Un momento della cerimonia alla Risiera di San Sabba per lo scoprimento della lapide dedicata ai Martiri della Resistenza friulana Medaglie d’Oro al Valor Militare alla Memoria Cecilia Deganutti, Virginia Tonelli e Giovanni Battista Berghinz

Quella di sabato 18 maggio 2019 è stata una giornata memorabile. Perché proprio di memoria si è trattato. Quella che Liliana Segre sostiene essere come un vaccino. E alla Risiera di San Sabba, inaugurando una lapide alla memoria di tre partigiani, Martiri, Medaglie d’Oro della Resistenza friulana, tutti i presenti hanno potuto ricevere un “richiamo” del vaccino della memoria.

Cecilia Deganutti, Rita, Virginia Tonelli, Luisa, e Giovanni Battista Berghinz, Barni, sono le tre luminose figure i cui nomi sono oggi incisi sulla pietra piasentina posata sul muro perimetrale del Cortile antistante la Sala della Commemorazioni del Monumento Nazionale della Risiera di San Sabba.

Le loro storie, diverse, come diversi furono l’ambiente sociale di provenienza, la formazione culturale, la fede politica e religiosa, ebbero un destino comune che, per non essersi piegati al tradimento, fu egualmente tragico per tutti.

Arrestati come politici e qui assassinati, come riporta la lapide appena inaugurata, dopo un doloroso calvario fatto di interrogatori e torture.

Due osovani e una garibaldina. Una crocerossina, un ufficiale del Regio Esercito e una comunista della pedemontana pordenonese, con un desiderio unico, comune: la libertà di tutti e per tutti.

Un momento della cerimonia alla Risiera di San Sabba per lo scoprimento della lapide dedicata ai Martiri della Resistenza friulana Medaglie d’Oro al Valor Militare alla Memoria “Rita”, “Luisa” e “Barni”. Sulla destra nella foto, la partigiana Medaglia d’Oro Paola Del Din

Cecilia Deganutti, Rita, lascia il suo lavoro di maestra per diventare infermiera della Croce Rossa e dedicarsi all’aiuto e alla cura dei giovani militari deportati, dei partigiani nascosti e dei civili feriti nei bombardamenti. Ma per lei, che ama sopra ogni cosa la giustizia, non basta. È così che prende parte alle operazioni di collegamento tra le formazioni combattenti e i Comandi delle Armate Alleate.

È così che conosce Fabio, il tenente Vinicio Lago, della missione Patriot. È insieme a lui quando cade in una trappola. Dopo un breve inseguimento, nel quale peraltro riesce a seminare gli agenti del Servizio di sicurezza, viene prelevata dalla sua abitazione dove era ritornata per accertarsi che alla sua famiglia non potesse accadere nulla di grave. Questa è la sua principale preoccupazione, quella che l’accompagna nel calvario che percorre e che la porta alla Risiera di San Sabba dove viene “soppressa” il 4 aprile 1944. Oltre a quella al Valor Militare, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Merito con Palma della Cri ad memoriam.

Per tratteggiare la figura di Virginia Tonelli, Luisa, mi piace prendere a prestito le parole di Mario Lizzero, Andrea, “una gracile donna del popolo alla quale fu negato il diritto all’istruzione, ad una professione desiderata, perfino un lavoro in Patria, nel suo paese, accanto alla sua gente, ha saputo affrontare il sacrificio della vita piuttosto che tradire i suoi compagni di lotta”.

Virginia, organizzatrice e anima dei Gruppi di Difesa della Donna, che a 40 impara ad andare in bicicletta, indispensabile mezzo di trasporto per una efficace attività politica, era solita ripetere alle compagne: “Non dovremo mai più dimenticare quanti uomini e donne del popolo sono caduti e quanti ancora cadranno in questa grande lotta in corso. Mai dimenticare!”. Tito Maniacco, grande uomo, poeta friulano, ha racchiuso in bellissimi versi la parabola della sua esistenza di donna fragile nel corpo ma dalla volontà ferrea, che non si piegò e per questo fu torturata e uccisa.

In memoria di coloro che non piegarono

e di Virginia Tonelli “Luisa”

che quando la terra era sotto il piede nazista e fascista

oscura parlò, convinse, lottò.

