Dacia Maraini (Imagoeconomica)

Un rivelatore di problemi antichi e nuovi, e un’occasione di bilancio sull’esito delle continue, quotidiane, battaglie delle donne. La Giornata internazionale dei diritti della donna è anche questo. E in tempi di covid rende evidente, ancora una volta, che l’uguaglianza di genere segna il passo, anzi mostra strettoie, budelli che stritolano sempre più le donne di ogni età. E le spingono brutalmente indietro, nonostante le tante conquiste, ovviamente risultato di altrettante battaglie. Un esempio tra i tanti (la fonte è l’Istat): in Italia, nell’anno dell’emergenza covid, il 70 % di chi non ha più lavoro è donna.

Cosa racconta questo dato alla scrittrice Dacia Maraini?

Racconta che, nonostante l’emancipazione, siamo ancora dentro un sistema patriarcale in cui alle donne viene affidata la maggior parte dei lavori domestici, per cui è difficile dedicarsi completamente a una professione.

Quanto peso ha la mancanza di indipendenza economica sulla violenza domestica?

Tanto peso. Molte donne non denunciano proprio per non perdere la loro fonte di sopravvivenza. Naturalmente ci sono anche tante altre ragioni ma una delle più diffuse è proprio questa. E lo si può capire in quanto spesso le donne vengono espulse dal luogo di lavoro quando rimangono incinta o quando hanno bambini piccoli da accudire. Alla fine si tratta sempre di un fatto culturale: la divisione dei compiti, il valore del lavoro, la possibilità di accedere ai posti di decisione fa sì che le donne rimangano svantaggiate.

Le donne ormai sono alla guida di governi e istituzioni economiche in Europa e nel mondo. In Italia devono ancora alzare la voce per non restare in minoranza, oppure si ritrovano in prima linea solo quando si aprono fronti di crisi: politiche, economiche, sociali. Perché?

Perché il nostro è un Paese cattolico e per secoli da noi ha prevalso la dottrina di una Chiesa imperiale e intollerante (e quindi misogina). Ora per fortuna è cambiata, non ha più quella influenza sul costume e sulla creazione di valori che aveva fino a poco tempo fa. Ma le radici sono ancora lì e non è facile uscirne. Aggiungo che considero le parole di Cristo rivoluzionarie, ma sono state trascurate e dimenticate. Cristo non è mai stato misogino, anzi direi che in tempi di disprezzo del mondo femminile, ha sempre difeso e considerato le donne.

Maraini era una bambina durante la Resistenza.

Renata Viganò, autrice del libro “L’Agnese va a morire”

Non solo ero bambina ma ero chiusa in un campo di concentramento per antifascisti in Giappone e so cosa vuol dire pagare per le proprie idee, anche se naturalmente essendo bambina, erano le idee dei miei genitori, ma l’esperienza è stata esemplare per me e sono contenta che loro siano stati coerenti con le proprie scelte. Inviterei a leggere, per quanto riguarda l’Italia, un bellissimo libro che ha per protagonista una donna della Resistenza, anche se popolare e non basata sulla ideologia, ma su un forte senso di giustizia e difesa dei diritti civili. Si chiama L’Agnese va a morire di Renata Viganò.

In tempi di misoginia tossica, che vigliaccamente la fa da padrona anche sui social, ci sono parole in cui donne e uomini possono ritrovarsi, insieme, per costruire un domani diverso, ri-costruire un Paese in macerie, quasi come nel secondo dopoguerra?

Nella storia è sempre successo che il mondo abbia cambiato modo di lavorare: pensiamo al passaggio da un mondo contadino al mondo industriale, dal mondo delle candele a quello della elettricità, dal mondo del trasporto coi cavalli a quello delle automobili ecc. Il passaggio può essere duro e pesa certamente sui lavoratori, ma i cambiamenti non si possono fermare. Non si può tornare indietro. Molti lavori si perderanno e molte industrie chiuderanno. Ma il lavoro ci sarà sempre, perché il mondo vive di scambio e di produzione. Le parole che mi stanno a cuore sono: RISPETTO, ATTENZIONE, DIGNITÀ e AUTONOMIA. Se si parte col dichiarare che questi sono valori universali, credo che l’umanità possa farli propri e capire quanto siano importanti, che siano donne o uomini.