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La comunicazione politica passa anche attraverso questi fattori chiave: guadagnarsi nuove simpatie, disorientare i detrattori, far capire qualcosa del sé politico già da una prima e superficiale occhiata attraverso l’abbigliamento e il look. Se all’inizio degli anni 80 il Psi intraprende una collaborazione con un’agenzia pubblicitaria per catalizzare l’attenzione sulla figura del leader Craxi, la sublimazione avviene – come è noto – agli albori della Seconda Repubblica, nel 1994, con la “discesa in campo” del self-made man e le sue sottili strategie di marketing politico. Berlusconi parte con l’esibizione di giacche doppiopetto, per arrivare a una rocambolesca sfilata di capi e accessori inverosimili: la bandana bianca sul completo da uomo d’affari sudamericano, gli occhiali neri e avvolgenti e quel dettaglio da vero istrione, il caschetto da carpentiere del 2001, quando gioca a travestirsi da presidente operaio.
Se, per lungo tempo, i politici italiani hanno fatto un uso molto parsimonioso e standardizzato dell’abbigliamento “strategico”, l’avvento di Matteo Salvini ha amaramente insegnato quanto, invece, questa pratica sia alla base del decalogo di un politico di successo, oggi più che mai. Messo da parte il retaggio minimalista della Lega old school con i suoi pochi accessori (cravatte, soprattutto), Salvini non si è limitato a rivendicare il suo battesimo politico a Pontida ma, con la sua serie infinita di felpe, ha esteso la sua adesione a tutte le cause e la sua appartenenza a tutti i luoghi. L’interminabile saga in stile “saluti da…” si sublima con le recentissime elezioni regionali in Sardegna, in cui ha indossato una felpa stampata con la celebre bandiera dei quattro mori (e non c’è bisogno di specificare perché sia una scelta paradossale, di quelle che tirano fuori una risatina infantile e strozzata).
La comunicazione del vicepremier, però, non passa solo per divise e felpe, ma gioca anche con la nudità. Sono due, infatti, le occasioni in cui l’attenzione non è stata monopolizzata dai suoi travestimenti: la prima, nel dicembre 2014, quando si dichiara l’alternativa a Renzi e posa sul settimanale Oggi vestito solo della celebre cravatta padana; la seconda, più recente e virale, quando appare desnudo nel selfie che Elisa Isoardi pubblica per annunciare via social la rottura del loro fidanzamento.
Con questo suo approccio Salvini intercetta, prima ancora che un elettorato, un pubblico: ammiccando, suscitando polemiche e, inevitabilmente, guadagnandosi anche un gran numero di simpatizzanti, pronti a difendere a spada tratta tanto i suoi provvedimenti di legge opinabilissimi, quanto la sua presenza massiccia sui media e l’inesistente separazione tra il politico che vuole impartire una dura lezione all’UE e l’uomo amareggiato per l’epilogo sentimentale.
Cosa aspettarsi, quindi, dal prossimo decisivo match politico, le elezioni europee? Probabilmente Salvini lo intenderà come il suo personale Carnevale di Rio e sfoggerà i vestiti più sgargianti per stemperare il nero che caratterizza le sue scelte politiche. O, magari, deciderà di adornare le sue piume di pavone, rispolverando quel verde brillante e padano, vessillo di un campanilismo già in odore di sovranismo. O forse, dismetterà i panni di tutti i personaggi visti finora per raggiungere un livello superiore: il meta-travestimento da Matteo Salvini.
Pubblicato giovedì 7 Marzo 2019
Stampato il 11/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/costume/labbigliamento-del-populista/