di ogni età.
Siamo la sua gente, il suo popolo e Guerzoni, nel suo modo riservato, amava il suo popolo.
Amava l’Emilia Romagna, questa terra straordinaria per storia antifascista e resistenziale. Per storia democratica.
La terra di Arrigo Boldrini. L’amava con quel tratto gentile e schivo, che era una sua caratteristica.
Luciano è stato un uomo di forte impegno politico e civile e l’antifascismo è stata la sua bussola. Sempre. Sin da quando, giovane dirigente nazionale della FGCI, s’impegnava tenacemente nei corsi di formazione, affinché noi – poco più giovani – leggessimo, tra gli altri, Pavese e Vittorini, Pasolini e Penna, Nuto Revelli e le memorie partigiane. E che ci sollecitava, anche attraverso le sue recensioni giovanili sul Messaggero, alla conoscenza del cinema sociale.
La sua bella e profonda amicizia con Umberto Carpi nasceva anche da questo: dall’amore per la letteratura e per la storia della Resistenza italiana ed europea.
Ed è per questo che ha sempre collaborato strettamente e proficuamente, con l’Istituto Storico di Modena.
Quando l’ho conosciuto, Guerzoni aveva 26 anni ed era già un uomo serio. Di quella serietà fatta di studio e di lavoro quotidiano, tenace e indefesso, che è stato un tratto di tutta la sua vita.
Chi lo ha conosciuto sa che era anche capace di fine e intelligente ironia, di conversazioni piacevoli, di pensieri lunghi.
Fu anche sua, ad esempio, l’idea – nel 1961 – di far svolgere il Comitato Centrale della Federazione Giovanile Comunista, ad Alessandria. La mia città.
Una piccola città di provincia, ma una provincia Medaglia d’Oro della Resistenza.
E i “ragazzi dalle magliette a righe” che l’anno prima, a Genova, avevano cacciato i fascisti, dovevano sapere che i giovani comunisti erano loro vicini, anche geograficamente. Come erano vicini ai Caduti di Reggio Emilia e della Sicilia.
A me sembra ieri, caro Luciano, ed è passata una vita. La tua, la mia, quella di Lanfranco e di tanti altri.
Una stagione che ci è sempre sembrata straordinaria. Certo perché eravamo giovani (“avevamo vent’anni”, come canta Calvino) ma anche perché fu un crogiuolo di lotte, speranze e conquiste come forse mai, prima di allora, nel dopoguerra italiano.
Dopo la FGCI il tuo impegno si trasferì al Pci e fu davvero grande nel rapporto che sapesti instaurare con i dirigenti democratici d’Algeria, primo fra tutti Ben Bella. Era il tempo in cui speravamo di veder definitivamente tramontato il colonialismo e quello che contava era lavorare per la pace. Per il dialogo tra i popoli.
Pace, lavoro, giustizia sociale, erano le nostre parole d’ordine ma erano anche uno straordinario manifesto politico di cui c’è bisogno – eccome! – ancora oggi.
Poi ti richiamò la tua Emilia e la tua città in particolare, dove svolgesti, sin dall’inizio, come segretario cittadino del Pci di Modena, un lavoro fondamentale di apertura ai giovani.
Questa attenzione ai giovani, alle loro speranze, ai loro diritti, al loro futuro, è sempre stata una caratteristica fondamentale dell’impegno politico di Luciano Guerzoni.
Ricordava proprio ieri Gianfranco Pagliarulo, Direttore di Patria Indipendente, una lunga conversazione tra loro sul diritto dei giovani alla “felicità”!
Pensieri lunghi, che ne hanno fatto il grande dirigente che tutti conosciamo.
La stessa attenzione ai giovani e al futuro che propone Marisa Ombra, nel suo libro “La bella politica”, quando ricorda che lei, giovane staffetta partigiana, discuteva con i suoi giovani compagni di lotta di un mondo migliore, libero, giusto e pacifico che sembrava loro “dietro l’angolo”. Non è stato così.
Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. E Marisa, come Luciano, come tanti di noi, ha un’attenzione specifica e quotidiana alla presenza dei giovani nell’ANPI. Porgo alla famiglia Guerzoni e a tutti noi, anche il cordoglio della partigiana Marisa Ombra.
Strettamente si sono intrecciati, in Luciano, l’impegno politico e quello morale. L’attenzione al quotidiano e il progetto di futuro.
È questo, a mio parere, il filo rosso che ha guidato tutta la sua vita. Quella di grande dirigente politico (da segretario provinciale del Pci di Modena a segretario regionale dell’Emilia Romagna) e quella di esponente istituzionale di altissimo livello (e molti qui presenti lo ricordano meglio di me).
Fu consigliere comunale di Modena, consigliere regionale dal 1978 e infine, dal 1987 al 1990, Presidente della Regione Emilia Romagna.
Nei messaggi che tanti amici e autorità hanno inviato, si coglie spesso un tratto fondamentale di Guerzoni: la sua attenzione, il suo costante impegno per il proprio territorio e per le sue genti, sia come singoli sia come gruppi.
L’amore per il popolo. Si torna sempre lì!
Dal 1992 al 2006, fu Senatore della Repubblica.
