Roma, sede nazionale Anpi. Il primo l’incontro per l’alleanza antifascista. Il presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo; accanto il vicepresidente nazionale vicario, Carlo Ghezzi. Appoggiato alla parete di fondo, Andrea Liparoto, Segreteria nazionale, responsabile comunicazione; sulla sinistra, Vincenzo Calò, Segreteria nazionale; di spalle Mattia Santori delle Sardine

Doveva essere innanzitutto un incontro di ascolto. È stato molto di più, una risposta convinta alla chiamata dell’associazione dei partigiani. Alla base del confronto le analisi e le proposte riassunte nella risoluzione del Comitato nazionale Anpi. È il 4 dicembre, una settimana appena è trascorsa dal messaggio lanciato alla società civile, cuore del documento finale di quella riunione, per una grande alleanza democratica e antifascista che metta al centro la persona, il lavoro e la socialità. Troppo urgente e importante arrivare all’obiettivo: mettere insieme energie le più vaste possibile per ricostruire e trasformare un’Italia dolente, piagata dal covid e dagli errori antichi portati a galla dalla pandemia.

Non si parte da zero si è detto più volte, c’è la strada tracciata dalla Costituzione e le parole chiave che hanno unito nella lotta di Liberazione: democrazia, libertà, giustizia sociale, solidarietà, pace.

Fin dal principio si capisce che il Tavolo non è il semplice allargamento dell’importante esperienza Mai più fascismi. Il momento storico, cruciale, sottolinea il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, “richiede azione, non di rimessa, bensì di attacco”.

Video collegati o in presenza nella sede nazionale Anpi, ci sono Maurizio Landini, segretario generale Cgil, Roberto Rossini, presidente delle Acli; Mattia Santori, portavoce delle Sardine; i rappresentanti parlamentari dei due maggiori partiti della maggioranza: per la prima volta il M5s con ben tre esponenti, il capo politico Vito Crimi affiancato dai vice capigruppo pentastellati di Palazzo Madama e Montecitorio, Andrea Cioffi e Riccardo Ricciardi; per il Pd c’è Walter Verini. C’è Arturo Scotto di Articolo uno, Maurizio Acerbo di Rifondazione. E ancora: la Cisl con Paolo Alciai e la Uil con Felice Alfonsi; Libera con la vicepresidente Lucilla Andreucci; Vincenzo Vita nella doppia veste di esponente di Ars, associazione per il rinnovamento della sinistra, e dei giornalisti di Articolo 21; Legambiente con il presidente Stefano Ciafani; Libertà e Giustizia; l’Unione degli universitari e la Rete della conoscenza; Alfiero Grandi del Coordinamento per la democrazia costituzionale, i presidenti di Cvl, Fivl, Fiap, Aned, Anppia, e dell’Istituto Cervi.

Un momento della relazione del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo. In sala, centrale, Vincenzo Vita, Ars e Articolo 21. Alle sue spalle, Fabrizio De Sanctis, Segreteria nazionale Anpi

Accanto al vicepresidente vicario dei partigiani, Carlo Ghezzi, il presidente Pagliarulo rivendica il ruolo politico dell’associazionismo, sia laico sia quello che fa riferimento alle fedi religiose. Richiama l’enciclica Fratelli tutti e il convegno sull’economia circolare di Assisi. Chiarisce fin da subito cosa non vuol essere l’unione immaginata: “Non un super partito” ma un’intesa fattiva capace di elaborare indirizzi, direzioni di marcia e priorità”, per progettare e costruire una società nuova, nel segno dei valori del patto costituzionale, appunto. Quindi, altro punto dirimente, non la restaurazione dei modelli economici, sociali e valoriali che tanti guai hanno portato. Sarà la vocazione antifascista il cemento e il carburante di una rete che dovrà tenere insieme soggetti diversi con differenti missioni, in una relazione virtuosa permanente perché “non si può limitare al presente, deve guardare avanti”. Senza sconfessare il rapporto con le forze politiche di progresso, “essenziale di fronte ai pericoli di una deriva nazionalista”. Certamente gli interlocutori saranno il governo, misurato sui fatti, e il Parlamento dove, nel rispetto dell’architrave istituzionale stabilito dalla Carta, è incardinata la sovranità popolare. Ricorda l’attitudine dello stare insieme alle persone di Carla Nespolo, la presidente Anpi recentemente scomparsa; la figura di Tina Anselmi, la partigiana prima donna ministro della Repubblica che diede avvio al sistema sanitario nazionale, oggi polverizzato dai limiti insiti nel rapporto Stato-Regioni introdotto dalla riforma costituzionale del 2001.

