Tessere Anpi. Eccole, in galleria, dalle origini ai giorni nostri. Per la precisione, pubblichiamo alcune tessere “territoriali”, la tessera “nazionale” del 1947/1948, e le successive sino ad oggi. Si tratta di un’autobiografia; è la storia dell’Anpi e perciò la storia del Paese attraverso una serie di parole chiave ricorrenti: Costituzione, Resistenza, repubblica, pace, democrazia, libertà, liberazione, unità, onesta, diritti, futuro, lavoro, Europa. E poi nel 1963, 20° anniversario dell’inizio della guerra partigiana, “Un solo nemico: il fascismo”, nel 1977 la famosa frase di Alcide Cervi “Dopo un raccolto ne viene un altro”, e quest’anno “L’umanità al potere”. A ben vedere, parole e slogan di stringente (e struggente) attualità. Quelle parole, quei disegni(in vari casi di studenti), quelle opere d’arte che hanno illustrato il cartoncino delle tessere da circa settant’anni sembrano tante pennellate che compongono un unico affresco: cos’è l’Anpi. Ieri come oggi, nella temperie che il Paese (e il mondo) sta attraversando.

Opere d’arte, si è detto. E sono molti gli artisti che si sono impegnati per rappresentare l’Anpi sulle tessere. Ecco, a cura di Gabriella Cerulli, uno sguardo si di loro. Ed infine la gallery.


La tessera Anpi del 1961 riproduce il bozzetto per il Monumento al partigiano, situato a Parma in piazzale della Pace.

Marino Mazacurati

Opera dello scultore MARINO MAZZACURATI e dell’architetto Guglielmo Lusignoli, il monumento rappresenta un partigiano, armato di mitra Sten, su una grande roccia di pietra di Sarnico; ai suoi piedi c’è un altro partigiano morto addossato ad un muro. Il monumento fu inaugurato il 30 giugno 1956.

Marino Mazzacurati (Galliera, 22 luglio 1907 – Parma, 18 settembre 1969) è stato uno scultore e pittore italiano e uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Romana, capace nell’arco della sua carriera produttiva di avvicinarsi e rappresentare le correnti artistiche del cubismo, dell’espressionismo e del realismo, dimostrando un’importante apertura mentale per quel che concerneva le arti. La politica ebbe un ruolo fondamentale per la sua produzione. Egli riteneva infatti che l’arte potesse svolgere una funzione sociale. Ha scoperto il pittore Antonio Ligabue dandogli la possibilità di coltivare il suo talento.

Anche la tessera del 1965 riproduce un’opera di Marino Mazzacurati dal titolo “25 aprile”.

Nel 1973 è la volta di RENZO ORVIETO il suo quadro, “La postazione”, di grandi dimensioni, che occupa una intera parete in una delle stanze della sede nazionale dell’Anpi, viene riprodotto nella quarta di copertina della tessera.

Renzo Orvieto (Torino, 20 aprile 1922 – Sanremo, 28 febbraio 1999) pittore, scultore.

È partigiano combattente nella Val Tanaro, in provincia di Cuneo. Ma il suo legame con quegli anni non finisce con la guerra, anzi, grazie alle diverse sculture ed illustrazioni legate ai partigiani e al tema della Resistenza, tutta la vita di Orvieto sarà in parte dedicata alla Resistenza. Il riconoscimento forse più prestigioso per questa sua attività, Orvieto lo ottiene dal comune di Cuneo nel 30º Anniversario della Liberazione, che lo ritiene rappresentante dell’Arte della Resistenza.

Quasi tutta la sua attività di artista si svolge però a Sanremo, città in cui si trasferisce e dove ha il suo atelier.

Il 27 settembre 2002 il Comune di Sanremo gli dedica un portico su iniziativa dell’Anpi.

Guido Tavagnacco

Nel 1974 e nel  1996 le tessere dell’ANPI sono realizzate da GUIDO TAVAGNACCO.

