E cos’è una tessera se non un segno, cioè un inizio e un indizio di conoscenza? Per esempio, la carta d’identità che mi legittima come quel tal cittadino, che si chiama in quel modo, che è nato in quel luogo e che risiede in quella via e che mi fa italiano. Non altro, ma già molto.

Non solo: la tessera è anche la pietruzza quadrangolare di un pavimento o di una parete a mosaico, una parte del tutto, un frammento di colore e di disegno necessario per farmi ammirare l’insieme, la composizione, in sostanza una scheggia di arte.

Sì, la tessera dell’Anpi è entrambe le cose: un segno nel quale mi riconosco e tramite il quale mi riconoscono, e assieme la parte indivisibile della totalità che ci fa Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia, una comunità di pensiero e di opere, cioè di vita, di energia, in rappresentazione di un tempo resistenziale, dove rappresentare vuol dire propriamente rendere sempre presenti quegli eventi trascorsi, e porsi al servizio dell’esito più alto di quel tempo, e cioè la Repubblica democratica e la Costituzione.

È questa consapevolezza che fa del tesseramento all’Anpi, ed in particolare delle giornate ad esso dedicate – 3 e 4 febbraio di quest’anno –, una circostanza non burocratica, ma calda, forse – posso dirlo? – sentimentale, perché mette persone in relazione ad altre persone, situazioni trascorse in rapporto a situazioni attuali. Come in ogni aspetto dell’attività dell’Associazione, nel tesseramento c’è un germe di umanità, di uno “stare col prossimo”, perché tesserarsi vuol dire condividere, cioè dividere assieme, come si fa fra fratelli, oppure pensarla in modo affine: condivido la tua opinione, i tuoi principi, le tue scelte.

Ovviamente la tessera incarna nella quotidianità queste principi generali e ideali, ed ha una funzione pratica, perché serve a misurare la forza di un’associazione, a contribuire a finanziarla affinché essa possa produrre il più ampio numero di iniziative, ad organizzarla affinché possa operare in modo ragionevole ed ordinato.

La tessera propone normalmente un’immagine e una parola d’ordine che cambia in ragione dello scorrere del tempo, perché intanto il presente è diventato passato e il futuro è diventato presente. Quest’anno il 2017 è diventato passato ed il futuro che attendevamo – il 2018 – è diventato presente, col suo carico di speranze, ma anche di pesanti interrogativi. Ecco la ragione, sulla tessera, della parola d’ordine “Settant’anni di libertà – 1948/2018” e la riproduzione della Gazzetta Ufficiale col testo della Costituzione. Ed ecco il manifesto per le Giornate del tesseramento, “L’Italia è antifascista”. Occorre dirlo con forza oggi, quando il cancro del neofascismo, con le sue metastasi di razzismo, omofobia, discriminazione, ha ripreso ad espandersi. Ed è per questo che, nell’anno del 70°, nelle Giornate del tesseramento impegneremo ogni struttura locale dell’Anpi al fine della raccolta delle firme in calce all’appello sottoscritto da 23 associazioni, organizzazioni, partiti e rivolto alle Istituzioni repubblicane, dal titolo “Mai più fascismi”. Una ragione ulteriore, a ben pensarci, per iscriversi all’Anpi, per ricevere un rettangolo di cartoncino che si conserva nella tasca interna della giacca, dalla parte del cuore.

All’appello “Mai più fascismi” è dedicato ampio spazio di questo numero di Patria Indipendente. Ma anche alle giornate del tesseramento, come se i due impegni fossero un unicum, una sequenza logica, un gesto di cittadinanza attiva. Perciò, a proposito di tesseramento, a fianco di questo articolo troverete tre testi semplicemente emozionanti: il premio Strega 2017 Paolo Cognetti, tessera Anpi zona Bovisa di Milano, scrive una lettera aperta ai ragazzi affinché aprano gli occhi davanti al pericolo neofascista, e propone il valore del passaggio di testimone fra generazioni. L’italianista Ferdinando Pappalardo, presidente dell’Anpi provinciale di Bari, riflette sul significato della tessera come “un fiore nel giardino dei simboli”. Dino Spanghero, presidente dell’Anpi provinciale di Udine, ricorda il tesseramento all’Associazione al tempo di Erminio Masiero, “Neri”, partigiano combattente, “caro vecchio indimenticabile Neri”.

Non rimane che invitare all’iscrizione, a “prendere la tessera”, quella tessera che, come segno o come elemento di base di un grande mosaico di persone, è la certificazione di un’identità civile e morale che ci fa antifascisti dentro. E fino in fondo.

Gli eventi in programma per le Giornate del tesseramento su http://www.anpi.it/eventi/contesto/giornata-del-tesseramento