Partendo dai comuni “fondamentali”, l’invito esplicito è ad avviare un percorso da estendere come cerchi d’acqua alle tante realtà del Paese, al mondo del lavoro, dei giovani, all’informazione, la cultura, le arti, la scienza. Per rispondere al bisogno di un nuovo legame sociale, progressivo-europeo-solidale, aprire un processo che non sia un vincolo e neanche una somma. E cominciare da un comune appello, nella consapevolezza che ogni parola di unità fa bene alla salute del Paese: “salvare e cambiare sono oggi sinonimi in Italia”.

Scatta l’applauso, spontaneo, inaspettato. Poi seguono tre ore di confronto, molto interessanti. Tutti gli interventi (qualcuno più sintetico, altri che hanno utilizzato per intero i dieci minuti a disposizione) partiranno dal ricordo e l’omaggio a Carla Nespolo, la straordinaria combattente per la libertà e la democrazia, e dall’apprezzamento per la relazione del presidente dei partigiani, Pagliarulo. Un pensiero è rivolto a Lidia Menapace, sono le ore in cui l’anziana partigiana sta combattendo l’ultima battaglia.

Vincenzo Vita, Ars e Articolo 21 (Imagoeconomica)

Il primo a prendere la parola è Vincenzo Vita. Da rappresentante di Ars anticipa la volontà di stringere un rapporto di comunanza e attività su tutti i temi evocati dal presidente Anpi. Per Articolo21 pone all’attenzione il capitolo normativo sulle querele cosiddette temerarie, strumento di condizionamento della libertà di informazione, e dell’abolizione del carcere per i giornalisti fermo da tempo, anche nella legislatura in corso. “Il mondo dell’informazione non è fatto, come si è insinuato nel profondo di una parte del ceto politico, di persone ricche e benestanti, chi scrive sono precari pagati tre o cinque euro, paralizzati dal timore di risarcimenti milionari”. Il diritto di informare i cittadini, sotto questo aspetto, non è compromesso solo in Ungheria o in Polonia ma pure in Italia. La proposta è di introdurre una questione tanto importante e cruciale nell’appello che verrà elaborato.

Vito Crimi, M5s (imagoeconomica)

La novità, cartina di tornasole della qualità della proposta degli eredi della Resistenza, è l’adesione del M5s. “Siamo con l’Anpi” annuncia il capo politico Vito Crimi. Unitarietà è il termine scelto per condividere il percorso tracciato, “impegnando” la sua formazione politica a lavorare su provvedimenti esclusivamente migliorativi del Titolo V nel rapporto Stato-Regioni e ad evitare revisionismi spinti che possano stravolgere il dettato. Inoltre il M5s sarà presente e disponibile, aggiunge Crimi, a ogni iniziativa concreta per ridurre le tensioni sociali, il combustibile che nelle piazze ha visto l’inserimento di elementi destabilizzanti e di violenze che riportano indietro ad anni bui. Nell’impossibilità di seguire personalmente l’intera riunione, il Movimento continuerà a presenziare alla riunione con i vicepresidenti dei gruppi parlamentari.

Il segretario generale Cgil, Maurizio Landini (Imagoeconomica)