Catturata trasformò in silenzio l’odio del popolo

e in silenzio morì alla Risiera di San Sabba.

O tu che passi per il tuo pacifico lavoro

ricordati di ricordare.

Un allievo del Liceo Stellini interpreta la la biografia di Giovanni Battista Berghinz “Barni”

Giovanni Battista Berghinz prima di entrare nella Resistenza, tra le file delle formazioni Osoppo-Friuli, è stato ufficiale del Regio Esercito, con il compito di “osservatore dall’aeroplano”, impegnato su vari fronti, in Africa Orientale e da ultimo sul suolo francese.

Ma dopo l’otto settembre, non senza qualche difficoltà, torna in Friuli, si laurea in Giurisprudenza e diventa Barni. Barni, il cognome del prete che lo ha battezzato.

Si specializza in azioni di disturbo, sabotaggi alla linea ferroviaria, prelevamenti di armi, viveri e carburante, dimostrando una buona dose di coraggio e temerarietà, sfidando spesso il destino con gesta ardite senza curarsi molto della prudenza.

Arrestato il 28 luglio 1944, dopo crudeli torture, alle quali resiste senza tradire, il 12 agosto è alla Risiera di San Sabba dove è assassinato e incenerito nel forno crematorio.

Davanti alla lapide in memoria dei tre Martiri, la partigiana Medaglia d’oro, Paola Del Din

Dopo lo scoprimento della lapide da parte di Paola Del Din, ultra novantenne Medaglia d’Oro al Valor Militare, amica di Berghinz e di Cecilia Deganutti, insieme a una sorella crocerossina e al coordinatore regionale dell’Anpi, Dino Spanghero, tre studenti del locale Liceo Classico Jacopo Stellini, lo stesso frequentato da Giovanni Battista Berghinz, che prese la licenza nell’anno scolastico 1935-36, hanno dato voce ai tre Martiri interpretando una breve drammatizzazione delle tre biografie, opera della scrivente, responsabile del progetto, componente del Comitato provinciale Anpi di Udine.

Tutto è nato, infatti, da una visita alla Risiera e dalla constatazione della mancanza di una targa che ricordasse le tre Medaglie d’Oro della Resistenza friulana. Da quel giorno la decisione di impegnarmi per ottenere la posa di una lapide. La pietra utilizzata, piasentina, è simbolo del legame con il territorio in cui Rita, Luisa e Barni operarono.

La lapide in memoria dei tre Martiri

Il coro misto Lipa-Basovizza ha eseguito canzoni partigiane tra cui il brano Stoji Tam v gori partizan (Lassù, sui monti c’è il partigiano).

Oltre alle autorità civili e militari, hanno partecipato alla cerimonia i presidenti dei comitati provinciali e le rispettive delegazioni dell’Anpi delle province di Udine, Pordenone e Trieste, il presidente dell’Anpi di Pistoia-Valdinievole, Aldo Bartoli, in rappresentanza della città natale di Berghinz, Montecatini Terme. Particolarmente numeroso il gruppo dell’Anpi spilimberghese, promotore di un progetto di “Percorso della memoria” relativo a Virginia Tonelli, attraverso il recupero del luogo dove sorgeva la sua casa natale, della quale, dopo il terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976, restano solo tracce.

Ha preso parte alla cerimonia anche l’Associazione Partigiani Osoppo, rappresentata dal presidente, la Medaglia d’Oro Paola Del Din, e da un congiunto di Berghinz.

Foto di gruppo dopo la cerimonia

Osovani e garibaldini si sono commossi insieme nel ricordo di Rita Luisa e Barni, martiri della Resistenza friulana, uniti dalla fede incrollabile in un futuro di libertà.

Libertà e democrazia, fiori delicati che hanno bisogno di cure quotidiane, di memoria.

Ho dedicato la giornata al caro amico scomparso Elvio Ruffino.

Anna Colombi, componente del Comitato provinciale Anpi di Udine, responsabile del Progetto Risiera

 


Per leggere o scaricare il Quaderno realizzato dal Comitato provinciale Anpi Udine in memoria dei tre Martiri della Resistenza friulana, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Mamoria, Cecilia Deganutti, “Rita”, Virginia Tonelli, “Luisa”, e Giovanni Battista Berghinz, “Barni” clicca qui.