È dei giorni scorsi il violentissimo attacco all’ANPI da parte della Comunità ebraica romana e del presidente del PD Matteo Orfini. Nei giorni seguenti l’attacco è rimbalzato sui grandi quotidiani, per esempio da parte di autorevoli commentatori di Repubblica e del Corriere della Sera. In merito, il 21 aprile la Segreteria nazionale dell’ANPI ha diramato la seguente dichiarazione.
“Il 25 aprile è diventato, a Roma, l’occasione per discussioni pretestuose e per attacchi nei confronti dell’ANPI. Ce ne doliamo molto, perché la Festa della Liberazione dovrebbe essere unitaria e concentrata sui ricordi, sui valori, sul presente e sul futuro.
Nella convinzione che si tratti di una delle giornate più significative ed importanti per la storia del nostro Paese, lasciamo da parte le polemiche sulle quali torneremo, semmai, in seguito, anche per cercare di indurre certi incauti commentatori politici a vergognarsi delle loro offensive elucubrazioni.
Adesso, il problema vero è la riuscita della manifestazione a Roma, come in tutto il resto d’Italia. Noi speriamo sinceramente che ognuno ci ripensi, sia che si tratti della Comunità ebraica, sia che si tratti del Partito Democratico, al quale vogliamo solo ricordare che non è il corteo ad essere divisivo (ché anzi è stato immaginato e costruito come assolutamente unitario). E che la tradizione di ogni partito che si rifaccia alla democrazia non può che essere quella del rispetto dei valori unitari della Resistenza e della valorizzazione di queste pagine, tra le più belle della nostra storia.
L’ANPI nazionale ha invitato tutte le organizzazioni periferiche a dar vita a manifestazioni imperniate sulla Resistenza, sulla Liberazione, sull’antifascismo e sulla piena attuazione della Costituzione. Il nostro fermo desiderio è che ciò avvenga in modo unitario e con una partecipazione massiccia, talché anche eventuali dissidenze (di cui saremmo comunque assai dispiaciuti) risultino secondarie e accessorie rispetto alla grandezza corale di un giorno di festa che è e deve essere di tutti.
Di qui il nostro fermo invito, a nome dei combattenti per la libertà, che rappresentiamo e rappresenteremo sempre, checché ne dicano certi articolisti che ignorano i principi affermati anche da numerose sentenze, è rivolto a tutti gli italiani e a tutte le italiane, da Roma a Milano, da Reggio Calabria a Torino, da Palermo a Bologna perché partecipino in massa e con entusiasmo ad una giornata dedicata ai valori fondamentali della Carta Costituzionale e dunque della nostra stessa convivenza civile.
Le bandiere fondamentali saranno quelle della Pace e della Resistenza; chi intende disturbare sarà isolato pur con i mezzi limitati di cui disponiamo. Le partigiane e i partigiani che hanno combattuto a fianco delle brigate ebraiche nel Ravennate, con l’Ottava Armata, non tollereranno che ad esse si manchi di rispetto, perché esse saranno presenti – lo auspichiamo – a pieno titolo. La piazza è di tutti, in un giorno di festa nazionale, ma a condizione che tutti usino rispetto per le idee degli altri, riguardo per la Resistenza, amore per la Costituzione”.
Pubblicato lunedì 24 Aprile 2017
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