Come nell’Anpi, anche in Cgil si è coscienti di vivere una cesura col passato segnata dalla pandemia, dice il segretario generale Landini, che individua nel territorio il luogo dell’azione di cambiamento, nella vicinanza e prossimità alle persone, in un obbligato orizzonte di riferimento mondiale. Riflette sui soggetti protagonisti del cambiamento: le presidenziali americane hanno sorpreso, pur in un sistema molto differente, per la partecipazione senza precedenti e il peso, nella sconfitta di Trump, del voto dei giovani e delle donne. Per l’Italia è imprescindibile la dimensione europea, pone il tema dell’utilizzo delle risorse dell’Unione, del tipo di Europa che vogliamo e delle politiche da adottare. Sul come fare evoca lo slogan dei primi 90 “pensare globalmente, agire localmente” di Agenda 21. “Non c’è da aspettare il passare della nottata”, piuttosto investire nello Stato sociale, nei servizi sanitari territoriali, nell’integrazione, nella scuola e nella formazione, da far divenire “diritto permanente”, puntando all’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, e poi “lavoro, lavoro e ancora lavoro”. Da difendere, certo, e soprattutto da creare mentre l’attuale crisi sta aumentando la competizione tra pubblico e privato, dipendente e autonomo. Va rifondata una cultura politica che assuma anche quella sindacale perché, secondo il segretario generale Cgil, il sovranismo in Italia, in Europa e pure negli Usa è figlio della rottura tra mondo politico e mondo del lavoro. E nella storia sindacale va superata anche la divisione tra le tre grandi confederazioni, frutto di un periodo storico e di un quadro politico che non ci sono più. Se da noi si è ottenuto, unico Paese in Europa, il blocco dei licenziamenti, è grazie all’impegno unitario dei tre sindacati. Un ulteriore passo, dunque, dovrebbe andare nella direzione di un unico sindacato e ciò richiede partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori. Infine richiama l’assenza di una legge sulla rappresentanza, pur indicata dalla Costituzione.

Walter Verini, Partito democratico (Imagoeconomica)

Piace al dem Verini il cenno del presidente Anpi all’enciclica di papa Francesco, testo che l’esponente del Pd ha regalato ai parlamentari, esiste addirittura un intergruppo intitolato Fratelli tutti. Concorda sul rafforzamento della presenza dello Stato, dove si crea il vuoto subentrano malaffare, usura, mafie, e lancia un amo sulla libertà di informazione. Tra gli alert da condividere, il favore per la pena di morte di metà degli italiani registrato nell’ultimo rapporto Censis, che svetta a oltre il 44% tra i giovani. Terreni comuni di lavoro? Una nuova Europa, superando le farraginosità, affermando una democrazia inclusiva che abbia però la capacità di decidere rapidamente: e priorità è una battaglia contro l’odio, contrapponendo un comune linguaggio rispettoso della democrazia e di ogni diversità, che abbatta e non alzi muri. Su un punto torna più volte: il Partito democratico accoglie la sfida del cambiamento e dell’alleanza ma il percorso deve conosce tappe di ulteriore allargamento, come insegna l’esperienza della Resistenza. Coinvolgendo i testimoni dell’antifascismo e della Liberazione ed esponenti della cultura, dell’arte, delle professioni, della ricerca del giornalismo, uno schieramento militante e attivo nella nascente rete.

In sala, accanto a Santori, Arturo Scotto di Articolo uno

L’emergenza culturale e l’attrazione verso il populismo sono fonte di preoccupazione anche per la Cisl, dice Alciai. Riprendere un modello di sviluppo capace di contrare il rancore sociale e diffuso, mettere al centro la scuola, la salute, l’occupazione, il Censis segnala 5 milioni di lavoratori a nero. Se l’elenco degli strumenti concreti per realizzare una società più giusta è lungo, sono una manciata i concetti fondamentali su cui operare: centralità della persona, dell’etica e della vergogna (“nessuno in questo Paese prova più imbarazzo per le malefatte”), lotta al populismo, lavoro che dia nuove professionalità; argomenti inglobati nella più ampia definizione di emergenza culturale, nel cui contrasto indica la prima azione dell’operato della rete.

