Eppure Mélenchon non è deputato, non si è ripresentato: «Sarebbe stata la settima volta! Cosa avreste detto se fossi ritornato? Che ‘quest’uomo è un parlamentare a vita!’ Quella tribuna mi mancherà, certo, ma non ho alcun rimpianto» ha dichiarato in un’intervista al quotidiano “Libération” pubblicata lo scorso 7 luglio.

A margine si può notare che quasi tutti i partiti e i movimenti che compongono la Nupes sono cresciuti, mentre i socialisti in apparente caduta libera mantengono lo stesso numero di deputati all’Assemblée Nationale: il gruppo dei verdi ne conta oggi 23 e non ne aveva nessuno nella precedente legislatura, quello dei socialisti mantiene i suoi 31, quello dei comunisti (Gauche démocrate et républicaine) ne registra 22 contro 10 e quello degli Insoumis 75 contro17.

Prima della Nupes, Jean-Luc Mélenchon si è candidato per tre volte consecutive alle elezioni presidenziali: nel 2012 prese il 10,12% dei voti e arrivò quarto, mentre nel 2017 e nel 2022 si è piazzato in entrambi i casi al terzo posto, tallonando Marine Le Pen (21,3% e 23,15% dei voti) e raggiungendo rispettivamente il 19,58% e il 21,95%. E se nel 2017 Mélenchon era appoggiato anche dal Pcf, nel 2022 i diversi partiti e movimenti della sinistra hanno tutti presentato un proprio candidato.
«Siamo partiti dal basso – racconta un militante – ma Mélenchon ha messo a punto una strategia piuttosto vincente sollevandosi da una situazione che lo dava piuttosto perdente. Si partiva da un 11% circa di intenzioni di voto credibili (lo score raggiunto alle legislative del 2017, n.d.r.). Il lavoro militante sul terreno, continuo, ci ha fatto guadagnare circa il 10%».
Al di là dell’uomo c’è, comunque, la cosiddetta «generazione Mélenchon» a tirare il traino: alcune persone lo seguono da quando uscì dal Partito socialista nel 2008, altre si sono aggregate strada facendo. Sono giovani, tra i trenta e i quarant’anni o anche meno, e molti hanno già alle spalle l’esperienza politica della scorsa legislatura.

È il caso, per esempio, di Mathilde Panot, la 33enne presidente del gruppo Lfi-Nupes all’Assemblée Nationale o di Adrien Quatennens, 32enne. Invece Manuel Bompard, 36enne che molti indicano quale numero due della France Insoumise, oggi membro della Camera francese, era precedentemente deputato europeo. «Qualunque cosa accada, (Mélenchon) sarà presente attraverso la generazione che ha fatto emergere» affermava su “Libération” il 28 luglio la deputata Lfi Sarah Legrain, con lui dall’epoca del Front de gauche. «Le sue qualità sono suddivise benissimo: ci sono oratori, strateghi, ideologi… Lui ha questa caratteristica un po’ magica di riunirle tutte, ma si può inventare qualcosa attorno al collettivo».

Porta a porta, dialogo con le associazioni (da Attac a Greenpeace) e presenza sul territorio anche se non in tutta la Francia, sono la forza della France Insoumise, ma il vero successo di Mélenchon è stato quello di riuscire a convogliare attorno a un programma comune i grandi partiti di sinistra e di convincerli a presentare un unico candidato Nupes per ogni circoscrizione elettorale. Ha dichiarato ancora Mélenchon: «È stato grazie al risultato del 10 aprile (primo turno delle presidenziali, n.d.r.). Ho avuto la fortuna di trovare degli interlocutori che hanno capito allora l’impasse della linea social-liberale.

La scelta di Olivier Faure e Julien Bayou (rispettivamente segretario del Ps e di Europe Écologie Les Verts, ndr) è stata tracciata dagli eventi. Il discorso di Faure per il lancio della Nupes è stato limpido: «Avevamo imparato a fare compromessi e Jean-Luc ci ha insegnato che bisognava anche saper rompere». La Nupes non è, insomma, un semplice accordo elettorale, ma un accordo politico di programma. «La Nupes – sostiene sempre Mélenchon – è l’espressione politica dei più poveri, dei disoccupati, dei dimenticati di Francia».

Per Olivier Faure è stata l’occasione di ribadire, anche in vista del congresso del Ps che dovrebbe svolgersi nel prossimo gennaio, la sua vicinanza alla Nupes, in particolare con la proposta di un referendum d’iniziativa popolare sulla tassazione dei superprofitti (in particolare di quelli generati approfittando della crisi): «è rendendo la sinistra più forte che anche noi socialisti saremo più forti» ha dichiarato Faure, sostenendo che non c’è alcuna alternativa all’unione delle sinistre.
Paola Vallatta, giornalista, presidente Anpi Parigi “Carlo e Nello Rosselli”
Pubblicato martedì 6 Settembre 2022
Stampato il 29/11/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/finestre/vi-racconto-la-francia-dove-la-sinistra-ce-e-lotta/