Una manifestazione dei neofascisti a Parma a sostegno dell’ufficiale Paride Mori (da http://www.parmaquotidiano.info/2015/03/20/provocazione-di-casa-pound-striscione-per-paride-mori-in-via-tito/)
Una manifestazione dei neofascisti a Parma a sostegno dell’ufficiale Paride Mori (da http://www.parmaquotidiano.info/2015/03/20/provocazione-di-casa-pound-striscione-per-paride-mori-in-via-tito/)

Caso Mori: tempo fa era stata riconosciuta l’onorificenza prevista dalla legge 92/2004 – la legge istitutiva della “Giornata del ricordo” – al capitano Paride Mori, ufficiale della repubblica di Salò, comandante della IV Compagnia del 1° battaglione Bersaglieri volontari “Benito Mussolini”, perché, a parere di chi la aveva richiesta, ucciso in un agguato. Tale scelta, peraltro analoga a diverse altre relative a personaggi legati a Salò o al fascismo, aveva suscitato proteste e polemiche, a partire dal paradosso dall’assegnazione da parte della Repubblica democratica nata dalla Resistenza di un riconoscimento a persone che questa Resistenza avevano combattuto con le armi. Grazie ad una serie di interventi dell’ANPI nazionale, si riaprì nell’apposita commissione il dibattito sul caso Mori, alla luce di nuove documentazioni.

Poco prima a Traversetolo (Parma) era stato revocato il provvedimento – incauto – in base a cui si intitolava una via proprio a Paride Mori “in riconoscimento del sacrificio offerto per la Patria”.

È dei giorni scorsi la notizia della richiesta di annullamento del riconoscimento previsto dalla legge 92/2004 al capitano Mori, per mancanza dei presupposti di legge. Tale richiesta, avanzata dalla commissione competente, è oggi al vaglio delle massime autorità della Repubblica. Il procedimento per l’annullamento è perciò in itinere, anche in base al parere della Procura militare, che ha confermato ciò che da tempo era sostenuto dall’ANPI, e cioè che il capitano Mori è morto in combattimento e non in un agguato. Quindi, anche dal punto di vista della lettera della legge, il riconoscimento risulta illegittimo. Rimane poi aperto il problema dello spirito della legge, essendo evidente l’incompatibilità fra l’attribuzione di un riconoscimento della Repubblica e chi ha operato e combattuto per Salò. Ed infine il calendario: la discussione in commissione sul caso Mori è avvenuta nell’aprile. A distanza di sei mesi il caso, pur avviato verso una soluzione positiva, non è ancora pienamente risolto.