Arturo Scotto, Articolo uno (Imagoeconomica)

Essenziale per Scotto di Articolo uno costruire un’agenda per superare problemi nuovi e antichi rinvigoriti da scelte di fondo fallimentari e politiche di austerità. Mette in luce la crescita di ricchezza dei colossi del web in tempo di pandemia, e per contraltare l’aumento di domanda di beni pubblici da sottrarre al profitto e al mercato. Concorda con Verdini sulla necessità di ampliare il fronte della partecipazione, e con Vita sulle libertà di informazione e di espressione a rischio, “opportuno costruire iniziative per il rafforzamento della democrazia”. Ragiona sulle conseguenze dell’indebolimento dello Stato in ogni luogo del mondo, benzina per nazionalismi, populismi, antiscientismo, messaggi millenaristi che hanno sostituito le ideologie, cita Gramsci, “la scuola è maestra ma non ha scolari”, torna sul buon esempio della partecipazione statunitense al voto. Decisivo ritrovarsi intorno a un paradigma nuovo con le energie progressiste e mettere avanti una funzione redistributrice del pubblico, dello Stato; fare un salto di qualità nel processo di integrazione europea in un’Unione tornata ad essere una potenza politica e che, pur parzialmente, con il Recovery Fund ha saputo rispondere all’emergenza.

Mattia Santori, Sardine

Va detto che in numerosi, tra quanti seguivano i lavori, avevano chiesto di contribuire al dibattito: Rossini per le Acli, Ciafani di Legambiente, Aniani della Fiap, Colonna dell’Anppia. Purtroppo le difficoltà di connessione hanno impedito loro di intervenire.

Secondo Dario Venegoni dell’Aned l’antifascismo è una minoranza nel Paese, l’orizzonte va allargato a uno scenario internazionale, l’idea stessa di democrazia arretra in tutto il mondo. Da noi Salvini ha perso, aggiunge, ma per poco. Biden ha vinto grazie a un mondo che si è ribellato a vivere di uno stato di guerra continua. Sottolinea il prezioso ruolo in Italia del volontariato, grande e minuto, dell’abnegazione degli insegnanti, degli operatori sanitari. Due le priorità: allargare il fronte all’esercito del volontariato che sta tenendo insieme il Paese; e puntare sul lavoro e sui giovani. A suo giudizio, l’Europa non ha dato affatto risposte alla crisi pandemia, non contano solo i fondi stanziati, politicamente ogni Paese si è mosso per conto proprio.

Andrea Cioffi, M5s (Imagoeconomica)

Secondo Cioffi, M5s, è necessario smantellare la paura per evitare l’avanzata delle destre, cambiare il linguaggio per affascinare le persone, coinvolgendo chi lotta ogni giorno per la sopravvivenza. Non mancano i dubbi, per esempio su come realizzare la sinergia tra generazioni, con giovani svezzati da decenni di liberismo sfrenato, sposato dalla sinistra, in un pianeta dove le piattaforme commerciali sul web incassano profitti enormi; avviare dunque una riflessione sul sistema di tassazione, in un quadro europeo, per invertire la rotta di un Paese dalle disuguaglianze ormai vertiginosamente dilatate. Richiamando l’intervista del Fatto a Vincenzo Visco, ricorda che le imposte sui redditi da lavoro, pubblico e autonomo, generano un gettito pari al 18% del Pil mentre il contributo delle rendite e delle grandi ricchezze sfiora appena il 6. Cambiare ciò che non va, trasformando la crisi in opportunità, è compito della politica, ma può riuscirci unicamente con l’accordo del popolo, altrimenti “è una pazzia”.

Alfiero Grandi, Coordinamento per la democrazia costituzionale (Imagoeconomica)

Grandi del Coordinamento per la democrazia costituzionale dopo aver constatato come i giovani riconoscano nell’associazione dei partigiani un punto di riferimento, affronta il nodo delle autonomie regionali differenziate, “un cenno vago ne ha fatto Crimi riferendosi al Titolo V”, su cui sia l’Anpi sia altri soggetti della società civile (Cgil, Arci tra i tanti) si sono espressi criticamente. Il Parlamento non può essere inchiodato sulla riforma del Titolo V, tuttavia occorre introdurre una norma di salvaguardia dei diritti sanciti dalla Costituzione, a cominciare dalla salute, e l’obbligo per il governo di far rispettare l’unità nazionale. Secondo tema rilevante, la legge elettorale. Nel maggio 2019, ricorda, le Camere hanno approvato la proposta Carderoli, un riproporzionamento del Rosatellum. Ora, dopo il taglio dei parlamentari, per la sua attuazione il governo è obbligato a ridefinire i collegi. Di conseguenza, in caso di lacerazione politica, votando con una legge voluta dalla Lega e passata grazie ai voti 5stelle, la destra vincerebbe, incassando il 40%. Servirebbe dunque una nuova legge elettorale che rappresenti davvero il Paese e superi lo scandalo di deputati e senatori nominati dall’alto, responsabile della perdita di credibilità della politica. Terzo tema, la mancanza di una discussione politica aperta che coinvolga sindacati, imprese e altri soggetti nella gestione dei fondi e degli investimenti pubblici per la ripresa. E resta sul piatto la necessità di una patrimoniale.