Nato nel 1920 a Moimacco e deceduto a Udine nel 1990, insegnante, pittore, incisore, stimato da critici e galleristi nonché dai collezionisti d’arte. Musei, Gallerie e sedi di Istituzioni raccolgono, in Italia come all’estero, la sua opera e la sua preziosa testimonianza, intese a onorare la cultura e la terra del Friuli con la sua nobile civiltà contadina.

Testimone diretto della seconda guerra mondiale e della lotta partigiana, combattente con la Brigata “Garibaldi” dal 1943 al 1945, Tavagnacco porta alla Resistenza friulana quel contributo che sa offrire ogni cittadino se motivato e ispirato dai valori di libertà, pace, lavoro, nella consapevolezza che l’antifascismo è rappresentativo di un momento di civiltà e di impegno di popolo. Per mezzo del proprio lavoro artistico, Tavagnacco saprà ben raccontare l’epopea della Resistenza nonché le tragedie della guerra.

Nel suo cuore vi era la Resistenza, che egli onorava e intendeva difendere da ogni squallida mistificazione tanto con le parole quanto con il pennello. Nell’opera che ci ha lasciato troviamo dunque preziosi dipinti che immortalano momenti ed episodi della storia della Resistenza friulana, capolavori che solamente un grande artista poteva donare ai posteri.

Ernesto Treccani

Del pittore ERNESTO TRECCANI è il soggetto utilizzato sia per la tessera del 1975 che per quella del 2008 oltre a quella del 2003.

Figlio del senatore Giovanni Treccani degli Alfieri, fondatore dell’Istituto Treccani, fondatore dell’omonima grande enciclopedia, il maestro Ernesto Treccani è nato il 26 agosto 1920 a Milano, dove si è spento il 27 novembre 2009.

È entrato giovanissimo, mentre ancora seguiva gli studi di ingegneria, nei gruppi di avanguardia artistica e di fronda nei confronti della cultura fascista. Fondatore e direttore della rivista Corrente, ha esposto per la prima volta come pittore alla Bottega di Corrente nel 1940 con gli amici Birolli, Guttuso, Migneco, Sassu e altri; nel 1943, ancora alla Galleria di Corrente e della Spiga, ha esposto un gruppo di opere con Cassinari e Morlotti.

Ernesto Treccani, in un’immagine più avanti negli anni

Dopo la guerra e la Resistenza, cui ha partecipato attivamente, è stato redattore, insieme a De Grada, De Micheli, Vittorini e altri, della rivista “Il 45”, poi animatore con Ajmone, Chighine, Francese e Testori, del gruppo “Pittura” e redattore della rivista “Realismo”.

Il quadro realizzato dal Prof. LUIGI BRONT, friulano – che ha offerto all’Associazione e che adorna, ancora oggi, una delle stanze della sede nazionale dell’ANPI – è stato il soggetto per la tessera del 1977.

La tessera ANPI 1978 è opera di un insigne artista legato agli ideali e all’impegno della Resistenza: il prof. WILLIAM XERRA, che viveva e lavorava a Piacenza. La sua composizione pittorica è ispirata dal costante richiamo al passato e proiettata nelle ansie e nelle lotte del tempo.

Anche lui, come in precedenza altri artisti, tra i quali anche LUCIANO CESCHIA, la cui opera fu riprodotta in quarta di copertina della tessera del 1976, hanno offerto gratuitamente le loro opere per le tessere dell’Associazione.

Renzo Grazzini, Autoritratto

RENZO GRAZZINI – che nel 1976 era stato l’autore del manifesto per l’8° congresso nazionale dell’ANPI svoltosi a Firenze – realizza nel 1979 la tessera per l’Associazione.

Renzo Grazzini nasce nel quartiere di Santa Croce a Firenze nel 1912. Muore il 28 gennaio 1990.

