
“… Voi non avrete la soddisfazione, riservata ad altri, di vedere pubblicata sui giornali la lettera di addio dei loro cari, perché la presente non inneggerà né a quell’uomo che si fa chiamare duce né ad altri che non lo meritano”. Così scrisse nella lettera, indirizzata alla famiglia, il maggiore Antonio Ayroldi. L’aveva lasciata nella sua casa di Ostuni (Brindisi), sigillata, prima di partire per l’Africa. Quasi lo vediamo mentre mette al sicuro quella lettera ed esce di casa con il suo essenziale bagaglio da soldato. Era giovane, Antonio, e bello con quello sguardo chiaro, limpido. Come tutti gli eroi. Si preparava “a combattere una guerra di cui nessuno è convinto”. “Ci vado perché ho il dovere di salvare la Patria prima da quello che chiamano nemico, poi dai veri nemici: quelli che, con anima e camicia nera, oggi la stanno martoriando”.

Il percorso di questo ufficiale, venuto dal Sud come tanti, verso la Resistenza è in questa lettera-testamento. Un percorso che lo avrebbe portato a decisive e indispensabili azioni di aiuto ai partigiani, ma anche alla prigionia e alla tortura sino all’estremo sacrificio: fucilato alle Fosse Ardeatine, a 38 anni, il 24 marzo 1944 assieme ad altri 334 uomini. Una strage agghiacciante programmata in poche ore dai nazisti con la fattiva complicità dei fascisti.
Decorato dallo Stato italiano con Medaglia d’Argento al Valor Militare, presto il maggiore Antonio Ayroldi avrà la sua Medaglia d’Oro. A conferirla alla famiglia Ayroldi sarà il Comune di Ostuni. Così si legge nell’annuncio: “Nella seduta dello scorso 30 aprile il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità il conferimento della Medaglia d’Oro al Maggiore Antonio Ayroldi, partigiano e patriota ostunese, fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. È la prima volta che la nostra Città attribuisce questa massima onorificenza civica, secondo quanto previsto dal Regolamento per la concessione delle civiche benemerenze. Con questo riconoscimento, Ostuni rende omaggio al coraggio, al senso di giustizia e all’amore per la Patria del Maggiore Ayroldi, già Medaglia d’Argento al Valore Militare alla Memoria. Un uomo che, dopo l’8 settembre 1943, scelse la via della Resistenza e pagò con la vita il suo impegno per la libertà. Un atto di memoria e di civiltà che scrive una pagina importante nella storia della nostra comunità, nel segno della democrazia e dei valori fondanti della Repubblica”.
Enzo Cappetta, docente e già presidente del Forum della società civile di Ostuni, così commenta: “Il Consiglio Comunale riconosce il sacrificio personale, il forte senso di giustizia, l’amore per la propria Patria e lo spirito di abnegazione civica che ha caratterizzato la vita e la morte del Maggiore Antonio Ayroldi… vittima della strage nazifascista alle Fosse Ardeatine, dove furono fucilati 335 partigiani-patrioti italiani”.

Il 16 gennaio 2016 la Città, con l’Amministrazione Comunale, aveva dedicato alla memoria del Maggiore Antonio Ayroldi una “Pietra d’Inciampo” davanti alla sua abitazione in Corso Cavour, numero 50, a Ostuni.
«Ufficiale dell’esercito italiano — si legge nel bel libro “L’Esecuzione, un uomo comune alle Fosse Ardeatine” di Antonella Ayroldi e Francesco Calamo Specchia, pubblicato nel 1997— combatté in Africa; dopo l’8 settembre 1943 non diede seguito alle insistenti richieste di presentarsi al comando tedesco ed entrò in contatto con la Resistenza romana. Divenne un elemento indispensabile per la organizzazione e il coordinamento delle formazioni partigiane attive nel centro d’Italia. Scoperto, fu imprigionato in via Tasso a Roma. Torturato, fu condotto e ucciso alle Fosse Ardeatine».
E ancora: «Muore un uomo normale che vive la tragedia della guerra e comprende la violenza autoritaria dei regimi fascista e nazista. Sceglie di battersi per la libertà, insieme a tanti altri italiani civili e militari, tutti partigiani in difesa dell’Italia che resiste. Grazie Maggiore Antonio Ayroldi. Grazie al Consiglio Comunale di Ostuni che ha voluto ricordare e scrivere nella Storia della Città, un “uomo comune” morto nel segno della Libertà e della Resistenza al fascismo, al nazismo e a ogni regime autoritario».

Quindi, Medaglia d’Argento al Valor Militare, l’intitolazione di una strada centrale della città in cui è nato (Corso Maggiore Antonio Ayroldi), posa della pietra di inciampo (una delle poche al Sud dedicate alle vittime del nazifascismo), avvenuta con una cerimonia alla quale aveva partecipato la partigiana Lidia Menapace. Ostuni e l’intera Italia non dimenticano i loro eroi della Resistenza.
Ma mancava qualcosa al riconoscimento di questo coraggio, di questa determinazione per l’ideale di libertà del maggiore Ayroldi, che aveva aderito, dopo l’8 settembre, al Fronte Militare Clandestino di Montezemolo, in pieno regime e in piena occupazione nazista. Lo dice e scrive da anni la presidenza del Comitato provinciale Anpi Brindisi. Lo dice da tempo la presidente della sezione Anpi di Ostuni, intitolata proprio al partigiano, la nipote Isabella Ayroldi. Che mancava? Una Medaglia d’Oro, una massima onorificenza per il più grande sacrificio. Ci ha pensato il Comune della sua città. La famiglia Ayroldi, assieme ad Anpi provinciale Brindisi, ringrazia l’Amministrazione comunale e il Consiglio comunale di Ostuni per questo riconoscimento. Ci si prepara alla cerimonia di consegna. La memoria non muore.
Tea Sisto, presidente sezione Anpi Brindisi
Pubblicato mercoledì 7 Maggio 2025
Stampato il 07/05/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ci-guidavano-le-stelle/medaglia-doro-dal-comune-di-ostuni-al-partigiano-antonio-ayroldi-fucilato-alle-fosse-ardeatine/