Maurizio Acerbo, Rifondazione comunista (Imagoeconomica)

È il turno di Acerbo. Il segretario nazionale di Rifondazione apprezza la presenza dei 5stelle, ma ricorda il taglio dei parlamentari, esprime critiche al governo sui migranti, segnala il vuoto di soccorso nel Mediterraneo, e sull’insufficiente riscrittura dei decreti sicurezza anche sul piano delle misure in materia di ordine pubblico; auspica si vari una moratoria, almeno per quest’anno, sull’acquisto di sistemi d’arma offensivi, evidenza che l’Italia continua a non sottoscrivere il trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, nonostante all’Onu si sia giunti alla 52° ratifica. Motivo di preoccupazione sono le autonomie differenziate, ragionare sulla modifica del Titolo V, a cui aggiunge il pareggio di bilancio inserito in Costituzione nel 2012.

Lucilla Andreucci, Libera (Imagoeconomica)

Andreucci, portando la vicinanza di don Luigi Ciotti, ricorda il cammino intrapreso con Anpi fin dalla nascita di Libera. Auspica altri momenti di incontro, in una preoccupazione condivisa che vede Libera già impegnata a più livelli sia con i giovani sia con le vecchie generazioni. Nel disegno di un cammino comune riuscire a farsi punto di riferimento di un Paese smarrito. La proposta è di guardare alle donne e di promuovere la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, nella vita politica e sociale, un mondo femminile che è grande protagonista nel Terzo settore e nel volontariato. In sintesi, “per fare cose, Libera c’è”.

Investire su sanità, lavoro, scuola, sicurezza, è per la Uil la strada nuova. Felice Alfonsi sollecita un confronto con le parti sociali prima di destinare le risorse europee, che andrebbero impiegate anche per colmare il divario sociale ed economico tra Nord e Sud. Per il sindacato l’anno che verrà sarà dedicato all’attenzione massima alla sicurezza sui luoghi di lavoro, con lo slogan “zero morti sul lavoro”.

Dalla volontà di Carla Nespolo di procedere unitariamente tra le associazioni partigiane, parte la riflessione di Francesco Tessarolo, Fivl. Propone di aggiungere nella relazione al richiamo a Tina Anselmi la figura di Gisella Floreanini, nella repubblica dell’Ossola commissaria alla beneficienza, interpretata come diritto alla salute e interesse collettivo, l’idea in nuce del futuro art. 32 della Costituzione. Ritiene che le direttive illustrate da Gianfranco Pagliarulo siano realisticamente realizzabili, praticabili, pur nella consapevolezza delle difficoltà. Nel segno dell’unità, tessere relazioni e allargare a cascata il coinvolgimento a partire dalle organizzazioni territoriali delle associazioni combattentistiche e insieme rivolgersi, ad effetto domino anche all’esterno. E lavorare per comunicare e diffondere le iniziative.

La Rete della conoscenza con Arianna Petrosino, che porta il saluto di Link e dell’Unione degli studenti universitari, e l’Udu, Unione degli studenti medi, con Enrico Gulluni segnalano il grande apporto di tanti giovani nelle attività di un mutuo soccorso, che hanno messo in rete esperienze anche molto differenti; si può contare su chi non ci sta a una guerra generazionale e alla competizione tra garantiti e non. Nella scuola i problemi restano quelli di sempre, a cui si aggiunge il digital divide. Diritto all’istruzione e alla formazione da inserire tra le priorità della richiesta di cambiamento.