Si iscrive all’Istituto d’Arte di Porta Romana e da lì inizia il suo lungo cammino nella pittura. La guerra lo porta in Libia, in Abissinia e in Albania. Alla fine del conflitto ha più di trent’anni: la sua formazione umana, le sue vicissitudini, lo spingono a dare al suo lavoro nei successivi quarantacinque anni una fortissima connotazione etica.

Renzo Grazzini dal 1946 al 1972 insegna all’Istituto d’Arte di Porta Romana prima come maestro d’arte, poi come titolare della cattedra di pittura.

La sua prima personale risale al 1946. In seguito ne terrà circa ottanta. Sue opere si trovano in collezioni private e raccolte pubbliche tra cui l’Hermitage di San Pietroburgo, il “Museo della guerra in Europa” di Washington e la “Galleria d’Arte Moderna” di palazzo Pitti a Firenze.

Enzo Sozzo

Sono di ENZO SOZZO (1917-1993), presidente Anpi Lecce e componente del Comitato nazionale Anpi, le tessere del 1980 e 1982.

Enzo Sozzo era una persona speciale anche prima dell’impegno con l’Anpi, quando, in Liguria, entra nella Resistenza insieme al suocero per combattere con le SAP (Squadre d’Azione Patriottica) della zona. Diciotto mesi di lotta, di sacrifici, di mille pericoli da evitare, con fascisti e nazisti da ogni parte. Quando finalmente arriva la Liberazione ed Enzo torna a casa non sa ancora che Andrea, il fratello più grande, anche lui partigiano in Jugoslavia, è stato ucciso dai tedeschi in uno scontro a Lepetane, presso le Bocche di Cattaro: sarà insignito della Medaglia d’Argento al V.M. Da Presidente provinciale dell’Anpi, Enzo Sozzo ha lasciato un’impronta indelebile. Non parliamo soltanto dell’infinità di iniziative in provincia per ricordare gli eroi della Resistenza ma anche di quanto è riuscito a fare a Lecce: un monumento in una piazza fatta dedicare ai partigiani, e tutta una serie di vie con i nomi dei leccesi che hanno dato la vita per la libertà del Paese. (da Da http://anpi.it/media/uploads/patria/2007/6/26_BIANCO.pdf )

Enzo, la mattina del 6 ottobre 1993, all’età di 76 anni, se ne andò via per sempre da questo mondo, lasciandoci nel dolore e nel disorientamento.

Enzo Sozzo è stato un uomo di grandi ideali: di libertà, di democrazia, di uguaglianza, di fraternità, di giustizia sociale; ideali che egli non tradì mai e che per lui sono enucleati nella militanza nella resistenza e nel partito comunista.

Nel libro La valigia. Vita vissuta di pittore, di partigiano, di comunista (Lecce, Conte 1995) ha scritto: «Nella mia famiglia ci sono stati partigiani e partigiane: mia moglie Antonietta, mia cognata Carla, una zia di mia moglie, mio cognato Aldo, commissario di brigata, Medardo, fratello germano di Antonietta, trucidato dalla SS (gli bucarono gli occhi, ma egli non parlò, non disse dove si trovavano i suoi compagni di lotta), mio fratello Andrea, capitano dell’esercito, medaglia d’argento alla memoria perché caduto alle Bocche di Cattaro in Jugoslavia. Posso affermare che la mia famiglia ha dato alla patria tutto il contributo possibile per la causa della libertà. Occorrerebbe un libro intero per narrare i fatti, gli episodi, che hanno caratterizzato le vite di questi miei familiari partigiani, ma qui mi limito solo a citarli e credo sia un dovere da parte mia dire che tutti costoro hanno creduto fermamente nella causa [comunismo] per la quale hanno lottato» (p. 97).

Un altro grande ideale di Enzo Sozzo fu l’arte. Ha dipinto la sua Lecce, l’antico e il moderno Barocco, i palazzi con i loro balconi fioriti di rossi gerani, le chiese (un occhio particolare a Santa Croce), le corti, le campagne salentine, le marine tristi e azzurre che ti riportano ad epoche di nostalgia, ad epoche di tenerezze d’incanto, a ricordi ancestrali. (da http://www.unigalatina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1418:enzo-sozzo-nellarte-e-nella-vita&catid=37:sallentina&Itemid=61).

