Questa bella storia accade nel territorio di Pesaro Urbino, dove la ricorrenza del 25 luglio 1943, cioè la caduta del regime mussoliniano, sarà festeggiata a Fano: una pastasciutta antifascista promossa dall’Anpi e dai sindacati, patrocinata dalla Provincia, dal Comune ospitante, e da due città con Amministrazioni politicamente distanti: Pesaro e Urbino. Una prima volta importante, dunque. Nel segno dell’unità antifascista, grazie all’impegno di tanti volontari «su una tavola apparecchiata con una tovaglietta che riproduce quella di allora dei Cervi – spiega Paolo Pagnoni, presidente pro tempore dell’Anpi provinciale e presidente della sezione di Fano – si gusteranno tagliatelle 25 aprile, al pomodoro, salsicce antifasciste, insalata partigiana, ciambellone Liberazione, il tutto innaffiato dal vino del luogo». Parteciperà Adelmo Cervi, figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre ’43, ci sarà anche un collegamento con l’Istituto di Campegine, e si ballerà a tempo di musica popolare. «A Fano c’è una grande sensibilità verso la memoria – aggiunge Pagnoni – tanto da avere un assessorato dedicato, che simbolicamente per tutto il Comune ha concesso il patrocinio. Ma tutte le istituzioni coinvolte hanno aderito senza indugio».
Anche Maurizio Gambini, sindaco della Città di Urbino è al suo secondo mandato, superando nettamente gli avversari, ma con il centro destra. Perché la scelta di concedere il patrocinio? «La memoria del passato è un valore fondante della nostra comunità – afferma il primo cittadino Gambini – e come tale va preservata, coltivata e tramandata attraverso le generazioni, affinché essa possa essere di insegnamento per il nostro presente e il nostro futuro. In questo spirito ho ritenuto di concedere il patrocinio dell’Amministrazione comunale, perché ci riconosciamo nei valori della Liberazione e auspichiamo che le contrapposizioni si annullino nel perseguimento dei valori fondamentali della libertà e della democrazia».

La Città di Pesaro ha voluto assegnare il patrocinio all’iniziativa attraverso il Consiglio comunale, ci spiega il presidente del parlamentino, Marco Perugini. È giovane, ha 31 anni, eletto all’incarico istituzionale poco più di un mese fa. «Abbiamo aderito insieme agli altri enti interessati per un principio che non è di parte ma è un principio repubblicano e cioè antifascista – precisa Perugini –. Ogni anno aderiamo alla tradizione di Campegine ma quest’edizione segna un nuovo inizio: la prossima vorremmo si tenesse a Pesaro». Nella cittadina marchigiana la memoria e i valori della lotta di Liberazione sono scanditi da numerosi episodi di coraggio ed eroismo, ma lo sguardo è rivolto soprattutto al presente e al futuro. Continua Perugini: «Il nostro territorio ha una sensibilità particolare a determinati temi, un ruolo importassimo per la memoria è quello realizzato dalle scuole e dall’Anpi e siamo impegnati su molti altri fronti. Il 2 settembre prossimo celebreremo il 75° della Liberazione di Pesaro con un’importante iniziativa a cui parteciperà, auspichiamo, la senatrice Segre». L’ha sorpresa la partecipazione di Comuni non propriamente del suo stesso lo stesso colore politico? «Niente affatto, perché il senso delle istituzioni e della Costituzione appartiene fortemente al nostro territorio, che ha espresso sindaci partigiani e ognuno ha in famiglia qualcuno che ha operato contro l’occupazione. Quindi nonostante governino colori e liste diverse sono molto orgoglioso dell’adesione degli altri Comuni e di tutti gli altri Enti del governo territoriale. Ed è importantissimo a prescindere da localizzazioni partitiche. Se però allarghiamo lo sguardo a livello politico nazionale devo dire che stiamo vivendo un periodo piuttosto strano, socialmente e politicamente, caratterizzato da molto odio. Credo bisogni lavorare affinché alcuni valori di libertà e democrazia riemergano prioritari, è un dovere verso le nuove generazioni. Intanto, ribadisco, sono molto orgoglioso di quanto dimostrato e realizzato per la pastasciutta antifascista».

Giuseppe Paolini è sindaco di Isola del Piano e presidente della Provincia di Pesaro Urbino. Perché l’ente di secondo livello che rappresenta ha dato il patrocinio? «Rispondo con una battuta: ho accettato di concedere il patrocinio non per la pastasciutta ma per la parola “antifascista” che, secondo me, smuove le coscienze e fa in modo che le persone dotate di consapevolezza del nostro passato oggi debbano impegnarsi ancor di più. In un momento come questo non è più sufficiente dire “io sono antifascista”, bisogna ragionare nell’ottica di una nuova Resistenza, naturalmente ben diversa da quella combattuta nei venti mesi dell’occupazione. Tuttavia sono preoccupato, siamo in una fase storica complicata, assistiamo al proliferare di formazioni quali CasaPound e Forza Nuova. E suscita anche rabbia se penso a mio nonno, per esempio, e ai tanti altri uomini e donne che hanno combattuto in montagna. A Isola del Piano sono stati fucilati 5 partigiani, prima di morire hanno dovuto attraversare le strade del paese perché tutti potessero vederli».
Pubblicato mercoledì 24 Luglio 2019
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