Viviamo in un momento di esaltazione e di lotta. La Resistenza è un fuoco purificatore. Mikis Theodorakis
Impossibile parlare di Maria Farantouri senza raccontare di Mikis Theodorakis, l’attivista politico, l’artista genio, il grande compositore che, eleggendola a sua musa, ha trasformato una talentuosa corista sedicenne nella voce della Resistenza greca. Simbolo di libertà, di pace e di cultura, nel mondo.
Maria Farantouri nasce ad Atene il 28 novembre 1947. Un periodo duro per la Grecia, come per gran parte dell’Europa, che si devono riprendere dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca. Sono comunque anni di risveglio, come racconterà Aggelos Sikelianos nel suo poema March of the Spirit, un’opera di esaltazione, rinascita e visione eroica che Maria canterà diversi anni dopo, con arrangiamento del suo mentore Theodorakis.
Movimento primo:
L’infanzia di Maria è piena di difficoltà. I suoi genitori sono entrambi isolani, suo padre di Cefalonia e sua madre di Citera. Quando lei nasce, la famiglia vive nel sobborgo popolare di Nea Ionia, un’area colonizzata dai profughi dell’Asia Minore negli anni 20. Qui, lei è una dei tanti bambini colpiti dall’epidemia di poliomielite. Così, a due anni, viene separata dai genitori e messa in quarantena in un sanatorio, con altri bimbi malati. Questa dolorosa esperienza e gli effetti della malattia renderanno tristemente infelice la sua infanzia.
Con l’adolescenza, però, comincia il riscatto di Maria; attraverso la partecipazione al coro della Society of Friends of Greek Music, lei capisce che il canto è la sua strada. L’obiettivo della Società era quello di promuovere la musica popolare basata sulla cultura e la tradizione greca ed è stato il terreno fertile per molti giovani artisti che aspiravano a far rivivere la musica greca. In questo ambiente Maria muove i primi passi e grazie alla straordinaria tessitura da contralto, presto lascerà il coro per diventare una solista.
Nel 1963 Mikis Theodorakis sente la sua voce per la prima volta. Con il coro sta interpretando una sua canzone intitolata Grief.
Il compositore rimane profondamente colpito dalla giovane cantante e alla fine del concerto la incontra nel backstage: «Sai che sei nata per cantare le mie canzoni?» le dice. «Lo so» è la risposta immediata della giovane sedicenne. Nell’estate dello stesso anno, dopo la chiusura della scuola per le vacanze estive, Maria diviene membro del gruppo di Theodorakis. Sperimenta la magia della performance concertistica e ben presto la sua voce viene ascoltata in tutti gli eventi politici e sociali più importanti. La nuova opera di Theodorakis, The Hostage (1962), viene eseguita durante ogni manifestazione pacifista. È la storia di un giovane soldato inglese tenuto in ostaggio dentro un bordello di Dublino per essere scambiato con un combattente dell’Ira prigioniero a Belfast. Si innamora di una irlandese, cameriera del bordello, ma la sua morte per mano dei ribelli pone fine a tutto. Con la sua voce maestosa, Maria renderà la canzone The Laughing Boy famosa in tutta la Grecia e poi nel mondo.
Nel 1966, la colonna sonora del film di Harilaos Papadopoulos, Island of Aphrodite, viene pubblicata con la musica di Theodorakis. Maria finalmente incide una sua canzone: Blood-stained Moon, ispirata al poema di Nikos Gatsos.
Poco prima, Theodorakis le aveva suonato il primo pezzo scritto appositamente per la sua voce, Asma Asmaton (Song of songs). Faceva parte di un’opera più estesa che si sarebbe intitolata The Ballad of Mauthausen (1965) con testi di Iakovos Kambanellis, sopravvissuto a quel campo di concentramento. Composta di quattro canti (Song of songs, Antony, The Fugitive, When this will be finished) viene considerata il lavoro musicale più importante mai scritto sulla Shoah.
Asma Asmaton è una disperata canzone d’amore in cui il protagonista ricorda una donna ebrea amata: Hai visto il mio amore? Nessuno sapeva che lei era così bella è il ritornello che viene ripetuto ossessivamente.
Esecuzione dal vivo (1966):
Antony racconta di un prigioniero greco che cerca di aiutare l’amico ebreo a portare un grosso masso su per una scala di 180 gradini.
