Chi morì arrestato e torturato dalle SS, chi combattendo i repubblichini o deportato nei lager. Una lapide per non dimenticare i magistrati che hanno sacrificato la vita per la Resistenza e ricordare le loro storie di vita e di coraggio si è tenuta giovedì 10 settembre, a Roma, in via Arenula, nell’atrio del Ministero della Giustizia.

Lapide magistrati al Ministero Giustizia -La cerimonia di scopertura della lastra commemorativa è stata aperta dal Guardasigilli, Andrea Orlando: “Per non smarrire la bussola, per non dimenticare il valore dell’antifascismo, per non perdere il senso profondo del nostro attaccamento alla democrazia e alla libertà; per non rinunciare a ciò che, davvero, ci fa uomini. Che è quella stessa umanità, voglio dirlo, a cui si appellano oggi gli uomini e le donne che fuggono dalla guerra, dal fanatismo e dalla fame in cerca di una speranza di vita e di futuro. Essere qui, questa mattina, significa volerla dare loro, quella speranza, proprio in nome della memoria che tutti noi rispettiamo e della forza morale che da essa sprigiona. Ad essa non possiamo e non potremo mai sottrarci. Né io, né voi, né il popolo italiano”. Questo il senso dell’intervento del Ministro della Giustizia. lapide con nome magistrati

 

Hanno inoltre preso la parola il Vice Presidente del Csm, Giovanni Legnini, e il Presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli. Le conclusioni sono state affidate al Vice Presidente Nazionale Vicario dell’ANPI, Luciano Guerzoni, a nome del Presidente Nazionale, Carlo Smuraglia. Guerzoni ha voluto richiamare l’attenzione sull’identità dell’Italia “che nell’antifascismo e nella Resistenza ha profili importanti e nella Costituzione il suo fondamento. Ovviamente l’identità si misura con la storia e la sua difesa, non è dunque conservazione. L’ANPI avverte tutta la responsabilità morale di essere l’erede dei partigiani come sancito anche da una recente sentenza del tribunale militare di Verona. Ci inquietano: pressapochismo, disinvoltura e la confusione con i quali ci si approccia da parte della politica al rinnovamento delle istituzioni”.

I sedici magistrati ricordati nella targa sono: Dino Col, Pasquale Colagrande, Francesco Drago, Carlo Ferrero, Mario Finzi, Mario Fioretti, Giuseppe Garribba, Vincenzo Giusto, Cosimo Mariano, Cosimo Orrù, Nicola Panevino, Pietro Amato Perretta, Pasquale Saraceno, Vittorio Scala, Mario Tradardi, Mario Viglino.