Una piccola folla si accalca in circolo attorno a una corona di fiori. È l’ingresso di uno dei primi lotti che scende su via Massaia, quartiere Garbatella, Roma, VIII Municipio. La corona porta scritto il nome del partigiano Giuseppe Felici, giovanissimo della Garbatella. Vent’anni aveva quando scelse di prendere parte alla prima eroica pagina della Resistenza italiana.

“Giuseppe Felici ha combattuto la Battaglia di Porta San Paolo. Ferito, ha continuato la sua lotta, prima a Roma e poi in Sabina e a Rieti, dove è stato catturato e fucilato dai nazisti”, dice Corrado Morgia, presidente della sezione Anpi Garbatella-San Paolo-Ostiense di Roma.

La cerimonia è stata organizzata nella stessa data di quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno ed è stata promossa dal Municipio capitolino in collaborazione con Cara Garbatella, che da anni cura la memoria del quartiere e già vent’anni fa aveva raccolto e ricostruito con attenzione la storia del ragazzo.

Maya Vetri, assessora alla Memoria del Municipio VIII, ha aperto la cerimonia prendendo un impegno chiaro: questa commemorazione è il primo passo di una strada lunga che porterà all’apposizione di una targa e di due pietre di inciampo nel corso dell’anno. Una pietra sarà dedicata a Giuseppe e l’altra ad Angelo Felici, il padre, arrestato e deportato in Germania dai nazisti, per rappresaglia nei confronti dell’attività sovversiva del figlio. “Lavoriamo affinché la Memoria sia un esercizio attivo di democrazia –­ spiega Vetri – che coinvolga la comunità che oggi vive il quartiere nella narrazione delle storie del passato”.

Il presidente del Municipio VIII di Roma, Amedeo Ciaccheri

Le parole del presidente del Municipio VIII di Roma, Amedeo Ciaccheri, hanno chiuso la cerimonia sottolineando l’importanza dei luoghi nella trasmissione della Memoria nelle comunità territoriali, la creazione di inciampi per chi vive il presente, che ci ricordino costantemente che il valore della nostra libertà risiede nella scelta di chi decise di combattere. Una scelta, come l’ha definita Ciaccheri, inattesa, dettata da uno spirito di libertà in cui sempre dobbiamo confidare. Alla cerimonia era presente, anche Andrea Di Veroli in rappresentanza dell’Aned, Associazione nazionale ex deportati, e ha partecipato alla commemorazione anche il sindaco di Leonessa, Gianluca Gizzi.

Il partigiano e critico letterario Carlo Salinari con Luigi Longo, segretario del Pci dal 1964 al 1972

A Leonessa e nei monti circostanti della Sabina, Giuseppe Felici era stato inviato per coordinare le attività partigiane dopo essersi distinto per doti organizzative e militari nei Gap centrali di Roma, guidati da Carlo Salinari. Conosceva la zona, poiché la sua famiglia era originaria di Poggio Mirteto, e la copertura a Roma era saltata a causa di una retata che lo aveva costretto alla clandestinità. Scelse la via delle montagne, quelle della sua infanzia, dove in quel momento operavano alcune tra le più grandi formazioni partigiane del centro Italia.

Fu, però, nel reatino che venne arrestato da una pattuglia nazifascista. Il 9 aprile 1944 è fucilato dalle truppe d’occupazione. Già nel 1947 viene insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo coraggio e la valenza delle sue azioni nella Resistenza a Roma e nei monti della Sabina.

(Ringraziamo per le due foto l’Anpi provinciale di Rieti)

Le parole del presidente della sezione Anpi Garbatella-San Paolo-Ostiense, Corrado Morgia, racchiudono bene l’intensa passione dell’iniziativa che ha tracciato un solco e piantato un nuovo seme di Memoria per la Garbatella, rispolverando una vecchia storia appartenuta ai lotti di via Massaia. “Bisogna informare perché questa bestia non possa rinascere – ­dice Morgia –.­ L’antifascismo vuol dire libertà ­continua ­e la nostra libertà è il lascito più importante dei martiri. La nostra libertà è racchiusa nella Costituzione. La Costituzione della Repubblica dobbiamo difenderla come le pupille dei nostri occhi. La nostra Costituzione che è democratica, e la democrazia in Italia non c’era mai stata; che è antifascista, radicalmente antifascista, perché proclama la libertà per tutti; che è pacifista e ripudia la guerra”.