Successivamente, il compositore scriverà altre sei canzoni per la voce di Maria e le chiamerà Farantouri’s Cycle, rendendo omaggio alla giovane artista che sarebbe diventata la sua interprete principale. Sono: I’m tired of holding you, The shadow is so heavy, I took the road of the sky, In world’s acclivity, The pendulum, The dream has become smoke.
Elemento inseparabile della band di Theodorakis, Maria viaggia in Grecia e all’estero: nel 1966 arriva fino in Unione Sovietica. Lì, il famoso compositore russo Aram Illych Khachaturian le chiede di rimanere a Mosca per gli studi musicali. Ma Maria preferisce seguire Theodorakis nei suoi viaggi.
Insieme a lui, che trasforma radicalmente la musica greca moderna, in particolare la scrittura di canzoni, ha l’opportunità di far conoscere al pubblico la poesia dei poeti George Seferis e Odysseas Elytis e di molti altri importanti poeti greci. Il movimento musicale e politico iniziato da Theodorakis, il Lambrakis Movement, nato con l’idea di fondare una nuova cultura per la Grecia del futuro, proseguirà nonostante il colpo di stato militare del 1967.
Mikis Theodorakis (Isola di Chio, 29 luglio 1925) è l’artista che più ha incarnato con la sua musica l’identità greca, un simbolo potente della cultura ellenica, una leggenda che ha ispirato migliaia di persone nel tempo. È l’uomo che ha combattuto contro la Grecia della dittatura militare, che ha lottato per la giustizia. Un eroe nazionale. Scrive musica negli anni della guerra civile (1946-49) e nel periodo della dittatura militare, conosciuta come Junta (1967-74). Imprigionato ed esiliato per le sue idee politiche, ha svolto tramite la musica la sua attività militante. La sua figura spicca in entrambe gli ambiti, quello politico e quello artistico-musicale: fondendo le diverse tradizioni musicali della Grecia, provenienti da ambienti socio culturali distanti, ha creato un genere musicale unitario, popolare, la cui lingua originaria, basata sul dialetto, poteva essere compresa da tutti. Ha creato la canzone moderna, musicalmente orecchiabile e con testi originali. Quando durante la guerra civile viene esiliato, perché comunista e partecipante alla Resistenza, scrive la sua prima sinfonia.
Ma contemporaneamente si interessa di musica popolare e di rembetika music. Si tratta di canzoni greche che raccontano la vita delle classi sociali più basse tra la fine dell’Ottocento e i primi Venti del Novecento.
Theodorakis non aveva mai ascoltato quella musica perché la sua famiglia benestante non l’aveva mai incoraggiato. Le sue idee marxiste, invece, lo inducono a interessarsi di quelle canzoni. Sapevano parlare ai greci autentici, al popolo, con il quale anche lui voleva comunicare. Comincia così a mescolare musiche tradizionali con i testi dei migliori poeti greci, creando canzoni d’autore che potevano superare le barriere di classe e arrivare a parlare a un vasto pubblico, veicolando messaggi di carattere politico, sulla storia della Grecia, sull’identità e i valori del popolo greco. Dopo la fine della guerra civile, nel ’49, con la sconfitta dei comunisti, Theodorakis continua i suoi studi al Conservatorio di Parigi, studia la musica classica europea, compone e vince i più ambiti premi di composizione. Solo nel 1960 torna in Grecia, fonda una sua orchestra, The Small Symphony Orchestra of Athens e si dedica all’attività politica divenendo membro dello United Democratic Left Party. Sono anche gli anni in cui viene riconosciuto artista di fama internazionale grazie alla colonna sonora del film Zorba il greco di Michael Cacoyannis. Zorba è un inno alla cultura, alla danza, all’amore, al vino, alla spontaneità, all’amicizia, alla gioia di vivere. E la Zorba’s Dance racchiude l’essenza dell’identità greca [Cfr. Mouyis, Mikis Theodorakis: finding Greece in his music].
Non meno rappresentativo dell’opera di Theodorakis è l’Oratorio Axion Esti (1964), testo di Odysseas Elytis. L’opera copre l’intera storia della nazione Grecia, dalla genesi fino alle visioni profetiche di un futuro glorioso. Diventerà popolare presso una larga parte del popolo greco senza per questo diminuire i suoi standard musicali: “La sintesi – scrive Gail Holst – tra la forma popolare e la tecnica classica occidentale aveva trasformato una complessa espressione intellettuale in musica che era, ed è ancora, cantata per le strade” [Holst, Mikis Theodorakis. Myth and Politics in Modern Greek Music].
