Il 27 gennaio un prezioso movimento della Memoria ha illuminato per le strade di tutto il Paese nomi e storie di persone finite nell’orrore.

Il 27 gennaio, cittadine, cittadini, studentesse, studenti, insegnanti, Sindaci, hanno risposto con entusiasmo civile all’appello dell’ANPI a riunirsi attorno alle Pietre d’inciampo sulle quali sono impressi quei nomi, la data del loro arresto, 80 anni fa, da parte dei criminali nazifascisti, quella della loro deportazione nei campi di concentramento. E del loro assassinio. Ebrei (un genocidio senza pari), politici, militari, omosessuali, disabili, rom, e coloro che si opposero, tra cui Partigiane e Partigiani.

Nel Giorno della Memoria – da Aosta a Torino a Novara, da Genova a Udine a Bolzano, a Trieste, a Pordenone, da Vicenza a Padova, a Monza, a Modena a Bologna a Pisa, da Ancona a l’Aquila a Roma (col Presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo e la Presidente provinciale Marina Pierlorenzi) fino a Bari, Brindisi, Caltanissetta… – il volto dell’Italia migliore, quella che Non Dimentica, che è impegnata a vigilare, a denunciare, ad essere attiva culturalmente affinché non accada più, si è spalancato su quello pessimo che dichiara abilmente, o che non sa (!), o peggio ha altro da fare, “sì ho sentito, ma è roba lontana”, un esistere penosamente irresponsabile, appoggiato su stesso.

Sono arrivate all’Ufficio comunicazione dell’ANPI nazionale un profluvio, letteralmente, di foto e racconti degli appuntamenti organizzati con cuore antifascista e anima costituzionale da Sezioni e Comitati provinciali dell’Associazione.

Fiori e ancora fiori e un patto detto negli occhi di restare sui piedi di un ricordo sveglio anche dal giorno dopo.

Sui profili social Fb e Instagram ANPI nazionale proprio dal 27 gennaio è stato pubblicato tanto, ma ancora non tutto. Si continuerà, magari in una raccolta complessiva. La Buona Memoria è umanità da far girare. Un motore di contagio.
Unico e decisivo.

Andrea Liparoto, responsabile comunicazione e stampa ANPI