Il lavoro svolto in questi quattordici anni fu preziosissimo e lo ha visto impegnato nelle Commissioni Affari Costituzionali e del Lavoro; Vice Presidente del gruppo dei “Progressisti” e membro delle commissioni speciali per gli Affari Regionali e per le Riforme Costituzionali, nonché membro del comitato parlamentare Schengen e per l’immigrazione. Ma l’incarico a cui era più legato è sempre stato quello di componente (e poi Vice Presidente dal 2003 al 2006) della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi ai crimini nazifascisti.
L’Armadio della vergogna, come fu giustamente denominato. Ed è merito di Guerzoni, di Luigi Marino e di tanti altri senatori del tempo, se si è potuto alzare un velo su questo vergognoso e voluto occultamento.
Quando il Governo italiano, il Governo tedesco e l’ANPI diedero vita al grande progetto dell’Atlante delle Stragi, uno degli obiettivi del lavoro di Guerzoni si concretizzò.
Far conoscere, far ricordare, impedire che ci si dimentichi di che cosa sono stati capaci il fascismo ed il nazismo, in Italia e in Europa.
Il suo ultimo, tenace impegno, è stato quello di portare alla luce, riordinare e quindi portare a conoscenza di tutti i cittadini, l’archivio dei partigiani italiani, attualmente depositato presso l’Archivio di Stato.
È un lavoro che siamo determinati a proseguire.
Ancora torniamo lì: alla memoria. Allo sguardo attento alle giovani generazioni. Conoscere, non dimenticare. Solo così, anche oggi, possiamo combattere le risorgenti nostalgie fascistiche, che tanto lo angustiavano. E che oggi tutta l’ANPI è impegnata a non sottovalutare, a combattere, a reprimere chiedendo alle Istituzioni della Repubblica di fare altrettanto. La Costituzione italiana, ricordava spesso Guerzoni, non è a-fascista. Essa è antifascista e abbiamo il dovere morale, politico e storico di farla rispettare. Inoltre occorre attuarla, a cominciare dal rispetto dello Stato antifascista. Guerzoni, che fu pioniere (trent’anni dopo la sua approvazione) dell’attuazione del dettato costituzionale relativo alle Regioni, sapeva bene che una Costituzione non basta sia buona (e quella italiana lo è, soprattutto per la capacità di dialogo e di sintesi tra diverse culture che la caratterizzano) ma occorre che sia attuata. Essa è stata il miglior lascito della Resistenza, il frutto più alto della lotta di Liberazione, è importante pretendere che sia integralmente applicata. Non come un totem immodificabile, ma come il cuore pulsante della nostra convivenza democratica. Ed è giusto ricordare oggi, con spirito unitario e di verità, il suo impegno (così come quello di tutta l’ANPI) per il NO al recente referendum costituzionale.
Infine, ma non per ultimo, il nostro ringraziamento di antifascisti va a un uomo che ha fatto tanto per l’ANPI. Soprattutto per estendere al Sud o in luoghi in cui non esisteva l’organizzazione, la presenza dell’ANPI.
Se oggi, in ogni provincia italiana, vi è una sezione dell’ANPI, molto è merito suo.
Ci mancherà, eccome se ci mancherà!
Non potremo più dire, come facevamo spesso: “in questa città l’ANPI ha un problema, che facciamo? Chiediamo a Guerzoni”.
E invece lo faremo lo stesso. Perché il suo lavoro, il suo esempio, sono un patrimonio prezioso per tutta l’ANPI. E non andrà disperso, a cominciare, come ha scritto il Presidente Smuraglia, dal convegno in cui più approfonditamente ragioneremo del suo pensiero e dei suoi insegnamenti.
Andremo avanti, per onorare, assieme a lui, quelle partigiane e quei partigiani che, a vent’anni, hanno lottato e spesso sacrificato la vita, per lasciare a noi e alle generazioni future, un mondo migliore.
Oggi le nuove frontiere dell’antifascismo sono il rifiuto del razzismo, della violenza, della guerra. La lotta contro il terrorismo, non contro i poveri del mondo. L’impegno perché a una intera generazione di giovani non sia negato il diritto al lavoro e alla realizzazione di sé. Per un’Europa dei popoli, di tutti i popoli, in cui sia definitivamente espulso lo spettro del fascismo e del nazismo risorgente. Di un’Europa in cui l’emigrazione, la fuga dei rifugiati dalla fame e dalla guerra, non si risolvano respingendoli in mare o nei campi di concentramento o con la violenza, ma con l’accoglienza e la pace.
Il sogno di un nuovo mondo, di una nuova umanità. Non quella superficiale degli slogan e dei selfie, ma quella concreta, determinata, tenace, dell’impegno politico e sociale di ogni giorno.
Per questo ci mancherà tanto Luciano Guerzoni e immaginiamo come possa mancare, un uomo come lui, alla sua famiglia: alla moglie Maura, alla figlia Isa, al genero Marco, agli amatissimi nipoti, dei quali, ogni tanto, ci proponeva un ricordo e un sorriso.
L’ANPI (a cominciare dal Presidente Smuraglia) è loro vicina, con affetto e gratitudine.
E saluta, assieme alla sua gente, lo stimato, ascoltato e amato Vice Presidente Nazionale Vicario.
Ciao Luciano. Pronunciamo oggi parole che forse non abbiamo saputo dirti da vivo. Sono le parole della memoria che continueremo a difendere e dell’impegno che continueremo a perseguire, anche in tuo nome.
Ciao, partigiano Guerzoni.
Carla Nespolo, Vice Presidente nazionale dell’ANPI
Pubblicato venerdì 8 Settembre 2017
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