L’Udik è un’associazione che, come riassume l’acronimo, è costituita da donne italiane e kurde (o scrivendolo all’italiana, curde): nasce nel 2021 con gli auspici dell’Istituto Cervi cui molte delle donne italiane fanno riferimento, però viene registrata nel 2022.

L’associazione ha per scopo la creazione di un coordinamento stabile tra donne italiane e donne kurde, che si riconoscono nei princìpi costituzionali e quindi nei valori della libertà, dell’uguaglianza, giustizia, solidarietà e della pace, al fine di:

  1. far uscire dal silenzio e dal buio le donne kurde e la loro drammatica storia, dando loro voce e volto con continuità e partecipazione;
  2. sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica, in particolare le organizzazioni giovanili attraverso le più diverse forme di comunicazione, alle tematiche e alla situazione delle donne kurde, a partire dal Kurdistan iracheno dove le combattenti, le analfabete, le donne coi loro bambini, le casalinghe di diverse etnie, religioni o opinioni politiche sono ancora relegate nei campi profughi;
  3. promuovere a livello nazionale la conoscenza e il riconoscimento del genocidio e della pulizia etnica che ha subito il popolo kurdo;
  4. scambiare e trasmettere le memorie, le culture e i vissuti tra le donne italiane, le donne dell’Iraq e le donne curde, sulle rispettive resistenze, sui processi di emancipazione e sulle lotte mai finite per l’acquisizione dei diritti fondamentali;
  5. orientare, informare e formare attivando progetti/processi utili allo sviluppo educativo, politico e culturale e alla affermazione della piena dignità della persona;
  6. contribuire a diffondere cultura, mentalità, comportamenti, ispirati al profondo rispetto degli altri, uomini e donne, nello spirito della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo;
  7. contribuire, con iniziative di vario genere, alla conoscenza di tali documenti fondamentali al fine di implementare un contesto sociale di regole condivise e rispettate;
  8. creare strumenti adatti a perseguire tali finalità, come giornali, riviste, periodici, e pubblicazioni varie, sia di tipo cartaceo che multimediale.
(Imagoeconomica)

Con un comunicato, il direttivo ha preso posizione dopo l’accordo che ha visto pochi giorni fa l’accettazione da parte della Nato del baratto proposto dal presidente turco Erdogan tra gli esuli curdi in Svezia e Finlandia e l’entrata nell’Alleanza atlantica dei due Paesi nordici:

(Imagoeconomica)

“Con il Memorandum Trilaterale del 28 giugno la Turchia consente l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato in cambio della libertà di molti attivisti kurdi esuli nei due Paesi e della persecuzione sistematica di partiti e istituzioni del Kurdistan.
Cedendo al ricatto della Turchia, la Nato ha aperto le porte alla Finlandia e alla Svezia e le ha chiuse alle leggi e ai trattati europei, alla giustizia, ai diritti umani e ai valori fondanti delle democrazie dell’Occidente.
Le donne italiane e kurde di Udik vogliono ricordare che la Turchia persegue il genocidio del popolo kurdo anche al di fuori dei propri confini. Allo scopo la Turchia:
occupa con le sue truppe il cantone di Afrin nel Rojava, in Siria e vi stabilisce il governo del terrore dei suoi alleati jihadisti che equivalgono all’Isis;
annuncia di voler completare la conquista del Rojava per distruggere un’esemplare amministrazione democratica e portare a termine la sostituzione etnica;
bombarda con aerei, droni e artiglieria pesante i territori del KRG, la regione kurda in Irak che ospita comunità cristiane e yazide, già duramente provate dalla barbarie dell’Isis, denunciando pretestuosamente la presenza di attività terroristiche nella regione;
entro i propri confini ha distrutto con l’esercito lo storico quartiere Sur di Diyarbakir e la città di Cizre, in entrambi i casi con innumerevoli vittime civili in un contesto di particolare ferocia.
Le donne italiane e kurde di Udik sottolineano la incompatibilità tra i princìpi che reggono la Nato e la dittatura attualmente vigente in Turchia, un immenso carcere per turchi, kurdi e cittadini di altri Paesi, in cui viene comminato l’ergastolo per reati di opinione.
Per quanto riguarda la persecuzione nei confronti dei partiti del Kurdistan prevista dal memorandum Trilaterale, le donne italiane e kurde di Udik osservano che:
le donne e gli uomini delle unità di difesa popolare del Rojava YPJ e YPG e il loro partito PYD alleati dell’Occidente hanno sconfitto l’Isis in Siria con il sacrificio di 12 mila vite, tanto che la Svezia ha sostenuto finanziariamente l’amministrazione del Rojava fino alla firma del Memorandum.
Le donne italiane e kurde di Udik chiedono di conseguenza al Presidente della Repubblica Italiana, al governo e al Parlamento di operare nel rispetto dell’art. 10 della Costituzione italiana nell’ottica della solidarietà e dell’accoglienza nei confronti delle donne e degli uomini kurdi eventualmente estradati da Svezia e Finlandia e di continuare ad assicurare il sostegno al popolo kurdo e al Rojava”.

Certo non incoraggia la trasferta di Draghi in Turchia…

Floriana Rizzetto, presidente comitato provinciale Anpi Padova e componente del comitato nazionale Anpi