
A 80 anni dall’auspicata caduta del fascismo, nelle vicinanze del passo del Mortirolo, a cavallo delle provincie di Brescia e Sondrio, in una località assai più celebre tra gli sportivi ciclisti, si è svolta una manifestazione di stampo nostalgico-neofascista per la celebrazione dei “caduti del Mortirolo”. L’annuncio veniva veicolato da un colorato, ma pur sempre lugubre, volantino, a firma “ventinovesima” e altra sigla M (sic!), della quale non viene chiesta la pubblicazione su internet, dove si prevede la presenza dei “Labari delle associazioni d’arma” (ci si chiede se vi avrebbero aderito anche i fanti e gli autieri, o i carabinieri) e si preannuncia anche un militaresco “rancio popolare”.

Per maggiore profondità e dettaglio informativi, si precisa che “M” è il simbolo della famigerata “Legione d’assalto Tagliamento”, formazione militare e repubblichina che, al tempo della guerra di Liberazione (1943-1945), operava alle dirette dipendenze dei comandi tedeschi ed è famigerata per la sua crudeltà non solo verso le formazioni partigiane, ma anche nei confronti della popolazione civile.
Tale formazione, collaborazionista in tutto e per tutto con l’occupante nazista tedesco, si macchiò di crimini di guerra in varie regioni d’Italia quali le Marche, il Veneto, il Piemonte e la Lombardia, come ricorda lo storico Mimmo Franzinelli, e dal febbraio 1945 fino alla fine della guerra tentò in ogni modo di espugnare, assediandolo, proprio l’altipiano del Mortirolo che era controllato dalle formazioni partigiane delle Fiamme Verdi.

Ne fu tragico testimone nelle sue lettere l’alpino Giovanni Venturini, reduce dalla sciagurata campagna di Russia e poi aderente alle Fiamme, che venne torturato e poi fucilato proprio da appartenenti a quella banda di servi del regime nazifascista. Ebbene, nonostante la storia abbia ormai accertato e consolidato quella brutale memoria, nel gennaio 2023 la giunta comunale di Monno, Comune dell’Alta Valle Camonica, competente per territorio sull’altipiano del Mortirolo, ha concesso un terreno per la costruzione di un cippo commemorativo dei militi della Legione Tagliamento, morti durante le battaglie ingaggiate con le Fiamme Verdi.

In tale posizione, utilizzando la base in cemento di un dismesso traliccio per le condotte della corrente elettrica, i nostalgici dell’infame regime collaborazionista di Salò hanno realizzato una sorta di altarino dedicato ai “caduti in Russia”, dove però si dà tutto lo spazio alla retorica patriottica, prescindendo da quella che fu una vile aggressione dei nazisti a uno Stato e a un popolo con la collaborazione dei fascisti della Rsi.
Adesso, al tempo del governo Meloni, quell’imbarazzante pseudo-monumento viene utilizzato come luogo di una giornata di commemorazione. Le criminali gesta della Legione Tagliamento in Alta Valle Camonica di cui il Mortirolo è la parte più a nord. E non già per ricordare i soldati mandati al macello in una guerra ingiusta, i cui effetti per la popolazione civile aggredita non sono mai stati resi noti dalle nostre autorità, ma addirittura per celebrare i caduti fascisti che hanno combattuto contro la Resistenza antifascista!
Già nel settembre 2023, le associazioni partigiane e della Resistenza della provincia di Brescia, Anpi compresa ovviamente, hanno chiesto la rimozione di quel “monumento” realizzato in Mortirolo e l’inibizione di utilizzo di spazi pubblici per offesa della memoria collettiva, senza che però tali istanze abbiano trovato accoglimento presso le autorità locali.

Fa però specie che le amministrazioni locali restino insensibili, se non addirittura indulgenti verso manifestazioni di volgare nostalgia che, oltre a ignorare le violenze e la striscia di sangue lasciati dalla Legione Tagliamento, suonano come un affronto verso chi, con meno mezzi, armi e copertura, ha invece affrontato le bande armate di Hitler e Mussolini, che tanta sofferenza hanno portato alle popolazioni locali.

Va però precisato che le organizzazioni partigiane e antifasciste stanno dando una risposta a quella mistificazione storica e politica e hanno organizzato una giornata di studio a Iseo in gennaio e un’altra al Mortirolo in luglio, con successiva escursione, per visitare i luoghi dove si sono svolte quelle tragiche gesta. Alla luce di tutto questo si auspica che anche le associazioni nazionali e le forze politiche democratiche a antifasciste esercitino tutta la pressione possibile per far cessare tale sconcia celebrazione neofascista.
Pietro Garbarino, avvocato cassazionista, iscritto Anpi, sezione Caduti di Piazza Rovetta, socio di Libertà e Giustizia, legale di parte civile nei processi celebrati per la strage di Brescia, e autore con Saverio Ferrari del libro “Piazza della Loggia cinquant’anni dopo”
Pubblicato sabato 23 Agosto 2025
Stampato il 23/08/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/se-il-revisionismo-fa-tappa-in-mortirolo/