Riccardo Ricciardi , M5s (Imagoeconomica)

“Orgoglioso di partecipare a un tavolo dell’Anpi” si dichiara il cinquestelle Ricciardi, “nato lungo la linea gotica”, “cresciuto respirando i valori della Resistenza”. Tra l’auspicio di uno slancio di utopia, una delle parole da recuperare, sostiene il buon senso della scelta di operare sugli aspetti comuni, maggiori delle differenze. “Tutti noi abbiamo responsabilità se, usando una vecchia definizione, le masse popolari si rivolgono ad altri” dice. E reclama: “il M5s nelle sue diverse sensibilità ha intercettato il malcontento” verso un certo modo di praticare la res politica, “e ha avuto il merito di tenere vivi argomenti a rischio di scomparsa dall’agenda politica”. Transizione energetica, parità di genere, diritti civili, una legge sul fine vita, possono essere i punti su cui lavorare insieme. Internazionalizzando il messaggio in una prospettiva europea, soprattutto oggi con un’Unione che “per fortuna sembra prendere una direzione diversa”.

Albertina Soliani, Istituto “Alcide Cervi” (Imagoeconomica)

Conquista un già ammirato Mattia Santori delle Sardine, Albertina Soliani. L’intervento della presidente dell’Istituto Cervi è una sorta di verdetto sull’esito dell’incontro, ed è un messaggio di riscossa: “questa mattina abbiamo dato una grande risposta a una sfida radicale dalle dimensioni globali, perché la pandemia ha toccato nel profondo ogni area del pianeta e ogni settore della vita politica, economica, sociale e personale”. Prendere a modello i fratelli Cervi che andavano nei campi col trattore e il mappamondo, avevano la stessa sensazione del cambiamento della storia, e in un contesto molto più duro e opprimente. A fare la differenza è stata la fiducia dei tanti piccoli gruppi antifascisti che riuscirono a reagire, trasformando la sopraffazione dominante in una marea di riscatto travolgente. Ritrovare lo stesso spirito per lavorare “con la nostra gente”. È un crescendo rossiniano, l’intervento di Soliani: “Siamo nelle condizioni costituenti di una democrazia che prende in mano il suo destino per un’Italia, un’Europa, un mondo nuovi”. Si tratta di scegliere tra la paura e il coraggio. I resistenti sono sempre stati dalla parte del coraggio, circondati dalla paura. E non si tratta solo di resistere, ma di ricostruire. Come andare avanti? Con iniziative sul territorio all’altezza di questo tempo, incrociando donne e giovani, la saggezza degli anziani. Ed è una sfida politica perché riprende in mano la bandiera del protagonismo della società, non per sentirsi piegati, al contrario, per guidarla la sfida. Anche il valore della politica stessa ne uscirà rafforzata. “Avremo con noi i testimoni, coloro che hanno combattuto e ci hanno consegnato la democrazia e i testimoni nuovi che oggi sono su frontiere nuove, che stanno vicino alle persone: sono anche loro gli eredi dei partigiani”. L’indicazione è di diffondere l’appello ovunque. “Andiamo avanti. Grazie all’Anpi, grazie per la chiamata”.

Per le conclusioni, la parola torna al presidente nazionale Anpi. Gianfranco Pagliarulo ringrazia per le tante attestazioni di stima a Carla Nespolo, dimostrano che è stata una grande donna della Repubblica. Le numerose consonanze rilevate nel dibattito, confermano che “ricostruire l’Italia vuol dire cambiare l’Italia” come non è avvenuto in passato e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. L’incontro è stato un punto di partenza per l’alleanza permanente, e la parole chiave è unità. Ognuno dei temi sollevati farà parte del progetto. La strada è tracciata, ci tufferemo nei territori, “incontreremo la nostra gente”, “parleremo di ciò che ci unisce”. “La sfida è complicata, sapremo affrontarla per gradi”. Propone di stendere un appello comune, una carta di valori che sarà anche la carta di identità per presentarsi nei territori. Tutti concordano. Ci si disporrà all’opera.

Intanto l’Anpi non ha posto tempo in mezzo, l’organizzazione degli oltre 100 comitati provinciali in tutto il territorio nazionale sta prendendo contatti con le associazioni che hanno aderito all’alleanza. In una manciata di giorni l’Italia migliore si è messa in moto. Sta per arrivare l’alba della nuova fase.