“La buca”, film cortometraggio (durata 24’ 52”), regia di Valerio Montemurro, soggetto e sceneggiatura di Ivano Artioli, fotografia di Stefano De Pieri (A.I.C.), montaggio di Amalia Zeffiro, musiche originali di Fabio Soldi, con Lelia Serra, Eliseo Dalla Vecchia, Enrico Caravita, Carlo Garavini, Luca Marconi, Elio Ragno, Andrea Fantini, Guido Giuliani. Prodotto da Ivano Artioli con il sostegno del Comune di Alfonsine e del Museo della battaglia del Senio e il patrocinio di Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna

 

È un progetto che viene da lontano il “piccolo film” fortemente voluto da Ivano Artioli, Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Ravenna. Non solo perché ci riporta agli ultimi mesi d’inverno prima della Liberazione della Bassa Romagna dall’occupazione nazifascista, ma soprattutto perché è il risultato sedimentato nel tempo e nella memoria della testimonianza rievocata allo stesso Artioli oltre vent’anni fa da Arrigo Boldrini, il “Comandante Bulow” e storico Presidente dell’Associazione dei partigiani, e da Mario Cassani, partigiano anche lui e primo Sindaco di Alfonsine nel dopoguerra.

Elvira e Celso sono due contadini delle campagne attorno a Ravenna, non più giovani, non hanno figli, vivono e lavorano da soli i campi attorno alla loro casa.

Il soggetto di Ivano Artioli del cortometraggio “La buca” è stato pubblicato su “Patria Indipendente” cartaceo n° 3/2003, oggi consultabile on-line https://anpi.it/media/uploads/patria/2003/3/66_67_Artioli.pdf

I resistenti della zona pensano che quel posto sia perfetto per nascondere due disertori tedeschi. Ci vuol poco a convincerli: “Se avessi un figlio in guerra, vorrei che qualcuno lo aiutasse”, riflette Elvira (Lelia Serra); “Se avessi un figlio, sarebbe partigiano”, dice Celso (Eliseo Dalla Vecchia).

Tre metri cubi sotto terra, è questo il nascondiglio che Celso riesce a scavare nel suolo ghiacciato e duro di novembre, coperto con le assi, le foglie e il terriccio. Felix e Uwe – i due soldati scappati dalla guerra – devono starci dentro stesi, giorno e notte. Perché i nazisti sono appostati lì vicino e ogni tanto qualche ufficiale arriva al casolare per rubare il letto a Celso ed Elvira, che dormono in cucina sulle sedie. Però gli inglesi sono già in città e stanno per arrivare, li rassicura il partigiano Eugenio.

Una scena del film “La buca” con un intenso primo piano di Elvira, interpretata da Lelia Serra

Non andrà così: gli alleati “preferirono stare al caldo” e dovette passare tutto l’inverno ’44-’45. Nelle notti più tranquille i due rifugiati possono uscire, col naso nero dal freddo che respirano, sgranchirsi, riscaldarsi al fuoco e condividere il poco cibo che la coppia di contadini ha da spartire.

Elvira li osserva: Uwe è austriaco, sui quarant’anni, bracciante, pare senza anima, uno di quelli che se la cavano sempre; Felix no, è un ragazzo di città, timido e gentile, studia da ingegnere e la follia hitleriana lo ha gettato giovanissimo nel bel mezzo dell’inferno.

“Noi donne certe cose le sentiamo”, pensa Elvira. Una mattina Uwe sembra impazzito, è il 4 di febbraio. Sdraiato accanto a lui, Felix si è lasciato andare senza un lamento e senza una parola. Nella finzione come nella realtà: lo seppellì Celso in una fossa ancor più piccola, lunga e stretta. Uwe se la cavò ma nella buca non ci volle entrare più, i partigiani gli procurarono dei documenti falsi e lo infilarono come inserviente sordomuto all’ospedale di Alfonsine.

Il personaggio di Celso, interpretato da Eliseo Dalla Vecchia, in una scelsa del film cortometraggio“La buca”

Il film – premiato di recente al Festival dei corti della Regione Puglia – è stato girato alla Cà de Jèval, nel territorio di Alfonsine, location anche per L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo nell’ormai lontano 1976. Non solo per l’ambientazione, ma soprattutto per lo stile, ci troviamo però anche dalle parti del maestro Olmi.

I due anziani contadini fan tornare alla mente pure i coniugi disperati del romanzo Ognuno muore solo di Hans Fallada. Anch’essi protagonisti della loro personale, solitaria Resistenza civile e non armata alla guerra e al nazismo.

Come nella celebre parabola buddista del colibrì che porta una goccia d’acqua alla volta per spegnere l’incendio del bosco, anche Elvira e Celso possono dire: “Io ho fatto la mia parte”. Piccola, ma non è andata perduta. Grazie a questo piccolo grande film.

Daniele De Paolis