“Ci sono fogli che, presi in mano quasi per caso, accendono automaticamente un brivido lungo la schiena e ci obbligano a fermarci. Fogli così leggeri e trasparenti da temerne la distruzione con il semplice tocco. Fogli che hanno scandito il corso della Storia e che, se non conserviamo con cura, rischiamo di perdere per sempre”. Il 16 novembre, la sezione Anpi di Cesano Maderno (MB) ha festeggiato un traguardo importante: 80 anni di storia. 80 anni di memoria, impegno e Resistenza.
In un territorio che si colloca esattamente a metà strada tra Milano e Como, collegato anche al varesotto grazie alla già esistente linea ferroviaria Saronno-Seregno, dove erano presenti grandi fabbriche, ossia la Snia Viscosa e l’Acna, la nascita e il transito di gruppi di ribellione e Partigiani erano inevitabili. A Cesano Maderno, il fascismo prese il potere con la forza, durante la notte di Sant’Antonio del 1923, quando degli squadristi fecero irruzione nella casa del sindaco Enrico Donghi e lo costrinsero con violenza alle dimissioni. Da quella notte, la moglie di Donghi rimase per sempre invalida.
Le violenze continuarono qualche mese dopo, quando ancora un gruppo di fascisti locali disturbava provocatoriamente un corteo organizzato dall’Azione Cattolica e iniziò a sparare sulla folla: Narciso Mangani, 24 anni, fu la prima vittima del fascismo a Cesano Maderno. Ma i cesanesi, appunto, sapevano già da che parte stare e furono tra i primi a manifestare il loro dissenso e ad intuire quale piaga avrebbe conosciuto il Paese negli anni successivi: alle elezioni politiche del 6 aprile 1924, vinse il Partito Popolare con 670 voti, mentre i fascisti ottennero soltanto 170 voti. Si capisce, quindi, che qui le radici della ribellione attecchirono molto presto, prima nelle fabbriche, poi fra la popolazione.

A Cesano Maderno operava la 185a Brigata Garibaldi, che aveva nella città due distaccamenti e che era dedicata a Pietro Arienti, in onore del partigiano cesanese colpito a morte dai repubblichini della Brigata Nera “Aldo Resega” del Comando di Cesano Maderno mentre tentava la fuga, dopo essere stato caricato su un camion che lo avrebbe trasferito alla caserma della vicina Mombello.

Molte sono le storie della Resistenza cesanese che potremmo raccontare, come la resistenza umana dei sacerdoti e in particolare di don Aldo Mauri, che in gioventù fece parte delle “Aquile randagie” e che, diventato parroco del quartiere “Villaggio Snia” nel 1939, il 12 settembre 1943 facilitò la fuga in Svizzera di 87 prigionieri congolesi che lavoravano nell’omonima fabbrica, grazie anche all’aiuto dell’allora vice direttore dello stabilimento Ing. Gaetano Bruni e di un autista, Natale Polonia.

Anche la Liberazione, a Cesano Maderno non fu ottenuta facilmente, ma soltanto dopo aver vinto la resistenza degli ultimi irriducibili del fascismo, il 26 aprile 1945, al prezzo di diversi caduti e dovette passare attraverso eventi drammatici come avvenne solo in poche altre cittadine brianzole. Si contano 15 Partigiani cesanesi caduti, 35 deportati che non fecero più ritorno dai campi di lavoro e di sterminio, 13 luoghi della Memoria presenti oggi in città.
La Resistenza cesanese, riunita dopo la Liberazione, decise di formare la Sezione locale dell’Anpi. Era rappresentata da Angelo Villa, il bandito “Sergio”, uno dei più ricercati dalle SS di Monza, detto “Co’ Rus” (testa rossa) per via dei suoi capelli rossi. Nel 1981 gli venne ufficialmente conferito dal Ministero della Difesa il grado onorifico di capitano. Dopo di lui, Armendorio Biggi, Emilio Facchinetti, Antonio Greco, Elvira Calcagno, Michela Vaccaro e la sottoscritta, Valentina Tagliabue.
La sede dell’Anpi di Cesano Maderno ha nel tempo subito alcuni spostamenti e modifiche, ma ciò che si è sempre conservato è un foglio di carta: non uno qualsiasi, ma un foglio trovato quasi per caso, rispolverando i cassetti. Un foglio che ci ha acceso automaticamente un brivido lungo la schiena e che ci ha obbligati a fermarci, a riflettere sulla nostra identità e a ricordare il nostro passato. Era l’atto di costituzione originale della sezione, firmato il 30 luglio 1945 dall’Ufficio Organizzazione dell’Anpi Comitato provinciale di Milano. Un foglio così leggero e trasparente da temerne la distruzione con il semplice tocco. Un foglio che ha stabilito un legame con il passato e che ha tracciato un nuovo punto di inizio per il futuro, un foglio che ha scandito il corso della Storia e che, se non conserviamo con cura, rischiamo di dimenticare.

Oggi, purtroppo, non ci sono più testimoni diretti della Resistenza cesanese, ma abbiamo conservato quel foglio di carta che abbiamo deciso di valorizzare festeggiando gli 80 anni della sezione: abbiamo scelto il 16 novembre come data simbolica, perché è quella che più si avvicina all’uccisione di Giuseppe Pellegatta (14 novembre 1943), a cui è dedicata la sezione stessa. Giuseppe Pellegatta ha perso la vita a soli 18 anni, fucilato dai tedeschi durante la Battaglia del Monte San Martino (VA) ed è stato il primo partigiano cesanese ucciso. Se Giuseppe fosse vivo, il 12 novembre di quest’anno avrebbe compiuto cento anni.
I festeggiamenti per i nostri 80 anni si sono svolti nella nostra sede e come un vero e proprio compleanno, con tanto di festoni, palloncini e torta. Erano presenti alcuni assessori e consiglieri comunali, i rappresentanti delle associazioni cesanesi e tanti, tanti antifascisti. Condividere questa festa con così tante persone è stato profondamente emozionante, un segno vivo di quanto i valori dell’antifascismo continuino ad unirci. Ottant’anni sono solo l’inizio: la nostra Resistenza continua, oggi e domani.
Valentina Tagliabue, presidente Anpi sezione “Giuseppe Pellegatta”, Cesano Maderno
Pubblicato giovedì 18 Dicembre 2025
Stampato il 18/12/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/tanti-auguri-allanpi-di-cesano-maderno-mb-per-gli-80-anni-di-resistenza/