Nel 1967 una dittatura militare guidata dal colonnello George Papadopoulus sconvolge il Paese, così Theodorakis torna a combattere nelle file del Fronte Patriottico Antidittatoriale. La Junta mette in atto numerose restrizione alle libertà politiche e di comunicazione, oltre a perquisizioni, intimidazioni e arresti. Così, con un gruppo di resistenti, Theodorakis dà vita al primo nucleo di una Nuova Resistenza: “Il fascismo si è abbattuto sulla nostra patria – scrive il 21 aprile 1967 rivolto al popolo greco –. Il re, i suoi generali e la Cia credono che il nostro popolo sarà ridotto al silenzio dalla violenza e dal terrore. Chiamiamo tutti gli ufficiali onesti, i soldati, i patrioti a unirsi al popolo, a dire no alla violenza, no alla dittatura e al fascismo! Popolo di Atene, manifesta nelle piazze!” [Theodorakis, Diario del carcere, p. 9].
Per la sua attività politica e culturale viene ricercato e la sua musica censurata. Dopo quattro mesi trascorsi nascosto, viene arrestato e segregato in una prigione di massima sicurezza. Riesce però a inviare un breve messaggio a Maria, consigliandole di abbandonare la Grecia e di fuggire all’estero. Stessa sorte anche per Antonis Kalojannis, uno dei migliori interpreti delle sue opere. Li invita alla clandestinità, per continuare la lotta con il canto, per far conoscere la musica popolare greca contemporanea, sorta dalle battaglie del popolo greco. Per la civiltà, la libertà e la pace.
Per loro scrive la Cantata popolare State of Siege (Stato d’assedio) ispirata alla musica bizantina, alla musica popolare greco-moderna come alla musica classica occidentale. La scrive in parte nell’ospedale Aghios Pavlos e parte dalle prigioni Averoff e la termina il 2 maggio 1968 nella sua villa a Corinto, quando il governo fascista lo lascia libero per qualche tempo a causa delle pressioni dell’opinione pubblica. Il testo proviene da una giovane torturata dalla polizia fascista: un coraggioso grido di protesta e un messaggio di libertà di chi non perde fiducia nell’avvenire: Lontana, molto lontana, si sente la vita/ In alto, molto in alto, brillano le luci – forse -/le luci che ci hanno rubato, le luci della città che ci hanno rubato,/ e il ricordo dell’ultimo tramonto e le montagne intorno tutte nostre.
Ha solo vent’anni Maria quando lascia la Grecia per Parigi. Canta in un gran numero di concerti i cui profitti sono devoluti al movimento anti-dittatura. È un simbolo di resistenza e speranza. Non solo. Sensibile ai problemi sociali, assumerà un ruolo attivo nel movimento per le donne, nell’attivismo ecologico e nella lotta contro la droga. La stampa internazionale la chiama “Callas del popolo” (The Daily Telegraph) e “Joan Baez del Mediterraneo” (Le Monde). Secondo The Guardian, la sua voce è un dono degli dei dell’Olimpo. Lunghe recensioni vengono dedicate alle sue interpretazioni da critici entusiastici che riconoscono non solo la qualità della sua voce e lo stile unico delle sue interpretazioni, ma anche il suo carattere forte e l’impegno sociale. Nel contesto greco Maria rappresenta un modello completamente nuovo di cantante: una donna consapevole. Con i suoi concerti in Europa e in America, così come le sue registrazioni, trasmesse dalla Bbc e dalla Deutsche Welle, lei mantiene viva la musica di Theodorakis.
Il compositore, ora esiliato nel remoto villaggio di montagna di Zatouna, prima di essere rinchiuso nel campo di concentramento di Oropos, le fornisce segretamente dei nastri con le sue nuove canzoni, che registra rozzamente su un piccolo registratore. È responsabilità di Maria organizzare gli arrangiamenti musicali, suonarle al piano e cantarle.
