Roma, piazza San Giovanni, l’intervento del segretario generale Cgil, Maurizio Landini, alla manifestazione unitaria di sindacati e associazioni dopo l’assalto squadrista alla sede nazionale Cgil del 9 ottobre 2021 (Imagoeconomica)

Il 9 ottobre 2021, subito dopo la vile aggressione squadrista alla sede nazionale della Cgil, i sindacati di tutto il mondo si sono stretti in un messaggio corale di vicinanza, solidarietà e rabbia.

La devastazione della sede nazionale Cgil, il 9 ottobre 2021 , da parte dei militanti di estrema destra (Imagoeconomica)

Molti erano già in piazza il giorno seguente, contemporaneamente a noi: a Barcellona, Parigi, Bruxelles… altri hanno continuato nei mesi successivi, ricordando l’evento nei loro convegni e congressi: consapevoli che il fascismo – politico e culturale – ha come nemico storico e naturale il mondo del lavoro.

Il Lavoro, che trasforma la società in un percorso di progresso, emancipazione e giustizia; il Lavoro, che definisce l’essere umano anche individualmente ma attraverso la propria dimensione collettiva. Il Lavoro: il cui rispetto e dignità sono alla base della democrazia stessa.

Alcuni dei rappresentanti sindacali europei e internazionali che hanno partecipato nel 2022 all’iniziativa “Cgil aperta” promossa per il primo anniversario dell’aggressione alla sede nazionale Cgil

Su questi valori, lo scorso anno in occasione dell’anniversario dell’assalto, la Cgil ha lanciato l’idea di una “Rete internazionale dei sindacati antifascisti”, aperta all’associazionismo e alla società civile. Lo ha fatto davanti a una platea di sindacati internazionali e con loro ne ha definito i contenuti.

E il 15 marzo prossimo, all’apertura del Congresso nazionale della Cgil, a Rimini, il Manifesto sarà presentato a una platea di sindacalisti di tutto il mondo.

(Imagoeconomica)

Ovunque assistiamo a rigurgiti neofascisti, nazionalisti, sovranisti: con nomi e forme diverse, ma legati dalla stessa intollerante e discriminatoria visione della società. Traggono forza dal malcontento sociale diffuso, offrendo risposte “semplici”, basate sulla “paura dell’altro”, sulla contrapposizione identitaria, sulla “disintermediazione” politica e sociale.

Nelle nostre società – sempre più povere, spaventate e frammentate – si erodono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, spesso si attaccano le stesse libertà sindacali: e il connubio tra risorgere dell’estrema destra e l’attacco ai sindacati rende complessivamente ovunque più deboli le stesse democrazie.

Per affrontare le vere cause serve un nuovo modello di sviluppo, basato sulla sostenibilità economica, sociale ed ecologica, superando le disuguaglianze e la precarietà nel mondo del lavoro; e i lavoratori devono essere coinvolti nei processi globali di trasformazione ecologica e digitale. Serve un forte welfare universale, serve una reale giustizia fiscale. Serve restituire centralità al mondo del Lavoro.

Il lavoro sindacale, proposto nel Manifesto, si svilupperà lungo due pilastri.

Il primo attraverso un lavoro costante di studio, analisi e monitoraggio: sia sull’insorgenza dell’estrema destra, sia sulle cause politiche, sociali ed economiche che lo determinano.

Il secondo attraverso concrete azioni di solidarietà reciproca, costruzione di momenti formativi per sindacalisti e delegati, scambio di “buone pratiche” ed esperienze, promozione di singoli eventi specifici e di percorsi strutturati.

In ogni ambito, sarà fondamentale il coinvolgimento di ricercatori, accademici e militanti, associazioni e realtà impegnate nella lotta all’estrema destra ovunque nel mondo.

Andrea Malpassi, Area politiche europee e internazionali Cgil