È il ligure ATTILIO MANGINI (Genova, 26 giugno 1912 – Genova, 2004) pittore e ceramista, l’autore della tessera ANPI 1981

Partecipa alla Resistenza in Liguria con il nome di battaglia “Gianni” nella VI Zona operativa dal 10 aprile 1944.

Dopo aver frequentato l’Accademia ligustica delle belle arti negli anni ‘20, ed aver svolto vari lavori in gioventù tra cui l’operaio nel porto di Genova, debutta a livello artistico nel 1946 con una mostra alla Galleria Genova. Ha avuto oltre cento mostre personali, prevalentemente in Liguria. Temi ricorrenti nelle sue opere sono il lavoro e la fatica; l’ambiente circense; la città di Genova con il suo centro storico e le opere industriali del porto; la Resistenza. (da https://www.ilsrec.it/database/partigiano.php?RicercaID=22784).

È un Monumento alla Resistenza a comparire sulla tessera del 1993.Durante l’occupazione tedesca il pittore e scultore AGENORE FABBRI (Quarrata, 1911 – Savona, 1998), era passato da Milano, impegnandosi nel capoluogo lombardo nella lotta ai nazifascisti. Di quell’esperienza è, oggi, una delle tante testimonianze il Monumento alla Resistenza eretto a Savona nel 1974 in piazza della Libertà, quello che compare, appunto, nella tessera.

Fabbri a 12 anni si iscrive alla Scuola d’Arti e Mestieri di Pistoia e poi viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città in cui si forma. Nel 1930 incomincia a modellare e a cuocere terre e cinque anni dopo si trasferisce ad Albisola dove assume da principio il ruolo di operaio modellista. Nel 1938 ottiene un discreto successo alla Nazionale di Napoli e all’inizio degli anni quaranta esordisce con mostre personali a Milano, Bergamo e Savona, ma poi deve interrompere l’attività per prestare servizio militare in Jugoslavia. Dal 1946 si stabilisce definitivamente a Milano, mentre nei mesi estivi continua a lavorare ad Albisola. Subito dopo la guerra, che ha segnato per sempre la sua sensibilità, la sua opera si incanala verso una esasperata drammaticità espressiva che non riguarda soltanto gli esseri umani ma dilaga anche nel mondo animale rappresentato in combattimenti e risse con effetti che vanno al di là della seppur esplicita violenza. Poi, negli anni cinquanta e negli anni sessanta, Fabbri si impadronisce del bronzo e del legno: con il primo si esprime attraverso un modellare convulso segnato da profondi solchi sulla figura, con il secondo invece per mezzo di un lavoro di rottura e di sovrapposizione delle superfici che rappresentano il suo contributo alla stagione dell’Arte informale che infatti, proprio in quegli anni, si sviluppa soprattutto in Europa come risposta artistica, di segno astratto e gestuale, alla profonda crisi morale, politica ed ideologica provocata dagli orrori della seconda guerra mondiale. In questo periodo realizza anche numerose opere utilizzando il ferro, stagnato e zincato e l’acciaio.

Renato Guttuso

La tessera del 1994 riporta una parte del disegno della donna che urla. Si tratta di un famoso disegno del grande RENATO GUTTUSO (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987), pubblicato originariamente in copertina del volume “Partigiane della libertà” a cura della sezione centrale stampa e propaganda del Pci nel 1973. Renato Guttuso legò la sua arte all’impegno politico, sociale e civile; fu senatore del Partito Comunista Italiano per due legislature, durante la segreteria di Enrico Berlinguer (da http://anpi.it/media/uploads/patria/2007/2/44-45_LIPAROTO.pdf).

Da un pittore straniero è nata l’ispirazione per l’immagine della tessera ANPI del 2004.

