C’è stato un momento, nella spendida, medievale, Sala delle Cerimonie del Comune di Privenno, in cui la commozione ha parlato per tutti. Perché la nascita della sezione Anpi non è stata solo un atto formale, ma un gesto collettivo di memoria e di impegno, di visione e di futuro.

Teresa Pampena, presidente provinciale Anpi Latina, ha aperto i lavori ricordando come Priverno, città Medaglia d’Argento al Merito Civile, meritasse da tempo questo presidio. “Quando nasce una sezione Anpi, l’onore non è solo per chi ne fa parte, ma per tutta la comunità che la ospita”.

L’intervento di benvenuto della presidente provinciale Anpi Latina, Teresa Pampena

Pampena ha anche ricordato il tentativo di riscrivere la storia attraverso stanziamenti ministeriali indirizzati a una memoria parziale, che rischiano di distorcere le pagine più dolorose dell’antifascismo, della Seconda guerra mondiale, della Resistenza e persino degli Anni di piombo. Ha contestato con fermezza l’affermazione della ministra Roccella, che ha paragonato le visite ad Auschwitz a semplici gite scolastiche, riducendo l’educazione alla memoria a un esercizio ideologico. “Serve un nuovo antifascismo — ha detto — per una nuova Europa fondata sul Manifesto di Ventotene e sulla piena realizzazione della nostra Costituzione: casa, sanità, scuola pubblica, giustizia fiscale”.

Priverno, la Sala delle Cerimonie del Comune, era piena di persone per l’iniziativa

A conferma che la memoria è tutt’altro che polverosa, l’Anpi provinciale Latina si distingue per una presenza viva e generazionale: nel 2024, su 541 iscritti, ben 60 sono ragazze e ragazzi, nuove energie che scelgono consapevolmente di impegnarsi. Un segnale forte, una promessa di futuro che prende forma concreta.

“L’Anpi fa politica?”, assolutamente sì, politica come bene comune, come cura della polis, “perché ce l’hanno insegnato le partigiane e i partigiani lottando per darci libertà, democrazia e diritti inviolabili. Tutto scritto nella nostra bella Costituzione”. E ovviamente, consapevoli che, ha affermato la presidente provinciale Anpi, “il nostro ruolo non è, e non può essere partitico, consegnamo formalmente, le nostre riflessioni e denunce a chi fa politica di mestiere, perché sono il Parlamento nazionale ed europeo i luoghi dove si scrive la differenza”.

La sindaca di Priverno, Anna Maria Bilancia

A rendere ancora più significativo l’evento è stato il ruolo attivo delle istituzioni locali: la sindaca Anna Maria Bilancia, l’assessora Sonia Quattrociocche e il vicesindaco, Antonio Ines, sono tra i cofondatori della Sezione Anpi di Priverno. Un gesto che testimonia il legame profondo tra l’Anpi e la Repubblica, nata dalla Resistenza e fondata sulla Costituzione.

La prima cittadina ha ricordato la figura di Antonio Aresu, giovane privernate torturato e ucciso il 12 ottobre 1943 dai nazifascisti senza mai tradire i suoi compagni. Aveva appena 19 anni, e si era poco più che agli albori della Resistenza. “Un’eredità importante — ha detto Bilancia — che deve continuare a guidarci nei valori della libertà e della giustizia”.

Il vicesindaco di Priverno, Antonio Ines

Il vicesindaco Antonio Ines ha parlato con il cuore, visibilmente emozionato, di un bisogno profondo di comunità e di valori condivisi.

Sonia Quattrocchie, assessora alla Cultura, Turismo, al Sistema Museale di Priverno

L’assessora Sonia Quattrociocche ha sottolineato come la sezione sia nata “dal basso”, da un desiderio autentico di partecipazione.

Giancarlo Loffarelli, vicepresidente Anpi proviciale Latina e presidente della sezione di Sezze

Giancarlo Loffarelli, vicepresidente provinciale Anpi, ha rilanciato il progetto dell’Archivio Memoria dei Monti Lepini, invitando a coinvolgere i giovani in percorsi di consapevolezza civica.

Giulio Masocco è stato eletto presidente della neonata sezione; Martina D’Atino, vicepresidente; Felice Antignani, segretario; Pina Caradonna, tesoriera; Giuseppe Sciscione, consigliere

Giulio Masocco, eletto presidente con il voto unanime del Comitato della neosezione, ha dedicato mesi di impegno tenace — lunghi e intensi quanto i venti mesi della lotta di Liberazione — guadagnandosi la fiducia giorno dopo giorno, passo dopo passo, per rendere possibile la nascita dell’ANPI di Priverno, trasformando un sogno collettivo in presidio concreto di democrazia.

Giulio Masocco è stto eletto presidente della neonata sezione

Masocco ha ringraziato e promesso di far crescere “una realtà aperta a tutti coloro che credono nei principi antifascisti e democratici” e, ricordando i blitz neofascisti davanti alle scuole, ha ribadito che “la scuola è presidio di libertà e va difesa come la Costituzione che la fonda”.

