Si è tenuta questa estate a Morfovouni, villaggio del Comune di Limni Plastira, periferia di Karditsa, la celebrazione in ricordo delle devastazioni dei villaggi greci e degli eccidi da parte delle truppe nazifasciste nel 1943. Il Consiglio comunale della città ha proclamato, in occasione dell’80° anniversario, il 2023 “Anno della Pace e della Riconciliazione”, tanto da erigere un nuovo monumento alle porte del paese per sancire tale simbolica iniziativa. All’interno del territorio comunale si trova anche il villaggio di Neraida, luogo dall’alto valore morale poiché nel 2009 lì venne collocato il monumento in ricordo del sacrificio della Divisione Pinerolo, nel luogo dove trovarono sommaria sepoltura i corpi dei partigiani italiani: in queste zone dopo l’8 settembre infatti le truppe della Pinerolo scelsero in larghissima parte di non consegnare le armi ai tedeschi ma, anzi, di combattere affianco alle divisioni dell’Elas, in molti casi entrandone proprio a far parte. Una manifestazione molto partecipata quella fortemente voluta dal sindaco, inizialmente programmata per luglio poi rimandata per l’emergenza incendi, a dimostrazione della riconoscenza del popolo greco nei confronti degli italiani che compirono una scelta di dignità e di riscatto.
La sezione di Osimo e il Comitato provinciale di Ancona sono stati invitati a portare il saluto alla manifestazione, poiché il Comune greco di Limni Plastira, assieme al Comune di Pyli, la città dove venne ufficialmente siglato l’accordo di collaborazione tra i generali dell’Elas e la Pinerolo, hanno aderito a una proposta di partenariato, di cui fa parte anche il Comitato nazionale, assieme ad altri Comuni, scuole, associazioni italiane e croate per promuovere uno studio sul carattere internazionale della Resistenza e la solidarietà e collaborazione tra i popoli delle due sponde dell’Adriatico e dello Ionio.
In Italia le vicende della Divisione Pinerolo sono una storia poco conosciuta poiché, come sostiene lo storico Filippo Focardi, c’è stata e continua a esserci una rimozione di alcuni eventi che contraddirebbero la nomea de “il cattivo tedesco e il bravo italiano”.
Occorre invece difendere la verità storica dicendo che il fascismo, oltre le persecuzioni, le violenze, i delitti, la privazione della libertà e dei diritti individuali e collettivi, non fu solo complice ma maestro del nazismo, fino a farsi precursore, in alcuni casi, di massacri di civili innocenti di ogni età e genere, di stupri, di deportazioni, di incendi di villaggi: lo testimoniano le guerre per la conquista delle terre africane, le genti della Jugoslavia e dell’Albania, lo ricordano le vittime di numerosi villaggi greci tra cui Morfovouni, Mesenikolas, Domenikon e più in generale della Tessaglia; un conteggio ufficioso parla di almeno 8.000 vittime civili greche.
La Divisione Pinerolo e le altre divisioni del Regio Esercito Italiano all’estero, abbandonate a sé stesse dopo l’Armistizio dell’8 settembre, nel momento della libera scelta, non ebbero dubbio alcuno sulla parte giusta con cui schierarsi, e con la loro decisione riscattarono la dignità del nostro popolo. Scriverà il generale partigiano Ilio Muraca: “non ci fu unità partigiana, in territorio greco, che non avesse uno o più italiani, come combattenti o adibiti alle più svariate mansioni, soprattutto in quelle che richiedevano una qualche specializzazione”.
Molti italiani si unirono alla Resistenza greca e jugoslava perché divenne chiaro a quasi tutti che il fascismo, i suoi principi, non avevano infestato solo l’Italia ma l’Europa facendo sì che il continente, il mondo, venisse messo a ferro e fuoco.
Combattere in quelle che erano state le terre d’occupazione o, come a esempio nelle Marche, nei luoghi di deportazione, voleva dire morire anche per la dignità, la democrazia e la libertà della propria Patria. Combattere da questa parte significava voler costruire un’identità geopolitica nuova dove le nazioni non fossero più vittime del sentimento egoistico del nazionalismo che le aveva messe l’una contro l’altra, con un’idea fondata sulla presunta superiorità degli uni sugli altri, ma una nazione, un continente, un mondo dove la solidarietà e l’uguaglianza fossero i pilastri del nuovo futuro.
Come ha ribadito il sindaco del Comune greco, Nanos Panagiotis, la memoria storica è fondamento di pace e progresso, per questo, la prima opera posta all’interno di un percorso museale a cielo aperto che l’amministrazione comunale sta intraprendendo è stata l’inaugurazione del monumento alla Riconciliazione, opera donata dalla famiglia dello scultore tedesco Rainer Fest, con una cerimonia cui hanno partecipato, oltre al presidente della regione della Tessaglia, il viceministro Triadopoulos e altre importanti autorità greche, lo storico Charalampos Alexandrou, autore della preziosa ricerca sul ruolo della Pinerolo, da pochi mesi edita anche in Italia, la console tedesca di Salonicco Sibylla Bendik e il sottoscritto in rappresentanza del Comitato provinciale di Ancona.
Nell’intenzione dell’amministrazione c’è anche la ferma volontà di promuovere lo studio sul ruolo degli italiani nella Resistenza greca e di creare un percorso turistico della memoria nel villaggio di Neraida sul luogo dove sorgeva, fino al 1955, il cimitero italiano con i Caduti della Pinerolo.
Con la meritoria azione del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e del Comitato nazionale dell’associazione dei partigiani di riscoperta della storia del campo di concentramento italiano di Arbe e la sinergia sempre maggiore con le associazioni partigiane croate e slovene, un nuovo fronte potrebbe aprirsi con alcune amministrazioni comunali della Grecia per costruire sempre più una nuova identità europea che possa fondarsi sulle comuni radici della Resistenza.
Niccolò Duranti, sezione Anpi di Osimo
Pubblicato martedì 17 Ottobre 2023
Stampato il 12/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/quando-il-fascismo-massacrava-i-civili-in-grecia/