Una parte della mostra sui Convitti Scuola della Rinascita in corso a Torino al Polo ‘900

All’interno della rassegna Culturalmente Liberi, al Polo del ’900 a Torino, lo scorso 7 ottobre, è stata inaugurata la Mostra sui Convitti Scuola della Rinascita che sarà gratuitamente visitabile fino al 30 del mese. Il Polo del ’900 è la struttura che al suo interno ospita le istituzioni che si occupano di storia del Novecento, a partire dall’Anpi all’Istituto Storico della Resistenza, dall’Istituto Gramsci all’Istituto Salvemini, dall’Aned all’Anpia e a tutte le altre Associazioni che si spendono per tenere viva la memoria del travagliato secolo delle due guerre mondiali. In questa cornice è stata inaugurata, martedì sette ottobre, la mostra sui Convitti Scuola della Rinascita, la Scuola democratica, partecipata e necessaria alla rinascita del Paese che gli ex Partigiani immaginarono e vollero fondare dando concretezza all’esperienza nata sulle montagne dell’Ossola quando in pianura imperversava ancora la sadica violenza nazifascista.

Al microfono Anna Losano

A fare da madrina all’iniziativa una giovanissima Anna Losano, protagonista del film Fuochi d’artificio, la pellicola dedicata all’esperienza di ragazzi che in Val Susa, alle porte di Torino, partecipano in diversi modi, ma in prima persona, alla lotta partigiana. “Le iniziative proposte da Culturalmente Liberi, ha sottolineato la giovane attrice, stimolano noi studenti a vivere in modo diverso esperienze che sui libri di scuola non sempre permettono di porre e porsi domande”.

In tantissimi hanno voluto essere all’importante appuntamento con una memoria che fa scuola

Per le istituzioni erano presenti il presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, Domenico Ravetti, che ha ricordato l’importanza delle iniziative che permettono ai giovani di raccogliere il testimone della storia per non disperdere i valori fondanti della nostra Costituzione. Anche per Carlotta Salerno, assessore alle politiche educative della Città di Torino, è necessario continuare a lavorare sui valori della Resistenza e cercare di mantenersi in sintonia con i giovani i quali, soprattutto in questi giorni, stanno dimostrando quanto grande sia il loro coinvolgimento nelle lotte in difesa della libertà e della democrazia.

Alcuni dei pannelli e dei preziosi documenti in mostra

Per il presidente dell’Anpi provinciale, Nino Boeti, aldilà del valore simbolico dell’Ottantesimo della Liberazione, “quella dei Convitti Scuola della Rinascita è un’idea che per quanto lontana nel tempo, è sempre di straordinaria attualità. Infatti, ha detto Boeti, di alfabetizzazione c’è sempre più bisogno in questo nostro Paese che vede ancora il 10% della popolazione in balia di analfabetismo funzionale. Funzionale a chi, a che cosa? Iniziative come la Mostra sui Convitti scuola della Rinascita e la realizzazione di un libro sulla Pedagogia della Resistenza, ha sottolineato Boeti, sono necessarie a non disperdere gli insegnamenti della straordinaria esperienza dei Csr”.

A dare forza alle parole del presidente provinciale dell’Anpi sono state le immagini di un video, fortunosamente ritrovato, che era stato girato, parte all’interno del CSR di Torino nel settembre del 1948 e, parte, in occasione dell’alluvione del 4 settembre 1948 che aveva devastato Asti, l’Albese e il Monferrato, in cui i convittori di Torino avevano prestato il loro soccorso alla popolazione. Un filmato che siamo lieti di poter proporre anche ai lettori di Patria.

In occasione dell’inaugurazione della Mostra si è discusso naturalmente anche del libro Per una pedagogia della Resistenza: l’esperienza dei Convitti Scuola della Rinascitalavoro del quale abbiamo già anticipato la parte relativa alle radici della scuola della Costituzione –. Si tratta di un’opera voluta da Proteo Fare Sapere, dalla Flc Cgil in collaborazione con l’Anpi. A parlare del libro erano presenti Antonio Bettoni, curatore dell’opera insieme a Dario Missaglia e Antonio Cassarà autore del saggio relativo ai Convitti scuola della Rinascita in Piemonte.

Antonio Bettoni ha aperto l’incontro offrendo un’ampia introduzione al libro e al suo valore storico, ma anche civile. La sua riflessione è partita da una domanda tanto semplice quanto urgente: “Quale scuola per quale società?” — interrogativo che guidò i partigiani convittori e che oggi torna ad assumere una forza straordinaria. Bettoni ha ricordato come quelle scuole rappresentassero il sogno di un’istruzione democratica, autogestita e partecipata, fondata sulla solidarietà e sull’uguaglianza, contrapponendole alla realtà odierna, segnata da un impoverimento culturale. È dunque necessario ripartire dall’insegnamento in primis della storia, non come narrazione lineare e aneddotica, come vogliono le indicazioni nazionali del ministro Valditara, ma che formi coscienze critiche, capaci di pensare autonomamente, abbracciando un approccio interdisciplinare.