Una raccolta di canzoni è intitolata proprio Zatouna. Tra queste: Uno l’ha portato via la legge: Uno! Portò via la legge/E diventò nuvola e fumo/L’altro lo portò via la strada/E diventò il dolore di ognuno/E arrivarono uomini in nero/Che portarono le tenebre sui loro capelli/E quelli che tengono la pioggia nelle mani/E fulmini nel loro sguardo [Cfr. Theodorakis, Canzoni di prigione e di deportazione].
Maria nel frattempo inizia a collaborare anche con il compositore Manos Hadzithakis, che sta scrivendo un pezzo intitolato The Age of Melissanthi, un’opera basata sulla sua esperienza personale: le ferite lasciate dall’occupazione tedesca sono riaperte dal regime dei dittatori militari. Hadzithakis, in questo lavoro riserva a Maria il ruolo centrale.
Nel 1970, dopo l’intervento di artisti e scrittori internazionali, Theodorakis, la cui salute era precaria in seguito alle varie detenzioni, esili e arresti domiciliari, viene rilasciato. Con l’aiuto del politico francese Jean-Jacques Servan-Schreiber, viene portato a Parigi, da dove inizia i suoi incessanti tour dell’Europa, del Nord e del Sud America e del Medio Oriente. Sempre al suo fianco, Maria svolge un ruolo di primo piano durante i concerti, che presto diventano un faro di libertà per i greci esiliati, e sono supportati da famosi artisti internazionali, intellettuali e personalità di tutto il mondo. Gli europei, in particolare, si schierarono con i greci in esilio, abbracciando la loro lotta per la libertà. I concerti, tenuti in luoghi come l’Olympia, la Salle Pleyel, il Bobino, il Lincoln Center, l’Albert Hall e la Salle Tchaikovsky a Mosca, diventano leggendari. Questi concerti non solo danno coraggio ai greci che lottano contro la dittatura, ma rendono il pubblico straniero familiare alla musica greca e al genio creativo di Theodorakis: L’Orchestre des Bouzoukis di Theodorakis, nel marzo 1968, accompagna Maria in un concerto per la televisione francese.
All’inizio degli anni 70, Londra diventa la casa adottiva di Maria, ed è lì che incontra il virtuoso della chitarra John Williams. L’artista di fama internazionale rimane colpito dalla sua voce e presenza. Insieme realizzano la registrazione di Songs of freedom, canzoni di Theodorakis, note anche come Romancero Gitano, messa in musica dalle poesie di Federico Garcia Lorca. Vittima del fascismo spagnolo, Lorca è stato una fonte d’ispirazione per Theodorakis, che ha musicato le sue poesie proprio prima del colpo di stato greco. Nel 1971, con la voce di Maria e la chitarra di John Williams le poesie di Lorca trovano un’interpretazione ideale.
Romancero Gitano:
Theodorakis, invece, si è stabilito a Parigi, dove crea presto contatti con movimenti di avanguardia. Con i suoi concerti sostiene François Mitterrand, il leader del Partito socialista francese. Maria fa una tale impressione sul leader francese che scriverà di lei nel suo libro The Bee and the Architect. In esso la paragona alla Grecia stessa e alla dea Era, come lei forte, pura e tenace.
Quando la dittatura greca cade, Mikis e Maria tornano in Grecia. Migliaia di persone partecipano all’esibizione del Canto General de la Tierra di Theodorakis nello stadio Karaiskakis. Un pubblico commosso che ha vissuto sette anni di paura e repressione.
Il testo dell’opera è di Pablo Neruda, che Mikis conosce a Parigi nel 1971. È un incontro fondamentale: un esule greco, che ha appena lasciato una patria lacerata dal colonnello Papadopoulos, e l’ambasciatore cileno in Francia, il cui Paese, pieno di speranze per il nuovo corso impresso dalla vittoria di Salvador Allende, stava andando verso la dittatura del generale Pinochet. Tante le cose in comune che determineranno la forza dell’opera: Lorca, il comunismo, lo slancio per la vita, la simbiosi con gli ultimi e i calpestati, le guerre civili, l’antifascismo, le peripezie dell’esilio.