REIDAR AULIE è un pittore, nato a Oslo nel  1904 (è morto nel 1977). Allievo, in quella accademia di Belle arti, di Christian Krohg e Axel Revold, ha molto viaggiato in Europa (Francia, Italia, Spagna, Germania, ecc.), in Tunisia, in America (S.U., Messico). La prima mostra personale, a Oslo, è del 1930. Sue opere si trovano nelle gallerie di Oslo, Stoccolma, Göteborg, Malmö, Helsinki.

Il fondamento della sua spiritualità, carica di interessi sociali (l’A. fu delegato al Congresso pacifista di Amsterdam del 1932, e partecipò alla lotta clandestina durante l’occupazione tedesca della Norvegia), è costituito da un romanticismo tra umoristico e drammatico, che si esprime in modi derivati dall’espressionismo nordico, arricchiti dai contatti con i vari ambienti di cultura figurativa che egli ha lungamente frequentati (Bonnard, Chagall, ecc.), e con i pittori norvegesi contemporanei Kaj Fiell e Arne Ekeland.

Georges De Canino

È GEORGES DE CANINO a firmare la tessera del 2005.

Georges de Canino, artista di religione ebraica attivo a Roma dai primi anni Settanta e molto noto per il suo lavoro di recupero della memoria, di rifiuto del fascismo e profonda denuncia sociale.

De Canino è nato nel 1952 a Tunisi in una famiglia ebraica per parte di madre, che nel 1963 dovette emigrare in Europa, a causa dei violenti tumulti anti-occidentali e anti-ebraici generati dalla crisi di Biserta. Dopo un difficile periodo passato in un campo profughi nei pressi di Napoli, la famiglia si stabilì a Roma, dove l’artista entrò a far parte della Comunità ebraica, ancora alle prese con la ricostruzione del dopoguerra. De Canino si è formato come artista anche all’estero, a Marsiglia e a Parigi, venendo a contatto con esponenti del movimento surrealista, e in Italia, coltivando l’amicizia con artisti come De Chirico e Guttuso. La sua arte spazia tra diverse forme espressive, dalla pittura alla scultura, passando per la poesia e le performance.

Ugo Nespolo

Infine quest’anno è la volta di UGO NESPOLO. Dell’opera di Ugo Nespolo, piemontese, artista eclettico, trasgressivo, scanzonato e ironico, attivissimo in tanti campi creativi, è impossibile fare una sintesi. L’esordio è negli anni 60 con gli amici Fontana, Baj, Pistoletto: Arte povera e Pop art presentate con successo in mostre in Italia, a Parigi e in tutta Europa, negli Usa. Accanto è la costante passione, praticata, per il cinema sperimentale (del 2001 è un film interpretato dal poeta Edoardo Sanguineti). Negli anni 80 ha realizzato per la Rai videosigle formidabili, considerate un cult. Ha firmato decine di campagne pubblicitarie memorabili (per Campari, Piaggio, Fiat, Toyota, Caffarel – il Gianduiotto – Azzurra per l’America’s Cup, tra le tante). Anche l’Opera lo incuriosisce, le scene e i costumi per “L’elisir d’amore” di Donizetti girano i teatri europei ed entusiasmano quelle per “Madama Butterfly”di Puccini e “L’italiana in Algeri” di Rossini, tra le altre. All’insegna della Pop art sono anche i cartoon disegnati, lo scorso anno, per Rai Yoyo. Le sue opere sono richieste per esposizioni in tutto il mondo. E’ suo il bellissimo disegno che – parole di Ugo nespolo – “raffigura una festa di popolo, è gente serena e felice che festeggia in un clima allegro e gaio, sono donne e uomini non intristiti, non costretti a subire eventi tragici Sono persone molto diverse tra loro che però vogliono stare insieme e riescono a stare insieme, e sono contente. È un inno alla vita”. Ad Ugo Nespolo è consegnata la tessera Anpi ad honorem (da http://www.patriaindipendente.it/idee/copertine/anpi-2019-un-inno-alla-vita/)