Antonio Cassarà ha poi concentrato il suo intervento sul capitolo dedicato al Convitto Scuola della Rinascita di Torino, intitolato a Giovanni Baima Besquet, partigiano sopravvissuto a Mauthausen. Attraverso un’analisi attenta e appassionata, ha ricostruito i problemi organizzativi e le tensioni interne di quella straordinaria esperienza di autogestione, mettendone in luce la portata politica. La chiusura del convitto nel 1952, decisa dalla Democrazia Cristiana, fu — come ha sottolineato Cassarà — un atto eminentemente politico, volto a soffocare un modello educativo libero e realmente progressista.

Il pubblico ha potuto riscoprire una delle esperienze pedagogiche più originali e significative dell’Italia del dopoguerra: le scuole autogestite dai partigiani, nate con l’obiettivo di formare cittadini liberi e consapevoli in un Paese da ricostruire non solo materialmente, ma anche moralmente e culturalmente. La presentazione si è così trasformata in un’occasione di memoria viva: un invito a riflettere sulla scuola come luogo di democrazia, partecipazione e rinascita civile — valori da difendere e da rinnovare.

Alla mostra sono esposti molti documenti dell’epoca, ma questo è stato riservato in esclusiva ai lettori di Patria: su carta intestata dell’Assemblea Costituente, Mario Montagnana chiede un intervento per gravi carenze alimentari degli studenti (e anche dei prof…)

Nel pomeriggio, all’apertura della mostra, con grande sorpresa per tutti, è arrivata Nunzia Augeri, moglie di Luciano Raimondi e autrice di numerosi lavori, alcuni dei quali pubblicati sul nostro giornale, sui Csr . “Come avrei potuto non essere presente? Quando ho saputo dell’iniziativa, ho fatto di tutto per essere qua con voi. Vedere i documenti esposti in questa sala, ha detto commossa Augeri, mi dà un senso di tenerezza, perché mi riporta all’amore che Luciano aveva per la scuola e voglio ricordare che la triste fine cui furono condannati i Csr è stato il più grande dispiacere della sua vita”.

Nunzia Augeri con il vicepresidente provinciale Anpi, Francesco Aceti, all’inaugurazione della mostra

E ha aggiunto: “La rabbia che provo è per come è finita la scuola italiana disgraziatamente maltrattata. Per come sta finendo oggi, per l’ignoranza indotta, forse proprio deliberatamente, dalle parti meno nobili delle classi dirigenti italiane che tendono a fare della nostra gioventù degli ignoranti che abboccano a tutte le menzogne che dall’alto gli vogliono impartire. Ma, ha concluso Augeri, vedere quanto è esposto in questa sala, oltre alla tenerezza e alla rabbia, mi ha regalato anche un sorriso perché vedere questa mostra veramente mi fa un grande piacere e quindi voglio dire grazie a chi si è ricordato di queste cose così importanti”.

Momenti dell’allestimento della mostra

Alla presentazione della mostra non poteva non essere presente anche Lidia Gattini, figlia di Fernando Gattini, “Lupo”, curatrice di una precedente mostra, utilizzata anche in questa occasione, e ideatrice di un documentario, anche questo utilizzato per la mostra, realizzato insieme agli studenti del Liceo Cavour di Torino. “Io sono cresciuta con la narrazione e con la cultura dei Convitti Scuola della Rinascita. Ho avuto la fortuna di conoscere molti ex convittori: si ritrovavano periodicamente e continuavano a portare avanti la pratica dell’amore per la collettività, della ricerca del bene della società. Anche nella loro vita professionale portavano avanti gli ideali fondanti dei Convitti scuola della Rinascita”.

Lidia Gattini all’inaugurazione della mostra

Ricorda Lidia: “Papà mi raccontava sempre di quei valori e dei metodi che mettevano al centro gli studenti realizzando una vera didattica partecipata, una cosa davvero innovativa per l’epoca”. In sala era presente anche Alvar Berlanda, figlio di Franco Berlanda, “il Grigia”, preside del Csr di Torino dal 1948.

Grande soddisfazione, infine, è stata meritatamente espressa dal vicepresidente dell’Anpi provinciale, Francesco Aceti, il quale è stato il vero motore delle iniziative portate avanti in questa edizione di Culturalmente liberi 2025. “Da molti mesi pensavo di mettere in piedi per l’Ottantesimo della Liberazione un lavoro sui Convitti scuola della Rinascita. Una mostra sui Csr è qualcosa di davvero significativo visto che la storia di quell’esperienza è una parte fondamentale della storia dell’Anpi, della nostra storia”.

Matteo Casco, laureato al corso triennale di Filosofia all’ Università di Padova, ora sta completando gli studi magistrali in Filosofia Teoretica presso l’Università di Torino. Svolge il servizio civile presso la sede provinciale Anpi di Torino all’interno del progetto “Consapevoli: lib(e)ri di conoscenza”.