La riunione della Rete antifascista che si è svolta a Budapest il 3 e 4 maggio scorsi è stata il terzo incontro tra gli italiani dell’Anpi, dei croati del Saab e degli sloveni del Zzb Nob. La riunione è stata organizzata dalla Fir, la Federazione internazionale dei Resistenti, una delle due organizzazioni internazionali dei veterani, che ha sede a Berlino e ha una forte valenza antifascista. Sebbene né il Saab né il Zzb siano membri della Fir, siamo stati invitati grazie all’impegno che assieme all’Associazione dei Partigiani d’Italia svolgiamo per promuovere la partecipazione di un sempre maggior numero di organizzazioni antifasciste in tutta Europa. Per l’invito devo in primo luogo ringraziare i dirigenti dell’Anpi e la loro presidente, e amica, Carla Nespolo. Rammento inoltre che da anni le sedi locali dell’Anpi e del Zzb collaborano in uno spirito di amicizia.
Nel dicembre 2018, durante l’incontro di Roma, consapevoli della crescita dell’estremismo di destra abbiamo preso l’impegno di operare per la costruzione di una rete permanente tra le organizzazioni antifasciste in tutta Europa. Ci rendiamo conto, infatti, che i nuovi partiti neofascisti operano in sinegia, aiutandosi tra loro non solo moralmente ma anche economicamente. Ad esempio posso ricordare che il premier ungherese Viktor Orbán ha cofinanziato la televisione Nova24 dell’ex premier nazionalista sloveno Janez Jansa.
Il percorso iniziato a Roma è proseguito a Sezana, il 30 marzo 2019, quando il ministro italiano Salvini ha espresso mire espansionistiche sia sulle nostre terre sia su quelle dei croati. È stato dunque importante fare di tutto per preservare i rapporti di amicizia tra i nostri tre popoli e non dare spazio a eredità di nazionalismo estremo.
A Budapest abbiamo posto attenzione alle elezioni europee che si sarebbero svolte da li a pochi giorni. Le consultazioni più importanti che si sono svolte finora. Nella capitale ungherese abbiamo unitariamente approvato una dichiarazione che esprime le nostre posizioni comuni.
Tutti ci rendiamo conto che l’Europa si trova a un bivio. Diventerà una Comunità di popoli solidale e sociale o sarà ancora nelle mani del capitalismo, delle muntinazionali, gestita da tecnocrati lontani dalla gente e dalle necessità delle persone?
Le elezioni ora sono passate ma il nostro impegno deve proseguire. I nuovi partiti di estrema destra, pur non ottendendo un consenso maggioritario, non sono stati sconfitti in Europa. E il futuro è ancora incerto. Sarà un’Europa dei popoli? Sarà un’Europa solidale e sociale? Sarà un’Europa dove vengono rispettati e garantiti i diritti civili? Sarà un’Europa che promuoverà la pace e l’amicizia tra tutti i popoli, non solo europei, ma di tutto il mondo? Sarà un’Europa che saprà risolvere il problema dell’immigrazione, a partire dalla cause che ne hanno determinato l’insorgere? Sarà un’Europa capace di affrontare i problemi ecologici?
Dobbiamo renderci conto che la disoccupazione, la povertà e la mancanza di prospettive creano le condizioni per la crescita di movimenti neofascisti. Nel passato sono state armi potenti del fascismo e del nazismo ma lo sono anche degli odierni politici e dei partiti neofascisti con l’esaltazione della propria nazione e nel fomentare odio e ostilità verso gli altri e chi è ritenuto diverso. Il nazionalismo è un’arma potente per manipolare le persone.
Il nostro lavoro dunque non è finito a Budapest. Dobbiamo impegnarci ancora per rafforzare e allargare la rete degli antifascisti in tutta Europa.
La disocupazione, la povertà, la mancanza di prospettive delle giovani generazioni sono il lato più oscuro dell’Europa di oggi. È questo un campo ben concimato, dove crescono i partiti estremisti neofascisti e dell’ultra destra. Nelle crisi sociali la gente sente la necessità di avere una guida forte e autoritaria.
Tutto questo lo abbiamo già visto nel passato così come abbiamo visto le conseguenze.
Tit Turnšek, presidente della Zzb Nob – Slovenia
Pubblicato giovedì 13 Giugno 2019
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