Maria canta Los Libertadores dal Canto General:
Dal 1976 Maria inizia ad arricchire il repertorio. Dopo sette anni passati all’estero sente il desiderio di crescere artisticamente. Come cittadina e artista del mondo è stata in contatto con artisti stranieri e ha partecipato a festival internazionali con cantanti famosi come Juliette Greco, Mercedes Sosa, Myriam Makeba, Inti Illimani. Ha prestato la sua voce alla causa della liberazione dalla dittatura nel suo Paese mediante Songs of Protest, una registrazione di canzoni di protesta di tutto il mondo che è diventata un disco d’oro. Ci sono: The partisans;
Hasta siempre;
Bella ciao.
https://www.youtube.com/watch?v=9XyzWwY5xcs
Con l’attore principale del Berliner Ensemble, Eckerhardt Schall, realizza, invece, una collaborazione grandiosa che le permette di diventare tra le migliori interpreti delle canzoni di Bertolt Brecht. Maria è la prima artista straniera accettata dal pubblico tedesco come interprete di Brecht e in una lingua diversa dal tedesco. Le esibizioni che tiene in Germania e poi in Grecia con Eckerhardt Schall ricevono un enorme successo:
Alabama Song;
Surabaya Johnny;
I Balada Tou Nekrou Stratioti.
Il desiderio di pace e amicizia tra Grecia e Turchia porta Maria a compiere il coraggioso passo della collaborazione con il compositore turco Zülfü Livaneli. I loro concerti ad Atene come anche in Turchia, vengono accolti da un pubblico ormai straziato dal lungo conflitto tra le due nazioni, animato dal desiderio di riconciliazione e convivenza pacifica.
Nel 1981 Maria viaggia di nuovo con Theodorakis a Cuba. I loro concerti davanti al pubblico cubano, tra cui lo stesso Fidel Castro, hanno un enorme successo.
Un periodo di relativo ritiro dagli impegni artistici segue la nascita del figlio Stefanos, nel 1985. Maria lavora raramente e in modo selettivo. La sua collaborazione più importante è con l’Orchestra Filarmonica Israeliana diretta da Zubin Mehta presso l’Herod Atticus Odeon di Atene, nella Ballata di Mauthausen.
Nel 1989 la situazione politica in Grecia diviene instabile. Il primo ministro Andreas Papandreou, leader del partito socialista, viene attaccato. Le elezioni non danno come risultato la formazione di un governo stabile. Maria viene eletta come membro dell’opposizione.
La maternità e la politica non riescono, però, a tenerla lontana dalla sua arte e nel 1990 collabora con il compositore cubano Leo Brouwer a un doppio album (17 Songs) di repertorio internazionale, incluse le canzoni scritte appositamente per la sua voce da Vangelis Papathanassiou come Odi A.
Ci sono brani di Mercedes Sosa come l’inno pacifista Solo le pido a Dios
e Sol Negro, interpretato in duetto.
Non manca un richiamo alla canzone italiana con una versione di Caruso di Lucio Dalla.
Nel giugno del 2003, nove anni dopo la morte di Manos Hadzidakis, nell’Odeon romano di Atene Maria canta nella versione completa la sua opera Amorgos, dalla poesia di Nikos Gatsos. Scritta nel 1943, evoca un profondo senso di angoscia.
Nel novembre del 2002 un grande artista partecipa al suo concerto alla Santa Barbara University: Charles Lloyd. Nel luglio del 2004, quando è in Grecia per un concerto al Lycabettus Hill, Charles le chiede di unirsi a lui nella sua canzone Blow Wind, segnando un momento cruciale per la carriera di Maria.
Il mondo del jazz le spalanca le sue porte e sei anni dopo Charles e Maria danno il loro concerto nel Teatro di Erode Attico, un concerto conosciuto come Concerto di Atene.
Maria racconta il suo lavoro con Charles Lloyd.
La sua voce da contralto, profonda e versatile, capace di dare senso a ognuna delle parole di un testo poetico, ha portato nel mondo il suono del canto greco moderno. Il canto di un popolo con le sue antiche tradizioni e le sue esigenze di rinnovamento; il canto di un popolo che, nella sua Resistenza, ha lottato per essere libero, e che in questa voce di donna emancipata e nella musica nuova di Theodorakis, artista che non si è mai arreso alla dittatura, ha trovato la migliore rappresentazione di sé.
Ed ecco l’intervista in cui Maria racconta:
Chiara Ferrari, coautrice del documentario Cantacronache, 1958-1962. Politica e protesta in musica, autrice di Politica e protesta in musica. Da Cantacronache a Ivano Fossati, edizioni Unicopli
Pubblicato martedì 23 Aprile 2019
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