I “Vicenza Blackflag”

A volte ritornano. Di “ronde nere” ne avevamo sentito tristemente parlare qualche anno fa, nell’estate 2018, quando a Rimini – in seguito agli stupri da parte di un branco di uomini – degli estremisti di Forza Nuova e di Onr, formazione nazionalista polacca «gemellata» con l’ultradestra italiana, avevano intrapreso una serie di «azioni di presidio e sorveglianza a tutela dei cittadini e turisti italiani», secondo gli organizzatori «Un’opera di bene» insomma, «Un rigurgito fascista» precisava invece il comitato antifascista della provincia.

E ora ci risiamo: lunedì 22 febbraio a Vicenza, in seguito all’aggressione da parte di un gruppo di giovanissimi ai danni di un controllore STV (Società Vicentina Trasporti), finito all’ospedale dopo aver ricevuto un calcio al volto per aver richiesto ai ragazzi il biglietto del bus, si è costituito un gruppo di “benefattori”, i “Vicenza Blackflag”. Si tratta di dodici individui che, coperti da mascherine, copricapo e giubbotti rigorosamente neri, si sono messi in posa per la foto di fronte allo striscione che avevano srotolato alla fermata luogo dell’aggressione, con scritto “Contro le baby gang sei solo tu e la tua crew” (“staff, equipaggio”, ndr).

Una delle foto pubblicate sui social, ora oscurati, dei “Vicenza Blackflag” (da ilgiornaledivicenza.it)

Una frase forse per loro ad effetto ma poco altro, se non fosse che una manciata di ore dopo, sul profilo Instagram VicenzablackFlag, è apparso un messaggio che rivendicava l’azione dimostrativa e che ha attirato l’attenzione degli investigatori, eccolo: «Oggi hanno spaccato la testa ad un indifeso controllore di Svt, domani potrebbero stuprare la tua fidanzata o tua sorella. Per quanto le nostre strade dovranno essere ostaggio di queste baby gang di allogeni? Noi non siamo i ragazzi della parrocchia, non siamo i boy-scout e non siamo timidi borghesi che invocano le soluzioni di comodo. Noi non chiamiamo la polizia e non telefoniamo ai telegiornali per i servizi anti degrado. Noi vi veniamo a prendere, e cacciamo voi e i vostri tutori progressisti che ripetono continuamente che andrà tutto bene mentre la nostra civiltà alleva le serpi in seno. E a te, ragazzino europeo, noi ti diciamo: svegliati. Diecimila anni di storia pesano sulle tue spalle, hai la capacità di formare con i tuoi simili crew che possano contrastare questa feccia che invade le nostre strade. Allena il tuo fisico, addestra la tua mente e crea comunità. La volontà è la nostra unica legge!».

L’estrema destra non è nuova a questi rigurgiti razzisti e xenofobi, basti ricordare i manifesti che nel 2017 Forza Nuova riprese pari pari da quelli della RSI per additare “l’uomo nero” come il pericolo da cui difendere le proprie mogli, figlie e sorelle.

Giustizia fai da te e violenza prêt à porter per la gioventù autoctona. Un post razzista, e al contempo ridicolo per il linguaggio e le parole-chiave usate, ingredienti inconfondibili degli indigesti piatti di estrema destra, che minaccia gli “allogeni” (si dà per scontato che gli aggressori siano tutti stranieri) e i loro “tutori progressisti” e che, con una sorta di chiamata alle armi, esorta il “ragazzino europeo” a formare “crew” ed “allenare il suo fisico” per liberare le strade dalla “feccia”. In poche ore il post (il profilo è stato oscurato) ha ricevuto 172 like e decine di commenti positivi.