A chiudere i lavori è stata Natalia Marino, direttrice di Patria Indipendente, il periodico ufficiale dell’associazione dei partigiani, e componente del Comitato nazionale Anpi. Marino  ha sottolineato il valore simbolico della nascita della sezione proprio in un luogo istituzionale. “La memoria non è un museo, è una bussola — ha detto — e oggi più che mai serve a orientare il presente, tra conflitti internazionali, riforme costituzionali e sfide europee”.

Natalia Marino, direttice Patria Indipendente e componente Comitato nazionale Anpi

Marino ha ricordato che la Costituzione è figlia della Resistenza, e che ogni attacco ai suoi principi è un attacco alla democrazia. “La Costituzione va difesa, applicata pienamente, vissuta, trasmessa. È la nostra stella polare”.

Che si tratti di sezioni appena nate o di presìdi storici, tra gli iscritti e i dirigenti Anpi si avverte una consonanza quasi naturale nel linguaggio, un codice comune, nel segno dei valori antifascisti che la Carta sancisce dal primo all’ultimo articolo.

Con il governo più a destra di sempre nella storia del nostro Paese, la democrazia vive una stagione critica: le forme restano, ma si prova a svuotarne la sostanza trasformandola in “democratura”, un regime che indossa la maschera della democrazia mentre ne corrode i pilastri. Le minacce non mancano: decreti sicurezza che trasformano la solidarietà in reato; riforme della giustizia che rischiano di piegare la magistratura all’esecutivo, cancellando la divisione dei poteri; autonomia differenziata che nonostante l’intervento della Consulta, spezza l’unità repubblicana; e l’ipotesi del premierato, niente affatto derubricato. Tutti segnali di una verticalizzazione del potere restrittivi degli spazi di libertà e di dissenso.

Intanto cresce l’astensionismo, sintomo di sfiducia e disaffezione alla politica, e senza partecipazione la democrazia si svuota. La rappresentante dell’Anpi nazionale ha rammentato come la Resistenza sia stata una scuola di cittadinanza in un Paese allora largamente analfabeta. Le donne si riunivano sotto gli alberi per imparare a leggere e scrivere, discutere, e anche scoprire la res publica. Maturarono la richiesta di poter votare ed essere elette.  Il prossimo anno si celebrerà l’80° anniversario del suffragio universale femminile, conquista nata dalla lotta e dalla consapevolezza delle partigiane.

Anpi non celebra solennemente le ricorrenze perché sono punto fermi: fanno misurare il cammino percorso dalla democrazia e indicano la strada ancora mancante per il pieno riconoscimento dei diritti, per un mondo giusto, dove si affermino valori che non possono avere confini né stagioni, dove la guerra sia messa al bando.

Emerge dunque con forza un tema che non può essere relegato a dettaglio: il riarmo europeo e l’aumento delle spese militari in Italia. Mentre i bilanci dello Stato destinano sempre più risorse agli armamenti, i servizi pubblici vengono smantellati e i diritti sociali compressi. È una scelta che pesa come un macigno, perché sottrae energie e stanziamenti a sanità, scuola, welfare e ambiente, cioè alle colonne portanti della convivenza civile.

Sandro Trani, figlio di partigiano

Frattanto le guerre in Palestina e in Ucraina continuano a divorare vite e speranze, mostrando quanto sia illusorio pensare che la pace si costruisca con le armi. L’Europa si frammenta in strategie nazionali di difesa, senza una visione comune, come se la sicurezza fosse solo questione di potenza bellica.

Di fronte a questo scenario, Anpi ribadisce con forza il suo impegno per la pace, in coerenza con la Costituzione che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Per questo ha manifestato e continuerà a scendere in piazza insieme ai movimenti, alla rete di associazioni che ha saputo costruire, e alle nuove generazioni che chiedono disarmo e futuro.

Ma la pace non è solo assenza di guerra: è giustizia sociale. E oggi il neoliberismo produce diseguaglianze intollerabili, precarietà e incertezze. In questo terreno crescono le destre radicali, alimentando paura e rancore. La risposta deve essere solidarietà, redistribuzione, diritti universali. Altrimenti si prepara il terreno all’autoritarismo.

Marino ha invitato a restare umani, a continuare a sostenere i giovani, una generazione intera, compatta e determinata nel  gridare No alla guerra, e a contrastare la deriva autoritaria con un nuovo antifascismo fondato sulla Carta fondamentale della Repubblica.

Una bella foto ricordo di una bellissima giornata

La bellissima giornata si è conclusa con un brindisi e un momento conviviale, ma il messaggio è chiaro: “Da oggi niente più tempo libero — ha detto Marino — sarà una fatica bella, perché è la fatica della libertà”.

La sezione Anpi di Priverno è nata per essere presidio attivo di democrazia, cultura, memoria e giustizia sociale. Perché, come ha ricordato Sandro Trani, figlio di partigiano combattente nella Banda Napoli: “la Resistenza continua, ogni giorno, in ogni scelta”.