Nella notte tra domenica 1° e lunedì 2 aprile è stata devastata, per l’ennesima volta, a Milano, la sede dell’Istituto Pedagogico della Resistenza, con porte divelte, la finestra rotta, armadi danneggiati, documenti buttati all’aria, e con danni pari a migliaia di euro. È stato nuovamente preso di mira il prestigioso Istituto, situato in via Anemoni, nella periferia ovest di Milano, che offre ai visitatori una ricca documentazione sulla Resistenza nazionale e milanese.
La prima provocatoria devastazione risale al 23 settembre 2015. Quell’azione, per le sue caratteristiche, ci aveva indotto a risalire alla matrice della destra eversiva.
Ignoti erano entrati, rompendo una finestra del centro territoriale di recupero, una struttura dell’ospedale San Carlo, attigua all’IPR, dedicata a bambini con disagi. Lo sfondamento di una porta aveva consentito l’irruzione nella sede dell’IPR. Erano stati presi di mira, calpestati e buttati per terra, libri e documenti dedicati alla Resistenza e all’antifascismo. Il locale venne messo a soqquadro: fu fatto cadere un pannello dal soffitto, vennero aperti cassetti, furono rubati 750 euro, un computer e un televisore.
Prima di andar via fu lasciata, su un foglio formato A4, la scritta “maiali”.
Non avevamo ritenuto, in quella circostanza, che l’azione fosse stata opera di semplici ladri. Dentro all’attiguo locale dell’ospedale San Carlo, gli autori dell’ignobile gesto avrebbero potuto fare una ricca spesa, rubando strumentazioni nuove e costose. Inoltre, una settimana prima della devastazione dell’IPR si era svolto a Castano Primo, nonostante il divieto del Sindaco e del Prefetto di Milano, il festival nazionale di CasaPound e a Cantù, per il terzo anno consecutivo, aveva avuto luogo la festa di Forza Nuova, con il beneplacito dell’Amministrazione comunale.
Dopo quella prima irruzione si era svolta una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, alla quale aveva partecipato l’Anpi provinciale di Milano. Nel corso di quell’incontro era stato chiesto ai rappresentanti del Comune di Milano di predisporre delle telecamere di videosorveglianza, di potenziare l’illuminazione della via nella quale si trova la sede dell’IPR e di rafforzare la vigilanza con pattuglie della polizia locale.
Nulla di quanto richiesto è stato però fatto dal Comune di Milano. A distanza di poche settimane si verificarono altre irruzioni e devastazioni.
La Digos, interpellata sulla natura di queste continue irruzioni, tende a escludere la matrice della destra eversiva: non sono apparse rivendicazioni neofasciste e il furto di denaro tenderebbe a far risalire queste azioni provocatorie alla criminalità comune, presente nella zona di Milano in cui si trova la sede dell’IPR.
Rimane comunque il fatto che quanto avvenuto qualche giorno fa, si è verificato a poche settimane di distanza dalla ricorrenza del 25 aprile.
Ma al di là delle responsabilità e della matrice di questi ignobili atti provocatori, chiediamo alle pubbliche autorità di fare finalmente luce su quanto accaduto e di intervenire per porre fine a questo stillicidio continuo di incursioni devastanti che mettono seriamente a rischio l’importante patrimonio storico custodito nella sede dell’IPR.
La nostra richiesta si estende anche al Comune di Milano che, se pure ha provveduto al potenziamento dell’illuminazione e al rafforzamento della vigilanza da parte della Polizia locale, dovrebbe installare postazioni di telecamere, un importante e decisivo deterrente.
Sulla vicenda è intervenuto l’onorevole Emanuele Fiano, con una interrogazione presentata al Ministro dell’Interno, nella quale, fra l’altro si osserva che quanto avvenuto nella sede dell’Istituto Pedagogico della Resistenza desta “particolare allarme sociale, specie se collegato ad altri fatti di cronaca come il recente incendio al Circolo Pd della Barona, o la rievocazione nazista a Cologno Monzese che sembrano delineare una vera e propria escalation nel clima di odio e violenza, in prossimità del 25 aprile, ricorrenza della festa della Liberazione dal fascismo e dal nazismo”. Fiano chiede al Ministro dell’Interno anche “quali iniziative intenda adottare al fine di scongiurare un ulteriore deterioramento del clima politico con l’approssimarsi del 25 aprile nonché per evitare che simili gravi episodi di minacce e danneggiamento possano nuovamente ripetersi ai danni di persone o istituti la cui attività sia rivolta a riaffermare il valore storico, politico e sociale della Resistenza o, come nel caso dell’Istituto Pedagogico di Milano, a contribuire allo sviluppo antifascista, democratico e pluralista della scuola e della società civile.”
Roberto Cenati, Presidente Anpi provinciale di Milano
Pubblicato lunedì 16 Aprile 2018
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