La Digos cerca di capire chi si nasconda dietro la “bandiera nera”, certo non chierichetti: in base ai primi riscontri farebbero parte di Vicenza Blackflag soprattutto ex appartenenti di CasaPound. «Noi non sappiamo ancora con certezza se sono di CasaPound – afferma Danilo Andriollo, presidente Anpi Vicenza – ciò che sappiamo però è che l’assessora all’istruzione Donazzan [interprete, poche settimane fa, di Faccetta nera alla radio, ndr] alcuni mesi fa ringraziava i “giovani di CasaPound Vicenza, composti e seri“».

Il clima in Veneto, infatti, nonostante le recenti parole del presidente Luca Zaia sulla trasversalità dei valori antifascisti, è molto favorevole al germogliare di semi neri, e non solo per le imbarazzanti presenze della Donazzan alle commemorazioni per la X MAS, ma anche per la mozione presentata (e approvata) martedì 23 febbraio u.s. da un  consigliere regionale di Fratelli d’Italia – a cui hanno  replicato la  Segreteria nazionale e il Coordinamento regionale Veneto dell’Anpi e contestata dai comitati provinciali dell’Associazione oltre che dagli Istituti Storici veneti – che vorrebbe imbavagliare la libera e autonoma ricerca storica se “negazionista” o “riduzionista” rispetto alle vicende del confine orientale.

È chiaro che le aggressioni e gli atti vandalici a danno di utenti e lavoratori della STV vanno duramente condannati, sanzionati e soprattutto scongiurati; a questo scopo l’amministrazione comunale vicentina, con prefetto e questore, sta lavorando in accordo con le forze dell’ordine e le RSU dell’azienda di trasporti per trovare soluzioni. Il prefetto Signoriello aggiunge che queste “ronde” «causano un pericolo potenziale. La risposta attiene alle forze di polizia, non abbiamo bisogno del far west. I sistemi di legge esistono e funzionano».

Ha immediatamente preso le distanze dai Blackflag anche il controllore e sindacalista aggredito, Fausto Panizzon: «Niente e nulla può essere più lontano da me, profondamente antifascista, di certi personaggi che raccattano ogni scusa per dimostrare il loro becero razzismo. Io non sono stato assalito da un “marocchino”, ma da una persona violenta. Io chiedo giustizia, non certo vendetta e certamente rifiuto che si usi la mia persona per quanto accadutomi per spargere le solite idee razziste e xenofobe», e prosegue: «Ho fatto il mio dovere e come sindacalista farò il possibile per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori, contro i violenti, siano essi italiani, marocchini o norvegesi chiamando allo sciopero i lavoratori del Tpl lunedì prossimo».

È altrettanto chiaro, infatti, come dichiarato in un comunicato stampa dal comitato provinciale vicentino dell’Anpi, che «le deliranti affermazioni dei loschi figuri di “blackflag” destano allarme e preoccupazione e chiamano alla vigilanza antifascista e alla mobilitazione democratica tutte le persone e le forze sociali, politiche e associative che fanno della Costituzione antifascista il loro punto di riferimento. Il linguaggio usato contiene un tasso di violenza intollerabile in democrazia e richiama alla memoria le violenze di un secolo fa, che portarono al regime che fece piombare il nostro Paese nelle pagine più buie della sua storia. Le restrizioni derivanti dalle norme di contrasto alla pandemia non possono essere utilizzate per scorribande dei gruppi neofascisti, che, naturalmente, operano al buio. La doverosa solidarietà agli autisti AIM non può portare nessuno a pensare di farsi giustizia da solo. Chiediamo alla polizia di svolgere nel modo più approfondito le indagini su questa brutta vicenda e alla magistratura di verificare se nelle affermazioni di costoro vi siano gli estremi per l’applicazione delle leggi Scelba e Mancino, in particolare nella parte riferita all’istigazione all’odio razziale. Chiediamo all’Amministrazione comunale e alle forze politiche e sociali democratiche e antifasciste di esprimere la più ferma condanna e di isolare quei gruppi che stanno dimostrando ogni giorno di più la loro pericolosità e arroganza. Rifiuto e nessuna sottovalutazione del fascismo, di ieri e di oggi».