Un ritorno sui sentieri di Davide Lajolo, il partigiano “Ulisse”, capo di stato maggiore della VIII Divisione “Garibaldi” in Monferrato per un doppio anniversario: il 40° della scomparsa della sua scomparsa, e gli ottanta anni dell’esperienza della Zona Libera e poi della Repubblica partigiana dell’Alto Monferrato di cui con i suoi compagni e le altre formazioni del territorio è stato artefice.

“I ragazzi partigiani” si intitola la passeggiata resistente che ti terrà domenica 14 aprile, organizzata nell’ambito dell’80°, dall’Associazione culturale Davide Lajolo, dall’Anpi di Asti e dall’Istituto per la storia della Resistenza, con il patrocinio del Comune, seguendo il percorso dell’uomo e di una vicenda bellissima e insieme drammatica per la fine tragica ma capace di precorrere il futuro dell’Italia intera.

Una veduta di Vinchio, il paese natale di Lajolo

Lajolo è stato un protagonista della lotta di Liberazione tra le Langhe e il Monferrato e sulle sue tracce partigiane si partirà da Vinchio per arrivare alla frazione di Noche, e poi concludere con un momento ludico degustando i frutti di una terra magnifica, produttrice di eccellenti vini. Visite museali, letture di testimonianze, canti, ballate e poesie scandiranno la giornata.

L’appuntamento per l’inizio della passeggiata è alle 15 a Vinchio in piazza del Municipio. Prime tappe: la visita al Museo di Davide Lajolo “Vinchio è il mio nido” e alla “Casa della Memoria della Resistenza e della Deportazione”.

Dettaglio del monumento a Melle – Val Varaita in memoria dei Caduti dell’eccidio del 1° aprile 1944. Domenica 14 aprile, i tredici giovani saranno ricordati a Vinchio al Monumento ai partigiani

Al Monumento ai partigiani lo studente Giulio Ghignone leggerà una testimonianza sui giovani fucilati a Melle – Val Varaita (Cuneo) il 1° aprile 1944, su Vittorio Benzi, deportato a 17 anni e morto a Mauthausen e si ricorderà “Il giuramento” che nella primavera 1944 fecero i giovani vinchiesi scegliendo diventare partigiani per liberare la loro terra.

Alle 15.45 comincerà la passeggiata lungo l’itinerario letterario di Davide Lajolo “I bricchi del barbera”. Cioè le cime delle colline, infatti in Piemonte e nel dialetto astigiano il bricco indica appunto la cima di una collina. Dunque il tragitto si smoderà tra vigne patrimonio dell’Umanità Unesco.

Uno scatto dal Museo Davide Lajolo

Al Bricco di S. Michele, il bricco della famiglia di Davide citato nel racconto “Sul bricco dei cinquant’anni”, Ileana Spalla e Claudia Selvetti leggeranno i profili delle ragazze e dei ragazzi partigiani, tratti da brani del diario partigiano di Davide Lajolo “A conquistare la rossa primavera”, con le ballate composte da Daniele Dal Colle e la voce di Annalisa Franco (si potranno degustare i vini del produttore Severo Laiolo).

Quindi la passeggiata proseguirà verso l’area della Resistenza nella frazione di Noche, dove Ileana Spalla leggerà “Nella tana”, che rievoca il terribile rastrellamento nazifascista del 2 dicembre 1944, durante il quale Ulisse trovò riparo in una tana di tufo con altri partigiani. L’iniziativa si concluderà con un momento ludico. I produttori Laiolo Reginin, Brevi Pendii, Tenuta Bricco di S. Giorgio offriranno infatti la degustazione dei loro vini presso il Circolo Acli. Tutte le tappe possono essere raggiunte in auto. La partecipazione è gratuita.

Per info: www.davidelajolo.it – info@davidelajolo.it – WhatsApp 3487336160

Davide Lajolo, partigiano, scrittore e parlamentare

Davide Lajolo nasce a Vinchio il 29 luglio 1912, da una famiglia contadina. Al suo paese rimarrà sempre legato e lo renderà un luogo letterario. Come altri coetanei è affascinato dal fascismo e da Mussolini. Partecipa alla guerra di Spagna, tra i “Volontari del Littorio” inviando corrispondenze a “Il popolo d’Italia”. Richiamato durante la Seconda guerra mondiale, da ufficiale combatte in Grecia, Jugoslavia e Albania ma non prende le distanze dal regime, pur scrivendo dai campi di battaglia poesie di rifiuto della morte e della guerra, ribadisce fedeltà ai commilitoni caduti. Sarà l’8 settembre a segnare la svolta della sua coscienza, tanto che in seguito sconfesserà i trascorsi giovanili.

Dopo l’armistizio torna nel paese natale nell’Astigiano e partecipa alla guerra da partigiana sulle sue colline, assumendo “Ulisse” come nome di battaglia. Diventa capo di stato maggiore della VIII e IX Divisione Garibaldi del basso Monferrato. Partecipa a importanti combattimenti e battaglie riuscendo con la sua formazione a liberare nell’autunno 1944 ben 40 Comuni, e a contribuire alla breve vita della Repubblica partigiana dell’Alto Monferrato. Quindi con i suoi uomini libera Nizza Monferrato per poi dirigersi ad Asti e dopo ancora a Torino.

Nell’immediato dopoguerra, a inizio maggio 1945 diviene caporedattore dell’edizione di Torino de “L’Unità”. Dal 1948 al 1958, il periodo più duro della Guerra fredda, è direttore de “L’Unità” di Milano. Darà molta importanza alla terza pagina, a cui collaborano scrittori, poeti, artisti come Picasso, Quasimodo, Guttuso, Aleramo, Pavese. Apre le colonne del giornale alla cronaca e alle inchieste sociali.

Nel 1958 viene eletto deputato per il Partito comunista e sarà parlamentare per tre legislature. Nel 1960 dà alle stampe la fortunata biografia di Cesare Pavese, “Il vizio assurdo”, tradotto in varie lingue. Scriverà molti libri nel corso della sua vita (l’elenco completo sul sito a lui dedicato). Le poesie composte lungo l’arco di tutta la vita verranno pubblicate postume, nel 2005, dalla figlia con il titolo “Quadrati di fatica”.

Muore a Milano il 21 giugno 1984. È sepolto nel cimitero di Vinchio nella tomba di famiglia, che porta l’iscrizione, voluta da lui, “Dignità nella vita serenità nella morte”. Poco prima di morire, nella primavera del 1984, durante una passeggiata, aveva detto alla nipotina Valentina: “Vedrai che uscirò vivo da questa vita”. A quarant’anni di distanza, quelle parole si sono avverate. Di Davide Lajolo si parla ancora, l’Associazione continua l’attività ispirata alla letteratura, all’arte, alla difesa del paesaggio, rendendo attuale l’impegno che ha contraddistinto la sua vita.