Giuseppe Dossetti

Chi ha avuto la fortuna di conoscere Giuseppe Dossetti, il partigiano “Benigno”, decisamente impegnato ancora in tarda età a difendere la Costituzione repubblicana e il primato del Parlamento rappresentativo di tutte le sensibilità del Paese, ancora oggi, a distanza di tanti anni, risente indelebile l’emozione di avere incontrato una persona unica per la sua attrattiva forza intellettuale insieme alla semplicità dei modi.

Dossetti era nato a Genava nel 1913. Nella foto, anno 1941, con la madre Agnese (dossetti.eu)

Con la vittoria del Polo delle libertà nel 1994 a fronte della minaccia di uno stravolgimento del patto costituzionale del 1948 mediante la “riscrittura “ della Costituzione, Dossetti avvertì l’imperiosa esigenza di rientrare nell’agone politico, da cui si era allontanato quaranta anni prima. Di qui la creazione dei Comitati per la difesa della Costituzione del 1948 voluti da uno dei principali protagonisti della storia politica nazionale.

Sin dalla sua partecipazione, giovane professore universitario, alla Assemblea costituente, Dossetti fu fautore dell’unità delle forze democratiche e progressiste e in particolare dell’incontro tra cattolicesimo democratico e la sinistra nel suo insieme. Ed anche in questa ultima fase del suo itinerario politico si avvertiva in lui la stessa passione che lo aveva indotto a partecipare alla Resistenza per combattere il fascismo e per costruire una società italiana nel suo assetto giuridico del tutto nuova rispetto alle strutture statali del passato. Fece questa scelta malgrado il tormento derivante dalla avversione per l’inevitabile violenza della lotta armata e dalla stessa sua vocazione per la pace.

1961 Don Andrea Gaggero e Italo Calvino reggono uno striscione alla prima Marcia della pace Perugia Assisi, al centro con il cappello Aldo Capitini

Un’altra personalità indimenticabile, come Andrea Gaggero – prete partigiano – aveva rappresentato come non facile fosse stato scegliere di salire in montagna per imbracciare il fucile. Anche Dossetti dovette molto combattere con se stesso nell’affrontare questa scelta, che si imponeva a fronte dello stragismo nazifascista, ma solo dopo una lacerante e sofferta esitazione non certamente per mancanza di coraggio, ma per soli motivi di coscienza.

Ed ancora non poteva non colpire chi lo incontrava l’altra determinazione di Dossetti di abbandonare la politica per il sacerdozio e la scelta della vita monastica estremamente povera in Palestina in piena “guerra fredda”.

1946, alla prima sottocommissione della Costituente si discutono i principi generali dei diritti e dei doveri dl cittadino. Nella foto da sinistra, Nilde Iotti e Palmiro Togliatti, Leonetto Amadei e Lelio Basso, Giuseppe Dossetti

Restava una grande incognita per la comprensione di questa straordinaria figura di intellettuale, vulcanico, inquieto, rigoroso e severo soprattutto con se stesso, il non avere esitato, dopo l’ordinazione al sacerdozio, a cancellare ogni testimonianza scritta del suo appassionato impegno politico.

Non poteva non suscitare una forte suggestione l’atteggiamento di Dossetti nei confronti di un capitalismo, che “spesso si rivelava profondamente anticristiano” rispetto alle istanze di giustizia sociale provenienti dalle classi lavoratrici militanti a sinistra. Fu proprio questo forse il motivo determinante per la collaborazione da parte di Dossetti con le forze laiche ed in particolare con Togliatti per la stessa redazione di alcuni articoli della nostra Legge fondamentale.

Dossetti a Gerico, Palestina, nel 1972 (dossetti.eu)

In un periodo di così forte disorientamento ideologico, soprattutto tra le nuove generazioni di fronte alla incertezza di un futuro pieno di incognite ma anche di insidie, è doveroso ricordare anche i tanti protagonisti cattolici come Dossetti, che fu presidente del Cln di Reggio Emilia, ma anche di altri credi e orientamenti religiosi che con la loro partecipazione diedero impulso e significato alla lotta resistenziale, spinti a combattere il nazifascismo ma anche con la speranza di costruire una società fondata sui valori della pace, della solidarietà e dell’uguaglianza.

Viviamo un periodo storico in cui la Repubblica non ha ancora formato i suoi anticorpi, non ha sradicato i vizi costitutivi del pensiero fascista, violento, razzista, aggressivo. Nessuna lotta coerente è stata condotta per decenni per far sì che le nuove generazioni non ereditassero i germi pericolosi del passato, gli orrori del dispotismo, le tenebre di una cultura, dalla quale si è usciti con tanti sacrifici, difficoltà e perdite umane.

La tomba di Dossetti nel piccolo cimitero di Casaglia a Monte Sole

Nell’attuale contesto, l’Anpi sempre più deve riuscire a rappresentare tutte le diverse componenti di quella comunanza di ideali e di aspirazioni che affratellò gli uomini della Resistenza di diverso orientamento ideologico, politico e religioso, in tutti i Paesi in cui essa si svolse.

Luigi Marino, coordinatore regionale Anpi Campania, componente Comitato nazionale Anpi