Un momento della marcia del 20 febbraio scorso a Matera (da sassilive.it)

Leggendo dell’iniziativa di sabato 20 febbraio nella città di Matera, promossa da Cgil, Cisl e Uil, insieme a numerose altre associazioni, dal titolo ”R-Esistenza Resiliente, verso una nuova marcia per la cultura e il lavoro”, viene da pensare alla novità dell’evento. In realtà non è così, perché una iniziativa analoga era stata promossa già nel 2017, quando aleggiava nell’aria l’ipotesi che la citta dei sassi sarebbe potuta diventare la capitale europea della cultura, come poi accadrà nel 2019.

La marcia da allora non si è fermata e anche in tempi di covid-19 ha un alto valore simbolico per più e diverse ragioni.

Un altro momento della marcia a Matera, nel rispetto delle norme anticovid (da sassilive.it)

La prima: è un processo che non si arresta perché cultura e lavoro continuano di pari passo a dare dignità a un mezzogiorno bisognoso dell’una quanto dell’altro, oppure perché sono obiettivi ancora da raggiungere, ipotesi più accreditata se pur meno appagante. La seconda: pensare che si “cammini”, cioè si “marci” invece di far passare un messaggio tanto partecipativo solo attraverso lo schermo di un computer, è senz’altro più stimolante e coinvolgente. La terza: si marcia insieme. Cgil, Cisl, Uil uniti a tanti altri compagni di viaggio sul terreno dei diritti e delle conquiste costituzionalmente riconosciute. Ecco che non può dunque mancare l’Anpi, che vi partecipa al massimo livello. È lo stesso presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo che segna la presenza dell’associazione nazionale dei partigiani d’Italia attraverso un contributo video che vi proponiamo.

Pagliarulo sottolinea come le tante sigle che aderiscono alla marcia sono lo specchio di quelle lo scorso gennaio hanno aderito all’appello lanciato dall’Anpi su base nazionale dal titolo “Uniamoci per salvare l’Italia”, un appello in cui è scritto “cambiare per rinascere”, “ricomporre ciò che è disperso”, “unire ciò che è diviso”, “donare vicinanza dove c’è solitudine”, “vincere la paura costruendo fiducia”. La cultura diventa dunque la leva del lavoro e il lavoro è creatore di cultura. Pagliarulo lo dice chiaramente mettendo al centro della sua riflessione la Costituzione, memoria di un popolo e al contempo attualità. E ciò accade proprio a Matera, simbolo del riscatto di tutto il mezzogiorno eppure desiderosa di inseguire nuovi traguardi. Su tutti, il traguardo dell’accreditamento dei giovani in una società che sembra disinteressarsi di loro.

Ecco dunque il significato di questa marcia, segno di un’idea che cammina, che non si ferma perché non può. Ecco il grido di allarme dei lavoratori e delle lavoratrici del settore della cultura e del turismo, con la speranza che abbatta barriere e confini e costruisca uno spazio dove i valori che vedono al centro la persona prevalgano su quelli che vedono predominare l’interesse e quindi si possa salvaguardare il diritto più importante, quello alla felicità (soprattutto dei giovani, per dirla con Pagliarulo). Uniti dunque, ci ricorda infine il presidente nazionale Anpi, per cambiare l’Italia, per salvare l’Italia, come partigiani di oggi nel ricordo di quelli di ieri.

Il lungo cammino ha avuto un ulteriore approdo nella due giorni del Tesseramento Anpi in cui molte ragazze e ragazzi della Basilicata si sono iscritti o hanno rinnovato l’adesione all’associazione dei partigiani. In un bel video, realizzato con la supervisione di Danilo Di Chio, responsabile progetti e comunicazione di Anpi Basilicata, ci raccontano le loro motivazioni.

Buona visione con le parole e le immagini di Sabrina Saggese, Savino Pallottino, Armando Mastromartino, Michele Fasanella, Antonio Prestera, Marco Di Geronimo, Rachele Fundone, Andrea Cilibrizzi, Michele Magno, Wanda Savella (da https://www.facebook.com/watch/?v=429436441453979)

Vincenzo Calò, coordinatore Anpi Area sud, componente segreteria nazionale Anpi